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Viola Carofalo (Pap): «Ci siamo e ci allargheremo, ma non al ceto politico»

Due articoli da il manifesto su Potere al Popolo. A quanto pare si comincia a capire che c’è un soggetto politico duraturo, non un lista una tantum…

Intervista alla ‘capa’ di Potere al Popolo. Siamo pronti a tornare al voto ma il fine è il mutualismo non il palazzo. Da Lega e 5stelle solo chiacchiere, cancellino la Fornero. I ceti popolari non si accorgono di non avere un governo: ormai l’Europa ci guida con il pilota automatico

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Daniela Preziosi

«Diciamolo: siamo nel pantano. A due mesi dal voto, la matassa si aggroviglia sempre di più. Nessuno ha i voti per governare da solo, né 5 Stelle né centrodestra. Tutti sostengono di fare l’interesse del paese, di mettere al centro delle trattative i temi. Bene. Sarebbe salutare. Ma sono parole. Con buona pace delle classi popolari, vere vittime di questo chiacchiericcio quotidiano». Non che Viola Carofalo, ’capa politica’ di Potere al popolo sia una fan dei ’tavoli’.

Tifavate per un’alleanza di governo? Pd e M5S?

No, tutte le opzioni non ci piacevano. Ci fa solo piacere che questo stallo ha svelato la bugia del voto utile.

Le ’classi popolari’ si accorgono che non c’è un governo?

Direi di no. Perché ormai nell’Unione Europea si viaggia col pilota automatico. La verità è che stentiamo ad accorgerci finanche dei cambi di governo visto che, tranne rare eccezioni, portano avanti le stesse politiche.

Salvini sale nei sondaggi. Il prossimo voto sarà lo spareggio tra Lega e 5 Stelle?

Il consenso non è più stabile, basta poco a sgonfiare fenomeni che sembrano inarrestabili. E non dimentichiamoci che il Pd di Renzi è in stato disastroso ma non si è estinto. Renzi potrebbe tentare la mossa alla Macron per raccogliere l’eredità di Forza Italia.

E voi? In caso di voto PaP ci sarà?

Senza dubbio. Vuoi che rinunciamo ora che già abbiamo fatto il rodaggio?

Imbarcherete altri? Leu ha già perso pezzi che guardano a voi.

Siamo un progetto aperto e siamo convinti di aver cominciato a costruire un confronto con una fetta del nostro soggetto sociale di riferimento, ma che non siamo arrivati a tutti.

L’1% in effetti sembrava un po’ poco per i vostri festeggiamenti della sera del voto.

È stata mal interpretata la nostra allegria. Era poco, ma considerato che siamo appena anti e il contesto, eravamo contenti di poter dire ’ci siamo’.

Ci siete davvero?

Dal 5 marzo stiamo incontrando nuove associazioni, collettivi, persone pronte a contribuire ad un progetto di riscatto sociale. Vogliamo allargarci con chi sui territori costruisce pratiche di resistenza e controffensiva. Un’Italia che c’è ma stenta ancora a conoscersi e riconoscersi. Chi invece ha il feticcio di un’unità fra gruppi dirigenti si riconsegnerà a un inevitabile fallimento.

Eppure il Prc toscano vi accusa di dirigismo e chiusura.

Un problema c’è stato. Ma invito a non drammatizzare: è normale, siamo plurali, fra noi ci sono partiti, collettivi e gruppi. A fine mese facciamo un’assemblea anche per trovare le modalità di discussione comuni. Spero che la vicenda toscana si risolva.

E se invece la sconfitta vi avesse bloccato la spinta propulsiva?

Non è così. Già il 18 marzo, a Roma, 1500 persone si sono riunite per fare un passo in avanti nella costruzione di Pap. Decine di interventi, entusiamo. In tante e tanti hanno capito che non è un progetto elettorale. Le elezioni per noi sono uno strumento, il fine è costruire pratiche di mutualismo, reti di solidarietà, organizzazione.

In concreto?

Abbiamo cominciato ad aprire “case del popolo”, dal Sud al Nord, che possano esser lo spazio fisico per incontrarsi, conoscersi, sperimentare attività di mutualismo. Dove siamo presenti, sosteniamo le battaglie per l’ambiente, per il lavoro. Stiamo predisponendo una piattaforma web per affiancare le assemblee territoriali. Il 26 e 27 maggio terremo da noi, all’ex Opg Je so’ Pazzo di Napoli, una due giorni di discussione sul tema del mutualismo, del lavoro, dell’Europa e delle forme organizzative possibili.

Alle amministrative vi presenterete?

Solo in 15 città, quelle in cui le assemblee locali hanno scelto di farlo.

E poi ci saranno le Europee. Avete già deciso come vi presenterete?

Oggi ci concentriamo a radicare il progetto. Alle europee saremo presenti ma non vogliamo sfiancarci in discussioni infinite su alchimie e improbabili carrozzoni. Il futuro europeo non è una discussione tattica. Riprendiamo a respirare e a ragionare. Siamo d’accordo o no che i trattati UE siano un peso sul groppone di qualsivoglia tentativo di costruzione di una società in cui l’uguaglianza non sia solo una parola scritta e la lotta alla povertà una formula ipocrita? Da domande come queste discendono risposte che non sono “facciamo la lista tizio o caio”. Per questo abbiamo raccolto l’appello di Lisbona per una “rivoluzione democratica”, lanciato da Podemos, France Insoumise e Bloco de Esquerda, “per organizzare la difesa dei nostri diritti e della sovranità dei nostri popoli”. Faremo un dibattito quanto più ampio possibile per decidere come affrontare il voto europee. Porte spalancate chiunque accetti questa sfida.

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La road map di Potere al popolo. Tesseramento al via a giugno. Il 26 e 27 maggio incontro nazionale a Napoli

Adriana Pollice

Il 18 marzo, a due settimane dal voto, Potere al popolo aveva chiamato a raccolta i sostenitori a Roma per rilanciare l’attività sui territori dopo i 373mila volti raccolti alle politiche. «L’appello a organizzare il mutualismo sui territori è stato raccolto – spiega Matteo Giardiello -. Sono state aperte cinque Case del popolo, sono nati sportelli legali, di assistenza al lavoro, per i migranti. Il 12 maggio saremo a Roma con la comunità palestinese, il mese dopo con l’Usb andremo davanti al parlamento contro le disuguaglianza sociali. A fine mese ci sarà un appuntamento importante in vista delle prossime sfide».

A Napoli all’Ex Opg Je so’ pazzo, dove il percorso è cominciato, il 26 e 27 si terrà l’assemblea nazionale: quattro i tavoli dedicati a Europa, lavoro, welfare ambiente ma, soprattutto, si discuterà di come strutturare Pap. «Distribuiremo un manuale su come organizzare il mutualismo – prosegue Matteo -, uno strumento operativo per illustrare come si organizza ad esempio un ambulatorio popolare. Soprattutto, decideremo come costruire la nostra organizzazione in modo inclusivo, democratico ed efficace sul piano della decisione. Le assemblee territoriali restano sovrane, il legame con le comunità è il centro del nostro progetto: senza pratiche non c’è politica. Ma è necessario anche sviluppare una piattaforma web per mettere in connessione le diverse realtà. Come sarà strutturata lo deciderà l’assemblea».

A giugno partirà la campagna di tesseramento che porterà all’assemblea costituente del movimento politico a fine settembre: quella sarà la sede per votare la struttura di coordinamento, i portavoce, il programma e lo statuto. In estate, ci sarà un campeggio («servirà a conoscerci e fare seminari»). L’intenzione è raggiungere i territori dove il lavoro di Potere al popolo non è ancora arrivato. E poi ci sono le amministrative di primavera e, nel 2019, le europee: «Per le amministrative – prosegue Matteo – ci saranno nostri candidati dove ci sono le condizioni. Per le Europee, Pap ha aderito all’appello di Lisbona per una ’rivoluzione democratica’ lanciato da France Insoumise, Podemos e Bloco de Esquerda portoghese». L’appello invoca la costruzione di «un movimento politico internazionale, popolare e democratico per organizzare la difesa dei nostri diritti».

Per Pap una possibilità di cambiare le condizioni sociali è ricominciare dalle Case del popolo, il modello di riferimento resta l’Ex Opg: restituire alla comunità che vive nel quartiere uno spazio che le era negato, riempiendolo però di attività sociali che aiutino nelle vertenze ma anche suppliscano alle carenze del welfare, mettendo dentro cultura e socialità. Il primo maggio erano a Napoli a protestare contro il lavoro nero, l’avvocato Marzia Pirone spiegava: «Con lo sportello legale dell’Ex Opg abbiamo iniziato ad aiutare i ragazzi sfruttati dalle attività commerciali che ruotano intorno ai servizi al turismo. Poi sono arrivati da noi i ragazzi dello sportello migranti che, oltre al problema dei documenti, vengono anche sfruttati, spesso negli stessi Cas. Poi sono arrivati quelli che si erano rivolti all’ambulatorio per un infortunio sul lavoro. Abbiamo messo su un team che copre tutta la complessità del fenomeno, cercando di difendere i diritti di tutti, napoletani e migranti».

A Roma, zona Tiburtina, c’è la Casa del popolo San Romano, nata sotto la spinta di Pap: «L’avevamo utilizzata come comitato elettorale – spiega Matteo -, ora è un luogo riconosciuto dal quartiere con laboratori di lingua, sportello lavoro e migranti, dopo scuola. Due Case del popolo sono nate in piccoli centri, per noi è importante perché si tratta di luoghi dove l’offerta politica è spesso meno articolata: al Nord finisce per incamerare tutto la Lega e al Sud i 5S. Pap vuole offrire la possibilità di ricostruire i legami sociali distrutti dalla crisi economica. Non offriamo consolazione alle sofferenze della povertà materiale ma strumenti per uscire dalla povertà come comunità, da sinistra».

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4 Commenti


  • Paolo vergallo

    Se alle prossime tornate elettorali metterete da parte. partitini della finta sinistra allora si che avrete il mio voto . Rif. Comunista ha fallito , loro e tutti i suoi compari di merenda Voi ve li siete caricati sul groppone … grande errore !


  • Daniele

    Non credo che una sorta di carità cristiana possa costituire un vero Partito Comunista capace di accogliere e raccogliere i pezzi sparsi della galassia dei micropartitini comunisti, insisto che occorre organizzazione e struttura e non solo mutualismo, sempre che ne siano capaci.


  • paolo

    Mai una parola su quello che succede a livello internazionale: guerre in Afghanistan, Libia, Siria, Yemen, Ucraina (Donetsk-Donbass) situazione in Venezuela, Brasile, Palestina, Corea, permanenza nella Nato. La politica nazionale non può mai essere separata dal contesto internazionale..


  • Mariuccio

    Si tenga presente che se anche “cancellano la Fornero”, i lavoratori ‘tradivi’, allo stato attuale andranno sempre in pensione a 67-69 anni. Mettiamo uno STOP!!!! Non godiamo ad avere poca anzianità di servizio !!! In pensione a 58 anni i maschi e 55 le femmine, e reddito dignitoso!!!

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