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Delrio (e il governo) contro il diritto di sciopero

Quando abbiamo visto questa intervista al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio (http://video.repubblica.it/dossier/la-repubblica-delle-idee-2017/repidee-delrio-scioperi-paese-ostaggio-di-minoranze-bisogna-regolamentare/278813/279413) siamo rimasti piuttosto perplessi perché sembrava proprio che ci fosse una certa confusione sui diritti costituzionali e su cosa voglia dire ‘modernità’ sia da parte del ministro che da parte del giornalista di Repubblica.
Vorremmo quindi aiutarli a fare chiarezza ricordando al ministro Delrio che l’articolo 16 della Costituzione sancisce il diritto alla libera circolazione delle persone, non il diritto ad usufruire dei mezzi pubblici; cosa che ad essere sinceri non ci dispiacerebbe affatto, ma che a volte trova un suo limite strutturale nell’inesistenza degli stessi. Un diritto alla libera circolazione che, tra l’altro, il suo Governo dimentica tranquillamente quando crea misure come il Daspo urbano che nella città di Roma è stato utilizzato contro alcuni lavoratori della Multiservizi in protesta al Campidoglio o quando si tratta di negarlo a delegati sindacali attraverso fogli di via.
Siamo però d’accordo con il ministro Delrio nel suo dover garantire “il diritto della mamma di muoversi e raggiungere suo figlio alla scuola materna”. Ma questo è vero non soltanto per venerdì scorso, perché il nostro diritto alla mobilità ci è costantemente limitato non dagli scioperi ma dai mezzi pubblici fatiscenti e vecchissimi che ci ritroviamo in praticamente in ogni città italiana ed in particolare nel meridione; dalle privatizzazioni totali o parziali che hanno reso le tariffe sempre più alte e non accessibili a tutti; dalla soppressione di moltissimi treni regionali che già facevano schifo ma che almeno consentivano ai tanti pendolari di spostarsi in maniera ‘economica’ tra casa e lavoro; dalla soppressione dei treni notte a fine 2011 che ha reso complicatissima la vita a tantissimi emigranti che usavano quei treni per tornare dalle loro famiglie; dal blocco delle assunzioni nel pubblico impiego del 2009 che ha ridotto al minimo il numero degli autisti e di conseguenza anche il numero delle corse a disposizione dei cittadini; dal fatto che ancora oggi appena fuori dai centri cittadini muoverti senza auto è praticamente impossibile.
Se vogliamo garantire il diritto alla mobilità la soluzione ci pare piuttosto banale: internalizzare tutti i servizi legati al trasporti pubblici, dagli autisti ai meccanici passando per il servizio di pulizie; investire in mezzi nuovi (quelli si moderni!); assumere nuovo personale per evitare che le corse si reggano sugli straordinari (come accade a Roma dove il 20% del servizio si basa sugli straordinari); incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici attraverso la creazione di infrastrutture come ad esempio parcheggi gratuiti vicino alle stazioni principali; mantenere agevolazioni sulle tariffe per chi non ha reddito o ha un reddito basso; costruire linee di trasporto che colleghino la periferia al centro delle città non soltanto negli orari di lavoro ma anche nel restante tempo di vita. Così, secondo noi, si creano città moderne e ‘a misura d’uomo’ ripensando la mobilità come legata ai bisogni e non al tempo di utilizzo.

Per concludere, qua non si tratta di “contemperare i diritti tra loro” ma di farli valere entrambi perché che gli autisti, i macchinisti e tutti i lavoratori del trasporto abbiano condizioni di lavoro dignitose, orari di lavoro che non siano massacranti, stipendi adeguati e mezzi sicuri su cui viaggiare sono cose necessarie per garantire proprio che si possa usufruire del diritto alla mobilità.

Siamo sicuri, caro Delrio, che la maggior parte dei cittadini troverà il modo di organizzarsi diversamente per muoversi da un luogo all’altro a causa di uno sciopero dei trasporti, perché purtroppo già accade molto spesso semplicemente perché non può permettersi di avere un’automobile e deve cambiare 3 mezzi per raggiungere il posto di lavoro, o perché l’autobus che prende ha 20 anni e si rompe durante la corsa o perché invece di sistemare le strade il comune dove vive ha pensato bene di abbassare il limite di velocità rendendo il traffico insostenibile. Anzi, magari sarà anche disposta a farlo una volta tanto in maniera consapevole, perché conosce e capisce le ragioni di quel disagio.
Diamo un suggerimento a Delrio: vogliamo porre fine agli scioperi? Perché non provare ad ascoltarne ed accoglierne le ragioni?

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1 Commento


  • Daniele

    Il PD è peggio della Peste del ‘600, inoltre quanto succede dimostra chiaramente che nessun dio esiste dato che lascia che succeda quanto succede, con buona pace di papa Francesco.

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