Sulla vicenda Stadio per la Roma, alla fine lo stesso Beppe Grillo ha dovuto prendere atto della contrarietà dei consiglieri capitolini M5S al progetto di cementificazione di Tor di Valle messo in piedi dal costruttore Parnasi e dell'affarista statunitense Pallotta. In città le iniziative di protesta contro "la più grande speculazione urbanistica degli ultimi trenta anni" erano cresciute sia nel territorio che con il pressing verso il consiglio comunale.
Al termine di riunione urgente richiesta dai consiglieri comunali, ieri Grillo ha rilasciato una dichiarazione ai giornalisti che somiglia molto ad uno stop alla cementificazione intorno allo Stadio. "Abbiamo parlato con i consiglieri. Nessuno è contrario. Se c'è una leggera discussione è sulla collocazione, sulla zona. Lì c'è un rischio idrogeologico, dunque c'è una discussione su dove farlo. Decideranno giunta e sindaco. Nessuno dice di 'no', diciamo di "sì ma in una parte che non sia quella".
Una dichiarazione che suscita le ire del businessmen James Pallotta, presidente dell'As Roma che tramite twitter manda a dire: "Ci aspettiamo un esito decisamente positivo dall'incontro in programma venerdì. In caso contrario, sarebbe una catastrofe per il futuro dell'AS Roma, del calcio italiano, della città di Roma e francamente per i futuri investimenti in Italia".
La decisione su Stadio/cementificazione a Tor di Valle verrà presa entro il 3 marzo quando è prevista la conferenza dei servizi. La sindaca Raggi dovrebbe dichiarare qualcosa nelle prossime ore. Domani, venerdì, dovrebbe esserci il nuovo incontro tra l'amministrazione e i costruttori dopo quello saltato ieri. I consiglieri comunali del M5S stanno aspettando il parere dell'avvocatura sulla possibilità che la delibera votata dalla giunta Marino – che dichiarava l'operazione Stadio come interesse pubblico – possa essere ritenuta illegittima.
Se così fosse, si procederebbe alla sospensione della stessa delibera e all'azzeramento del progetto sull’area di Tor di Valle. Al momento viene esclusa la possibilità di votare una nuova delibera che annulli quella precedente per il timore di un causa da parte dei costruttori e penali salate (curioso però delle penali che i costruttori della Metro C devono pagare al Comune ancora non ci sia contezza, ndr). Si affaccia su questo una soluzione alternativa cioè la costruzione dello Stadio in un’altra zona della città e su un terreno già di proprietà comunale oppure una ulteriore riduzione delle cubature extra-stadio previste dal progetto originario.
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