In un periodo in cui il dibattito politico è stata monopolizzato dalla sovraesposizione mediatica della corsa in autobus del grillino Fico, poco spazio invece è stato dato nei giornali alla bella storia tutta marchigiana del sindaco di Gagliole, Mauro Riccioni.
Gagliole è un paesino di 730 anime in provincia di Macerata, feudo della Democrazia Cristiana fino agli anni ’90, colpito come altri centri della provincia dal terremoto che mise in ginocchio l’Italia centrale nel 2016.
Riccioni, avvocato e militante del Partito Comunista, è stato eletto cinque anni fa concorrendo alla carica di primo cittadino con una lista civica.
Ereditando un Comune con un deficit economico significativo, da subito ha rinunciato alla sua indennità di € 970 mensili e agli altri benefit, imitato dalla Giunta e dai Consiglieri Comunali, rendendosi protagonista di tante iniziative: i fondi accantonati con i tagli, infatti, hanno reso possibile l’istituzione della mensa per i bambini dell’asilo e servizi gratuiti quali l’assistenza domiciliare agli anziani e l’accompagnamento dei disabili.
La sua Amministrazione ha poi preferito puntare sulla professionalità dei dipendenti comunali anziché ad onerose consulenze esterne e la scelta si è rivelata azzeccata, visto che è valsa, come afferma, un risparmio in cinque anni di circa € 400.000.
Significativa anche la scelta di ricorrere al Segretario Comunale solo per i compiti strettamente necessari, tra i quali la verbalizzazioni delle sedute dei Consigli Comunali, che ha comportato un ulteriore risparmio di circa € 210.000.
Contestualmente, in questi ultimi anni a Gagliole sono state assegnate le case popolari a tutti gli aventi diritto e ciliegina sulla torta, non sono state aumentate le imposte.
Sindaco la sua scelta e quella dei suoi assessori è stata esemplare. Lei è di sinistra e non è un mistero, ma proprio a sinistra negli ultimi anni il tema del contrasto ai privilegi della politica è spesso passato in secondo piano, finendo per essere cavalcato da altre forze politiche: non è stato secondo lei un errore di sostanza ancor prima che un errore sul piano elettorale?
Il tema del contrasto ai privilegi ha una connotazione etico-identitaria di sinistra. Oggi però il termine “sinistra” è alquanto abusato. Dice tutto e non dice nulla. Se vogliamo prendere in considerazione l’accezione storicamente conosciuta quale, “le forze politiche e sociali che si battono per un mondo più equo e più giusto tanto con visioni riformiste quanto rivoluzionarie”, possiamo dire che la questione dei privilegi è la base di ripartenza per ipotizzare una “nuova “sinistra. D’Alema ha preso pochissimi voti nel suo collegio elettorale. Ecco, D’Alema è proprio l’emblema di ciò che non dovrebbe essere la sinistra: lo scollamento con le masse, la politica fatta professione , l’ostentazione dei suoi yacht a Gallipoli. E gli elettori non lo hanno votato. Occorre ridurre le indennità e trovare forme di perequazione tra le indennità di funzione e la situazione specifica di chi va ad operare nelle istituzioni. Il Sindaco Gratis che rinuncia all’indennità può essere una soluzione. Ma non è l’unica e forse neanche la migliore. Occorre che nessuno con la politica si arricchisca né che perda il proprio lavoro o che abbia ripercussioni sul proprio reddito e patrimonio per il tanto tempo dedicato alla politica che lo sottrae dal lavoro, specie se lavora in proprio e non ha diritto alle aspettative. Il tema dei privilegi è complesso: andrebbe fatta una legge ad hoc. Ma prima ancora serve che chi imbocchi la via della politica, concepisca la stessa con grande spirito di servizio. Se non vi è questo slancio emotivo, ogni legge verrebbe aggirata.
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