Non ci occupiamo quasi mai di episodi di cronaca nera, ma a volte diventa necessario. La sparatoria di Bellona, in provincia di Caserta, ha tenuto impegnati i tg e le versioni online delle principali testate italiane per tutto il pomeriggio e la tarda serata di ieri. Fin quando Davide Mango – che aveva già ucciso la moglie e ferito altre cinque persone – non ha deciso di farla finita sparandosi alla testa.
Fin qui il classico episodio di “follia”, come si usa dire quando non si riesce a trovare una motivazione razionale o una causa comprensibile di un gesto estremo.
Silenzio pressoché totale, per parecchie ore, sul “profilo” di Mango. Si comincia col dire che si tratta di una guardia giurata, il che giustificherebbe le numerose armi detenute in casa. Poi si aggiunge che la moglie voleva lasciarlo. Che ha tentato di uccidere anche la figlia, che per fortuna ha fatto in tempo a fuggire mentre Mango si accaniva sulla madre.
Solo con molto ritardo – e non da tutti i media – trapela che Mango, oltre che guardia giurata, era anche “vicino a Forza Nuova”.
Un fascista, insomma, perlomeno a livello di convinzioni radicate. Un particolare tipo di fascista, oltretutto, perché Forza Nuova si caratterizza per il forte integralismo cattolico, i “valori tradizionali della famiglia”, secondo la vecchia triade dio-patria-famiglia. Al confronto, i cugini di CasaPound esibiscono spesso un’etica più lassista e superomista, ricalcando in parte le SA naziste, quelle sterminate dalle SS nella “notte dei lunghi coltelli”.
In un contesto valoriale fascio-integralista, a occhio, sembra un po’ meno incomprensibile la motivazione del “gesto causato dalla follia”: se la moglie ti lascia rompe il guscio dei “valori tradizionali” e ti impone di fare i conti con le stronzate che ti frullano nel cervello. Se non sei in grado di razionalizzare “l’incomprensibile” o addirittura il “vietato da dio”, sbrocchi e dai di matto, uccidendo. Uno psichiatra normale muoverebbe i primi passi della sua analisi partendo da questi dati.
Colpisce invece la “discrezione” dei media – pressoché tutti – nel minimizzare invece la fede fascista dell’assassino e il ruolo che questa fede può aver avuto nel “gesto di follia”.
L’organizzazione politica diretta da Roberto Fiore si affretta a minimizzare a sua volta la frequentazione di Mango con il gruppo, riducendola a contatto casuale:
“Davide Mango è stato sì per un periodo nostro sostenitore ma mai militante attivo. I suoi rapporti con Forza Nuova si limitavano al presenziare a qualche cena di finanziamento; non ha mai agito né fatto parte dei quadri militanti. Detto ciò è giusto precisare che si parla di un periodo di tempo superiore ai 6 anni trascorsi. Che non si usi una tragica vicenda personale per tirare fango e menzogne su tutto il Movimento e su tutti i nostri militanti”.
Tutto perfettamente logico, mica vorrai caricarti uno che ha quasi fatto una strage…
Tutto perfettamente uguale all’autodifesa di CasaPound quando, quattro anni fa, un suo “occasionale frequentatore” – tal Gianluca Casseri – uccise due senegalesi a Firenze, sparando a casaccio su un gruppo di immigrati colpevoli di avere la pelle scura. Anche il quel caso uno dei capi dell’organizzazione fascista, Gianluca Iannone, aveva rilasciato dichiarazioni praticamente identiche: “questo è un folle gesto di cui non siamo responsabili, c’è in atto una caccia alle streghe, un tentativo politico di delegittimare il nostro movimento, e questo porterà a spargere altro sangue”. Tipica autodifesa fascista, in cui il vittimismo aggressivo si esplicita in evocazione del “complotto” ed esibizione della minaccia (“spargere altro sangue”).
La narrazione è scontata: “noi fascisti non facciamo niente, se uno di noi fa quello che andiamo dicendo, e ammazza qualcuno, è matto e noi non c’entriamo”.
Il problema non è la loro menzogna, ma la condiscendenza dei media mainstream nei loro confronti. Provate a pensare come sarebbe stata raccontata questa follia se a compierla fosse stato un “comunista” (“drogato”, “frequentatore dei centri sociali”, ecc). Quanta condiscendenza o umana pietà avrebbero messo in mostra?
In ogni caso, a smentire Forza Nuova (che parla di contatti casuali risalenti a più di sei anni fa) è uno dei loro attivisti – tale Vincenzo – che spiega “Ci eravamo conosciuti cinque anni fa a Caserta nel corso di un’iniziativa di Forza Nuova ed era nata una bella amicizia”.
Non ci interessa sostituirci agli inquirenti, questo caso. Ci basta e avanza segnalare certe “discrepanze”, oltre al comportamento politicamente ignobile di quegli stessi media che – un giorno sì e l’altro anche – strepitano contro il “pericolo del populismo di destra”. Sono proprio loro a proteggerlo, coltivarlo, coccolarlo.
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