Non c’erano dubbi che i governi europei si sarebbero schierati con l’amministrazione Trump (invece criticata e osteggiata su moltissimi capitoli e contenziosi aperti) sulla decisione Usa di bombardare la Siria, ancora prima che una seria inchiesta chiarisse la dinamica dei fatti e l’uso o meno di armi chimiche da parte delle forze armate siriane. Del resto questo è quanto prevede il Trattato internazionale sulle armi chimiche e l’eventuale risoluzione dell’Onu.
Eppure i governi europei, anche quelli che in passato si erano mostrati riluttanti di fronte a Colin Powell che mentiva all’Onu agitando una provetta per evocare le mai trovate armi chimiche irachene, questa volta hanno perseguito volentieri la strada dell’oltranzismo indicata da Washington.
Le dichiarazioni più paradossali appaiono quelle del Presidente del Consiglio italiano Gentiloni che da un lato parla di “azione proporziata”, dall’altra ritiene che l’escalation non avrà conseguenze. "Sono convinto che l'azione di questa notte non ostacoli ma acceleri la chance per il negoziato politico" ha affermato il premier Gentiloni a commento del bombardamento notturno dei missili statunitensi sulla Siria. "Con il presidente francese Hollande e la cancelliera Merkel abbiamo preso il comune impegno perché l'Europa contribuisca alla ripresa dei negoziati in Siria".
Ma le dichiarazioni di Francia e Germania sul bombardamento statunitense di questa notte sulla Siria non sembrano proprio coincidere con il tono minimalista di Gentiloni. Su "Assad pesa l'intera responsabilità" scrivono infatti il presidente francese, Francois Hollande e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, in una nota congiunta . "La Francia e la Germania – prosegue il comunicato dell'Eliseo – proseguiranno gli sforzi con i loro partner nel quadro dell'Onu per sanzionare in modo più appropriato gli atti criminali e l'uso di armi chimiche vietate dai trattati".
Da Bruxelles fanno sapere che la Ue "era stata informata della probabilità di un'imminente svolta degli Stati Uniti", dice una portavoce dell'alto rappresentante per la politica Estera Ue spiegando che Federica Mogherini ha seguito durante la notte gli eventi con i servizi diplomatici dell'Ue al lavoro. "L'Ue sta coordinando gli Stati membri" prosegue la fonte ed "è in contatto con Stati Uniti e Nazioni Unite".
Più simile alle posizioni della Merkel e di Hollande la nota emessa dal ministro degli esteri Alfano: "L'Italia comprende le ragioni di un'azione militare Usa proporzionata nei tempi e nei modi, quale risposta a un inaccettabile senso di impunità nonché quale segnale di deterrenza verso i rischi di ulteriori impieghi di armi chimiche da parte di Assad, oltre a quelli già accertati dall'Onu" dichiara Alfano una nota della Farnesina in cui sottolinea che "il governo segue con la massima attenzione gli sviluppi nel Mediterraneo, tenuto conto dei suoi molteplici e diretti interessi alla sicurezza e alla stabilità della regione".
Su questo accodamento dei governi europei alla filosofia del bombardamento, si segnala una nota diffusa dalla Piattaforma Eurostop che denuncia come queste posizioni siano “una conferma anche delle ragioni della manifestazione del 25 marzo contro i 28 capi di stato europei riuniti a Roma”, un vertice quello di Roma servito per “legare insieme una maggiore integrazione basata su incremento della spesa militare e le politiche di austerità che hanno impoverito – seppure in modo molto disuguale – tutti i popoli stretti nella gabbia della Ue, grazie anche alla moneta unica e all’alleanza subordinata all’interno della Nato”. Secondo Eurostop portare fuori l'Italia dalla escalation di guerra vuol dire “sottrarla agli automatismi militari, politici e diplomatici previsti da Trattati che hanno portato il paese dentro guerre e conflitti ancora prima che il Parlamento ne potesse discutere”.
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