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Francia. La variante Melenchon fa fibrillare i mercati e la politica

Jean-Luc Mèlenchon, il candidato della sinistra popolare francese, è accreditato del 19% dei voti e passerebbe davanti al candidato gaullista François Fillon, fermo al 18,5%. Rispetto al precedente sondaggio Mèlenchon è cresciuto di 6 punti percentuali ed ormai “morde alle chiappe” sia il candidato socialista Macron (al 23% ma in discesa) che quella della destra Le Pen (al 24% ma anche lei in calo di consensi).

Alla riuscita di questa positiva incursione di Melenchon e della sua lista France Insoumis (Francia Indomita) in una campagna elettorale che sembrava schiacciata nella falsa alternativa tra destra (Le Pen) e Union Sacrèe tra gaullisti e socialisti, non è affatto estranea la posizione di rottura di Melenchon su euro ed Unione Europea. Ciò ha consentito di sottrarre consensi alla destra e di “grattare” la base sociale ai socialisti. Melenchon, qualora eletto, ha annunciato di voler rinegoziare i trattati europei, inclusa la parte che riguarda l’adesione all’euro, di congelare i contributi che la Francia versa alla Ue fino all’uscita dalla stessa Unione Europea in caso di contrasto con le oligarchie di Bruxelles.

Melenchon è stato uno degli animatori del “Piano B” insieme a Lafontaine e Fassina, mentre il greco Varoufakis è ben presto rientrato nei ranghi dell’europeismo critico.

Il sistema dei media mainstream (lo stesso uscito sconfitto dalla Brexit in Gran Bretagna o dal referendum costituzionale in Italia) prova a contrastare l’emersione di questa opzione politica cercando di equiparare l’ipotesi di Melenchon a quella della Le Pen, con il risultato che al ballottaggio potrebbero andare proprio questi due candidati.

Il giornale conservatore Le Figaro lo attacca denunciando quello di Melenchon come un progetto devastante per la Francia e il “delirante progetto del Chavez francese”, forse sottovalutando il prestigio che il defunto presidente rivoluzionario venezuelano raccoglie nei settori popolari anche in Europa.

Hollande appare preoccupato e, secondo le Monde, moltiplicherà gli appelli contro il pericolo "populista". In particolare, ha scritto il giornale, nell'ipotesi di un ballottaggio tra il candidato della sinistra alternativa e la candidata del Front National.

La Stampa di oggi si preoccupa di segnalare che se fino ad ora i “mercati” si preoccupavano solo di una eventuale vittoria della Le Pen, oggi si preoccupano ancora di più di una possibile vittoria di Melenchon. Tenendo conto che “i mercati” affidano il 70% delle loro transazioni ai robot, viene da domandarsi se tali preoccupazioni siano il risultato di un algoritmo o delle opinioni dei pochi trader che qui e lì vengono intervistato per dare un volto umano alla mano invisibile del mercato.

Quanto sta accadendo in Francia è la manifestazione plastica dello scenario evocato con la manifestazione di Eurostop lo scorso 25 marzo a Roma, in occasione del vertice dell’Unione Europea, una manifestazione contro la Ue, l’euro e la Nato, che si è contrapposta in modo vincente ed ha oscurato quella della destra sovranista, facendo saltare lo schemino per cui “o si sta con l’Europa o si sta con la destra”. A uscirne ammaccata e in debito di ossigeno è ormai solo la sinistra tradizionale ancora aggrappata ad un europeismo critico del tutto fuori tempo.

Ma a quel punto se Parigi chiamerà, Roma dovrà essere pronta a rispondere. La fuoriuscita dall’Unione Europea, dall’euro e dalla Nato ha cessato di essere un mero punto di vista, ormai è una opzione politica e di classe sul campo.

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3 Commenti


  • Matty

    Il vero problema è che a rispondere non si sa chi potrà essere dall'Italia.

    Grecia,Spagna,Francia e Germania hanno presentato,o stanno presentando alternative di sinistra credibili.

    In Italia si fa fatica a vederne


  • claudio ursella

    Sono ormai tre anni che elementi di ricostruzione della sinistra si producono in Europa in forme diverse, ma sempre riuscendo a produrre elementi di rottura, a partire da una affermazione elettorale,,, dopo la vicenda greca, che ha portato il tema della rottura nel cuore dell'establishment europea, uscendone (al momento) sconfitta, abbiamo avuto le ambiguità di Podemos, la vicenda portoghese, che comunque sia meriterebbe un approfondimento, dato che per il momento è l'unico governo di sinistra in Europa, Corbin che ammette gli errori del Labour sulla Brexit, il tentativo più difficile (ma a mio parere più interessante) di Barcellona, e ora la compiuta elaborazione di un "populismo" di sinistra di Melenchon… L'unico dato certo è che il collasso europeo inizia ad avere anche una interpretazione di classe… Mi piace credere che un eventuale analogo (ma sicuramente diverso) fenomeno che si riuscisse a produrre in Italia, possa essere l'elemento che accelera la crisi in tutta Europa…


  • Golden

    In Italia, zittozitto, cacchiocacchio…De Magistris?

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