Una discussione esemplare – ieri mattina a L’aria che tira, su la7 – quasi paradigmatica delle posizioni in campo sulla questione centrale del lavoro: le multinazionali vanno dove il profitto può essere più alto e il lavoro ha un costo più basso, lasciando un deserto industriale e occupazionale; il governo italiano è uno dei più vili del continente, dato che stende tappeti alle imprese e non pretende la loro assolutamente nulla.
Il sindacato complice è stato perfettamente rappresentato da Carla Cantone, ex segretario generale dei pensionati Cgil, che ha assistito senza muovere un dito a tutte le riforme previdenziali degli ultimi 20 anni e chiude la sua carriera candidandosi al Parlamento con il Pd (responsabile del Jobs Act, dei voucher, dell’eliminazione degli ammortizzatori sociali, dell’abolizione dell’art. 18 e degli incentivi alle imprese senza contropartite).
I due imprenditori affacciatisi al proscenio (Giovanni Zonin, ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, e Alberto Forchielli, “imprenditore” delocalizzatosi in Thailandia) hanno mostrato il volto più infame della cosiddetta “classe dirigente” del capitalismo ad ogni latitudine. Il primo irridendo correntisti e azionisti lasciati sul lastrico cone una serie di “non ricordo, sono anziano…”. Il secondo ridendo apertamente di ogni richiamo a valori come la ”dignità”, la “responsabilità”, ecc.
Due autentici delinquenti della “buona società” occidentale, che alla sbarra o si difendono dandosi del demente o sghignazzano beffardi…
Buona visione, ma con il maalox a portata di mano….
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Mauritius
quanta parte della classe dirigente è responsabile del pessimo stato del paese e dei cittadini italiani?
Molti probabilmente
e non hanno mai pagato
ci vuole dolore e sofferenza e punizioni dure per questa gente
Eli
La Cantone sembra vivere in un mondo al contrario.
“Diamo premi alle imprese che rispettano i diritti dei lavoratori”. Ehi, ma quelle imprese hanno fatto solo il loro dovere.
Invece bisogna perseguire in ogni modo possibile quelle che non lo fanno, ed io sono per la nazionalizzazione come dice Cremaschi.