Lettera aperta agli organizzatori del Giro d’Italia in Israele, della quale richiediamo la lettura prima della partenza della tappa di Catania
Il vero e unico spirito sportivo è quello che invita all’unità e alla pace tra i popoli. No alla partenza del giro d’Italia da Gerusalemme!
Le seguenti associazioni solidali da mesi si sono opposte alla partenza quest’anno del Giro d’Italia ( uno degli eventi più importanti dello sport europeo e tra i più amati) da Israele, stato che continua a negare al popolo palestinese, nonostante le tante risoluzioni dell’ONU, il diritto all’autodeterminazione e alla libertà.
In qualità di amanti dello sport facciamo appello a quanti, come noi, hanno a cuore il vero spirito sportivo nel rispetto dei diritti umani, affinché si levi alta la voce della protesta, contro questa decisione che nulla ha a che fare con il ciclismo.
Infatti, malgrado l’appello sottoscritto da 120 organismi di difesa dei diritti umani lo scorso novembre, gli organizzatori di RCS Mediagroup S.P.A hanno deciso di non cancellare la “grande partenza” da Gerusalemme, la cui parte orientale è stata occupata dallo stato di Israele nel 1967, mentre il Consiglio di sicurezza dell’ONU (risoluzione 487) ha denunciato tale atto di guerra come una violazione del diritto internazionale e un serio ostacolo al raggiungimento della pace in Medio Oriente.
La partenza del Giro d’Italia da Israele “non solo ha coperto l’occupazione militare israeliana e le sue politiche razziste contro i palestinesi, ma aumenterà anche il senso di impunità di Israele, incoraggiandolo a proseguire nella negazione dei diritti del popolo palestinese sanciti dall’ONU”. In particolare:
-La partenza da Gerusalemme ha rafforzato la pretesa di sovranità di Israele su tale città, negata dalle maggiori istituzioni internazionali e recentemente appoggiata dal presidente USA e da pochi governi satelliti. Questa scelta avalla implicitamente la pulizia etnica di cui sono vittime i/le Palestinesi che vi risiedono, messa in atto attraverso la demolizione di case, le espulsioni forzate e la revoca del diritto di residenza.
-Lo svolgimento della manifestazione sportiva nel maggio 2018 appare una chiara celebrazione del 70° anniversario della fondazione dello Stato di Israele, ma anche un evidente atto di negazione della Nakba (“La Catastrofe”) subita dagli uomini e dalle donne Palestinesi e che perdura tutt’oggi. Una catastrofe segnata dalla rimozione forzata di circa 800.000 palestinesi dalla loro terra natale,dall’avvio della politica di espropriazione delle terre e dalla negazione dei diritti fondamentali del popolo Palestinese. Un dramma che è proseguito proprio in queste settimane, con la morte di oltre 40 palestinesi e il ferimento di oltre 6000 manifestanti impegnati nella “Marcia del Ritorno”, al confine tra Israele e la Striscia di Gaza.
Il vero e unico spirito sportivo è quello che invita all’unità e alla pace tra i popoli. Questo purtroppo non è il messaggio che passa attraverso l’avvenuta partenza del Giro da Israele.
Comitato catanese di Solidarietà col popolo palestinese, Coordinamento di Solidarietà con la Palestina- Sicilia, Freedom Flotilla Italia… Info-adesioni: cambiagiro@libero.it
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