Oggi in molte città italiane sono scesi in piazza migliaia di studenti medi. Il target della mobilitazione è la truffa dell’alternanza scuola-lavoro, vero e proprio perno della “Buona Scuola” voluta dal governo Renzi e manifestazione clamorosa di quella subalternità ai modelli aziendalisti di “istruzione” imposti dall’Ocse e dalla dottrina ordoliberista tedesca.
E’ una giornata di mobilitazione importante perché coglie il cuore del problema, ossia l’obiettivo dichiarato delle elite dominanti di distruggere ogni ruolo emancipatore dell’istruzione pubblica e la sua trasformazione in un reparto del mondo delle imprese per la formazione ideologica e pratica dei giovani ad un futuro fondato sulla precarietà, i multilavori, i bassi salari.
Accade poi che nella fregola di “mettere al lavoro” gli studenti, accadano incidenti “sul lavoro”, come è accaduto al diciassettenne che, spostato in un’azienda nautica di La Spezia nel periodo di formazione didattica, si è fratturato una tibia quando il muletto su cui lavorava si è ribaltato.
Lo hanno compreso bene a Napoli gli studenti del coordinamento Kaos che hanno effettuato dei blitz dentro le sedi di alcuni delle 16 grandi aziende che hanno firmato il protocollo per l’alternanza scuola – lavoro. “Si tratta di prestazioni di lavoro gratuito e nulla più” – ha spiegato Marco Curcio del Coordinamento KAOS. Tra i giovani studenti che hanno messo in atto i blitz contro le filiali di Zara, Banco di Napoli e Mc Donald’s con cartelli e striscioni.
A Roma il corteo studentesco partito dalla Piramide si è diretto al Ministero in viale Trastevere.
La Rete degli studenti medi ha realizzato una inchiesta con interviste a quattromila studenti iscritti alla quarta superiore (17,6 per cento iscritti alle professionali, 26,7 per cento agli istituti tecnici, 55,7 per cento ai licei). Dai dati risulta che il 48 per cento dei 17-18enni dà una valutazione positiva all’esperienza, il 33 per cento è fortemente critico. Uno su due, ancora, ha assicurato che la scuola lo ha seguito, solo uno su quattro è soddisfatto invece dell’attenzione da parte dell’azienda. Mentre solo il 27,1 per cento degli studenti intervistati ha sentito l’Alternanza adeguata ale sue attitudini, perlopiù si tratta di studenti iscritti ai tecnici e ai professionali, ovvero quelle realtà che l’alternanza scuola-lavoro la praticano già da anni.
Possiamo dire che con le manifestazioni di oggi gli studenti hanno messo il dito nella piaga. Un dito che se usato con coerenza può smascherare anche le molte ambiguità sull’alternanza scuola-lavoro. Una di queste attiene proprio al sindacato, e in particolare alla Cgil (che insieme alla Cisl era stata tanata per l’enorme utilizzo dei voucher contro i quali aveva chiesto un referendum). A denunciarlo è l’Usb -scuola che in nota sottolinea come alcuni giorni fa, presso la sede della Cgil di Monza, in Via Premuda, è stato presentato il progetto di alternanza scuola-lavoro che coinvolgerà circa 200 ragazzi a partire dal prossimo ottobre. Tre sono gli istituti brianzoli che prenderanno parte all’iniziativa della CGIL: l’Europa Unita di Lissone, il Martin Luther King di Desio e il Majorana di Cesano Maderno. Iniziative simili della Cgil si stanno diffondendo in tutta Italia. “Come giudicare un comportamento così scorretto e ipocrita? Sostenere la lotta degli studenti a parole, usare gli studenti come manodopera gratuita nei fatti? Non possiamo che usare la parola “vergogna” verso un sindacato come questo” sottolinea la nota della Usb.
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