La neve di di Roma ferma i treni. Pochi centimetri e tutti gli aghi degli scambi vanno in blocco perché gli apparati di riscadamento, le “scaldiglie”, non funzionano, ammesso che davvero ci siano. Anche la linea elettrica ha problemi e anche su molti dei treni ad alta velocità pare ci siano guasti. Insomma un disastro e la circolazione ferroviaria si ferma, da Reggio Calabria a Torino un treno arriva addirittura con 29 ore di ritardo. E dopo una giornata il caos ancora continua.
Guardate fuori, vedete metri di neve, tempeste siberiane, glaciazioni epocali? No, una spolverata di neve ed un po’ di freddo. Le Ferrovie dello Stato di quarant’anni fa, con il loro personale di manutenzione diffuso sulle linee e nelle stazioni e con la loro più arretrata, ma più controllata e meglio gestita tecnologia, non avrebbero avuto certo questi problemi.
Poi le ferrovie sono state spezzettate in tante aziende, chi gestisce binari e stazioni non fa viaggiare i treni, quelli merci sono di un’azienda e quelli passeggeri di un altra e tra breve le frecce saranno di un’altra ancora, quotata in Borsa. L’Unione Europea a sua volta ha spinto per la cosiddetta liberalizzazione ferroviaria. Così, anche se formalmente ancora in mano statale, queste aziende sono state tutte gestite con logica privatistica e non di servizio pubblico. Quindi sono stati più che dimezzati i lavoratori mentre si sono moltiplicati a dismisura i manager, strapagati.
I lavori di controllo, manutenzione e riparazione che rendevano le ferrovie italiane tra le più sicure del mondo sono finiti in appalto e subappalto, spesso con la clausola criminale del massimo ribasso. Sfruttamento e rischio sono diventati normali per chi lavora in questa aziende che dovrebbero garantire il buon funzionamento delle ferrovie.
E poi le spese folli per trasformare le grandi stazioni in colossali centri commerciali, anche qui in attesa di venderle a qualche multinazionale dei supermercati. Così a Termini mentre aspettate invano di partire potete vedere tutte le vetrine alla moda. E infine i soldi buttati sul TAV Torino Lione e su altre Grandi Opere inutili e dannose.
Ora lo stesso governo ammette che le previsioni di traffico sulla ferrovia i cui lavori stanno devastando la Valle Susa, quelle previsioni sono sbagliate. Ma i lavori andranno avanti, una montagna di miliardi buttata per far risparmiare qualche minuto a pochi treni al giorno.
Ecco, questo conto bisognerebbe fare. Nel paese dove tutti i governi sono stati fanatici finanziatori dell’alta velocità, la velocità reale media di tutti treni, regionali e frecce assieme, è probabilmente in calo. La somma di privatizzazioni con Grandi Opere utili solo a chi le fa, ha prodotto disastri ovunque, nelle ferrovie in particolare. Come in Gran Bretagna, il paese con le migliori ferrovie del mondo prima che la Thatcher le spezzettasse e privatizzasse. Ora in quel paese non solo Corbyn, ma la grande maggioranza dei cittadini vuole e il ritorno alle ferrovie di stato.
Tra qualche giorno il traffico ferroviario ripartirà, i mass media riprenderanno ad esaltare privatizzazioni ed alta velocità e centrosinistra e centrodestra pure. Fino al prossimo disastro. Solidarietà e ammirazione per tutti i ferrovieri che, nonostante chi li dirige, fanno l’impossibile per far funzionare il servizio ferroviario.
Nevica, governo ladro!
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mariano
c’e’ poco da commentare!!!