Puntuale come se fosse stato un colpo preparato da tempo. Tre Ong sua tante firmano il “codice di autoregolamentazione” imposto da Minniti, e il giorno dopo arriva il primo sequestro di una nave “ribelle”: la Juventa, messa in mare dall’organizzazione tedesca Jugend Rettet (letteralmente: “la gioventù salva”). L’equipaggio è stato interrogato, si procede sull’ipotesi di reato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” (inventato dalla legge Bossi-Fini), l’inchiesta è in mano alla procura di Trapani.
I media gridano soddisfatti all’“ora si mette ordine” (compreso Il Fatto Quotidiano, teoricamente all’opposizione ma portatore insano di ideologia manettara), qualcuno si produce in innovazioni linguistiche (“l’estremismo umanitario”, copyright Francesco La Licata, La Stampa), qualcun altro si prosterna davanti al fulgido esempio di italico valore del ministro Minniti (Carlo Bonini su Repubblica: “in quale infernale meccanismo era finito il nostro paese. Almeno fino a quando – e ne va dato a pieno atto e merito – al Viminale non sono arrivati il ministro Marco Minniti e un’idea di governo dei flussi migratori”).
Qualcun altro, un po’ più terra terra, prova a tradurre in un tweet le precedenti indicazioni, come potete ammirare qui sotto in quello dell’immenso on. Roberto Esposito, pasdaran della Tav rimasto senza causa.
L’imputazione per i volontari della Juventa è supportata da foto e video. Il loro errore è stato quello di non aspettare che i barconi iniziassero ad affondare e i “passeggeri” ad affogare. Si sono avvicinati spesso troppo a ridosso della costa libica, prendendoli a bordo direttamente dalle imbarcazioni guidate dagli scafisti e lasciando che questi ultimi se ne tornassero a terra con lo stesso mezzo, dunque riutilizzabile.
Anche il procuratore di Trapani, comunque, avverte che questo travaso di profughi non comportava per i volontari alcun vantaggio economico. Il tutto avveniva per i soli motivi umanitari. Dunque sono loro gli estremisti da stigmatizzare con la neolingua de La Stampa.
Il dato più interessante è però un altro. In questa mega-operazione a metà strada tra il militare e il propagandistico sono entrati in forze i servizi segreti e una ong per nulla “non governativa”. Spiega infatti lo stesso organo di casa Fiat:
“Scafisti e operatori dell’Ong si salutano ignari di essere fotografati dall’agente di polizia infiltrato su un’imbarcazione vicina. E uno degli operatori di Save The Children”
Che i servizi segreti infiltrino abitualmente qualsiasi tipo di organizzazione sociale o (a maggior ragione) politica non è affatto un segreto. Anche su questo giornale ne abbiamo parlato più volte (QUI, QUI, QUI e QUI, per esempio).
Ma anche la cosiddetta “organizzazione non governativa” chiamata Save The Children qualche problemino di credibilità, come “organizzazione umanitaria”, comincia a sollevarlo. Se non altro a partire dalla particolarissima composizione del suo consiglio direttivo, ricco di finanzieri, assicuratori (addirittura la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina), amministratori delegati di imprese multinazionali e non.
I ragazzi di Jugend Rettet, in questo mondo di ong fasulle, sono stati visti come dei rompiscatole. Che oltretutto lavorano gratis (sono volontari veri, mica come quelli “pagati 10.000 euro al mese” di cui si parla – senza fare nomi – in alcune intercettazioni) e non rispondono a ordini; né dello Stato italiano, né di qualche impresa travestita da ong.
Il loro sito, stamattina era ovviamente pieno di considerazioni, commenti, insulti, messaggi d’appoggio.
Per ora si sono limitati a scrivere:
“Cari sostenitori grazie per il vs interessamento e per le domande che ci ponete. Ci stiamo focalizzando sugli ultimi eventi e cercheremo di tenervi aggiornati e di riassumere al meglio ciò che sta accadendo. Per non darvi una versione strumentale dei fatti stiamo informandoci a qualsiasi livello sperando di poter rimanere in contatto con le autorità italiane La nostra priorità rimane sempre quella di salvare vite umane ed è proprio per questa ragione che siamo spiacenti di non poter operare a dovere nella «Zona di Ricerca e Salvataggio». Potremo valutare le accuse che ci rivolgono solo dopo aver preso tutte le informazioni possibili e poter fare un bilancio della situazione, così da poter decidere come reagire.”
Ma neanche i più incarogniti dei loro accusatori – prendiamo sempre a riferimento inarrivabile la piddina Repubblica – riesce a descriverli come dei “trafficanti di esseri umani”. Anzi, hanno dovuto almeno scrivere:
Quel manipolo di studenti bene in missione da Berlino
Jakob Schoen ha vent’anni. «Qual è l’alternativa, lasciare affogare i migranti solo perché ne sono già arrivati così tanti?», chiedeva l’anno scorso ai tanti che manifestavano dubbi sul progetto che stava mettendo in piedi: una organizzazione non governativa dotata di nave, con l’obiettivo di “fare quel che i governi non riescono a fare”. Ossia salvare i naufraghi nel Mediterraneo […] Nessuno di loro supera i 26 anni. Jakob stesso ha lanciato la sua ong subito dopo la maturità conseguita al Catello Salem nel Baden Wuerttemberg […] Alla base di tutto una vasta campagna di crowdfunding: dopo i primi 150.00 euro da donatori privati, altri 140mila sono stati raccolti per restaurare la Juventa […] L’equipaggio è composto da 11 persone, compresi skipper, macchinista, medico, psicologo e interprete. Niente stipendio. Sono volontari […]
Estreministi umanitari, insomma, mica come l’Esposito…
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vincenzo
Voi con il crowdfunding riuscite a raccogliere 300000 €? Non siete credibili come l associazione “juventa”. La mia non vuole essere una provocazione ma le informazioni contenute nell articolo sono insufficienti. Non basta avere contro Esposito, la Repubblica o Il fatto per essere dalla parte giusta.