E’ impressionante quanto vergognoso dover registrare le dichiarazioni degli esponenti del Pd che sostengono la nuova legge elettorale. Il problema principale infatti è quello di impedire ad ogni costo che si vada a votare con l’unico sistema elettorale rappresentativo: quello proporzionale.
Del resto questo è quanto aveva deliberato la Corte Costituzionale bocciando l’Italicum voluto da Renzi e su cui lo stesso Renzi, dopo Mussolini e De Gasperi/Scelba, aveva imposto il voto di fiducia. L’idea che il Parlamento sia espressione diretta, e quindi proporzionale, delle forze, dei gruppi sociali e degli interessi esistenti nella società, terrorizza i custodi della governabilità con ogni mezzo, anche il manganello se dovesse servire. Del resto mentre ieri dentro e fuori la Camera si respirava aria di scontro politico, Renzi – presentando un libro di Fassino – ribadiva che “Il Pd è indubbiamente un argine ai populismi… chi continua a sparare contro il Pd indebolisce l’argine ai populismi”. Sarebbe questa dunque la “mission” del Pd? Viene da domandarsi quale sia la natura di questo argine se per costruirlo si imbarca anche la Lega e se il problema principale di questo paese siano “i populismi”. Ma soprattutto se in nome di questa mission si è arrivati ad un legge elettorale cucita su misura sulle esigenze delle forze che daranno vita al governo dopo le elezioni.
Il combinato disposto tra nuova legge elettorale (un ibrido tra il proporzionale a cui sono obbligati dalla Corte Costituzionale e il maggioritario nei collegi) e la riscrittura d’imperio dei collegi elettorali nel territorio sulla base delle esigenze elettorali di Pd e Forza Italia, sta producendo un ennesimo strappo alla democrazia rappresentativa nel paese dopo la battuta d’arresto subita da Renzi con la sconfitta nel referendum sulla controriforma costituzionale del 4 dicembre.
La richiesta del Pd al governo di mettere il voto di fiducia su una legge parlamentare (e quindi non del governo), la dice lunga sulla lordura dell’accordo politico tra Pd, Forza Italia, Lega, alfaniani e verdianiani,
Sulla carta i favorevoli alla nuova legge elettorale (uno schieramento imperniato su Pd, Ap, Forza Italia, Lega, verdiniani) dispongono di 423 voti su 630. Nelle votazioni di ieri però hanno detto sì solo in poco più di 300. Forza Italia e Lega sono usciti dall’aula per far abbassare il quorum necessario.
Oggi riprende la marcia forzata dell’iter parlamentare. Dopo le dichiarazioni di voto, la prima fiducia sarà votata oggi alle 15.45. Dopo un paio d’ore si conoscerà il risultato (i deputati devono sfilare uno a uno sotto il banco della presidenza e dichiarare il proprio voto). Poi altro giro di dichiarazioni di voto e votazione sulla seconda fiducia a partire dalle 19.30. Il risultato finale arriverà entro le 21.30.
Il cammino della legge elettorale alla Camera si completerà domani con la terza votazione di fiducia, la discussione sugli ordini del giorno e il voto finale sulla legge, che molto probabilmente sarà a scrutinio segreto, è sufficiente che a chiederlo siano 30 deputati.
Torniamo a riaffermare qui ed ora, che – fatti salvi i contenuti – l’unico sistema elettorale per il quale e con il quale valga la pena di misurarsi sul piano elettorale è quello proporzionale, cioè un sistema rappresentativo di quanto esiste, si muove ed ha esigenza di espressione politica nella società. Tutto il resto diventa mistificazione o, peggio ancora, un fetido imbroglio funzionale solo alla sopravvivenza istituzionale di un ceto politico che da tempo ha dichiarato la sua estraneità alle dinamiche e alle esigenze sociali, tranne quelle delle banche, delle imprese esportatrici, dei ceti professionali. Una estraneità che ha le stimmate sanguinose della governabilità ad ogni costo e della subordinazione totale alle direttive dell’Unione Europea. Chi accetta queste regole del gioco se ne rende complice o, nel migliore dei casi subalterno. C’è da augurarsi che anche contro questa legge elettorale – così come per la gabbia dell’Unione Europea – salti il tavolo, il come non ha importanza. L’alternativa a questo sistema di potere la porteremo in piazza il prossimo 11 novembre, per fare finalmente una operazione verità nel paese.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Francisco
Tutto questo interesse di compagni comunisti per la legge elettorale è incomprensibilie.
Vogliamo sfruttare la crocetta sulla scheda? Ebbene, si faccia il partito e ci si presenti al voto.
Per anni l’abbiamo snobbata la prassi del voto, con un assenteismo suicida, abbiamo contribuito a cancellare la nostra presenza istituzionale (che detto in soldoni significa partecipare alla stesura e condizionare le leggi vigenti e future) perché il voto è borghese, perché ci sono le cariatidi, i traditori, i voltagabban, gli infiltrati, i cespugli etc… dei partecipanti a questa tornata elettorale, qualsiasi siano le regole, non ce ne è uno, dico uno, che ci riguardi seppur lontanamente, e non vorrei che si ripeta l’errore del meno peggio, visto che il meno peggio delle ultime per tanti compagni fu individuato nel m5s, mera espressione del qualunquismo reazionario.
Somigliamo sempre più al m5s, sempre il contro e basta, utile a tenere le bocce ferme, come se il nostro antagonismo riesca a scucire un baffo a questi cialtroni.
La situazione attuale fa comodo a tutti costoro, meno che ai comunisti, guarda caso, ormai siamo al 50% den non voto, prenderne atto sarebbe utile.
federica novelli
Incredibile, tutta ‘sta tiritera sul proporzionale ( e sono d’accordo), ma non unaparolauna sul M5S, sul fatto che ‘sta porcata è così platealmente in funzione anti 5S e che il m5s ieri era in piazza, praticamente unico a lottare contro questa infamità, contro questo golpe.
Complimenti per l’obbiettività politica.