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Chavez presente! Un bilancio delle iniziative

Con gli incontri di Bologna e Torino è continuata la campagna della Rete dei Comunisti a sostegno della Rivoluzione bolivariana, della resistenza del popolo venezuelano e del presidente Nicolás Maduro, che domenica 20 maggio correrà nelle elezioni presidenziali. Gli incontri tenuti dal dirigente della Rdc Luciano Vasapollo a Roma, Pisa, Frosinone, Genova, Imperia, Caserta, Aversa, e in questi due ultimi giorni a Bologna e Torino, sono stati impreziositi dalla partecipazione (direttamente di persona, oppure – come avvenuto a Torino – tramite un sentito e non formale saluto telefonico) dell’ambasciatore del Venezuela in Italia, Isaías Rodríguez. Iniziative in tutti i casi estremamente partecipate, da tanti militanti della Rete dei comunisti, dei giovani di Noi Restiamo, delle organizzazioni sindacali conflittuali come USB, collettivi studenteschi, centri sociali, associazioni di solidarietà come Nuestra América, intellettuali aderenti al Capitolo italiano della Rete in difesa dell’umanità; ma anche sempre molti giovani e attivisti che sentono di dare un aiuto alla nostra campagna di solidarietà militante contro l’assedio imperialista che sta subendo il governo, la Rivoluzione, il popolo chavista.

Durante gli incontri è stato presentato il libro “Chávez presente! La resistenza eroica della rivoluzione bolivariana” (Edizioni Efesto, 2018) che bene presenta il percorso della Rivoluzione bolivariana inquadrandola nella storia anticolonialista e antimperialista del Venezuela e chiarendo la necessità, che la nostra organizzazione ha sempre posto al centro della propria azione politica, della solidarietà internazionalista militante verso le esperienze di transizione al Socialismo in corso in Nuestra América. Diversi passaggi di presentazione con interventi e interviste sono stati fatti a Torino anche nel pomeriggio, in vari stand del Salone Internazionale del Libro, prima di svolgere l’iniziativa centrale della Rete dei Comunisti alla libreria Comunardi.

Anche negli incontri di Bologna e di Torino il compagno Vasapollo ha sviluppato un’analisi che, partendo dal contesto venezuelano, si allargava alle più ampie dinamiche attuali del conflitto inter-imperialistico globale (con al centro l’offensiva di USA e UE) in tutta l’America Latina, ma anche in Siria, Palestina e più in generale in Medio Oriente. Al termine di tutte le iniziative, molte delle quali concluse con balli e canzoni, e poi danze arabe mediterranee, musica e cene popolari, è stato fatto un importante e significativo brindisi di augurio al compagno Maduro, per la rielezione a Presidente, e al consolidamento della Rivoluzione bolivariana.

Terminata questa fase della campagna di solidarietà, una delegazione della Rete dei Comunisti formata da Luciano Vasapollo e Rita Martufi è ora in procinto di partire per il Venezuela per seguire le elezioni, su invito del presidente Maduro e del Ministro degli Esteri Jorge Arreaza.

RETE DEI COMUNISTI

Di seguito la recensione del libro, a cura della Rete dei Comunisti Torino.

Chávez presente! La resistenza eroica della Rivoluzione Bolivariana” (Edizioni Efesto, 2018) è un libro importante di Luciano Vasapollo, scritto con la collaborazione di Heitor de Figuereido e Rita Martufi. Un libro che ha l’ambizione di offrire una ricostruzione complessiva di oltre un secolo di storia del Venezuela senza nascondere, e anzi ribadendo convintamente, il proprio carattere non puramente accademico o presuntamente neutrale, ma anzi esplicitamente di parte: la parte a sostegno di Maduro e del processo rivoluzionario in corso, tra grandi difficoltà, nel paese.

Questo libro si inserisce infatti in un percorso pluridecennale di solidarietà internazionalista della nostra organizzazione nei confronti del Venezuela – come pure di Cuba, della Bolivia e in generale delle esperienze di transizione legate all’ALBA – testimoniato da numerose campagne e iniziative realizzate negli ultimi anni, e segue altri testi scritti dagli autori nel corso degli anni, come “Chávez per sempre” (2013), o curati per l’edizione italiana come nel caso di alcuni volumi di Jorge Giordani.

Né esso viene dato alle stampe in un momento casuale: compare – ed è presentato dalla Rete dei Comunisti con l’autore in varie città italiane, tra cui Torino – in vista di un appuntamento importante per il consolidamento della Rivoluzione Bolivariana: le imminenti elezioni presidenziali, che si terranno in Venezuela domenica 20 maggio e che vedranno Maduro inseguire la rielezione a Presidente della Repubblica.

A suggellare l’importanza e il peso del volume, i ringraziamenti dello stesso Maduro agli autori – “per la solidarietà politica e culturale che esprimono e realizzano con grande passione e partecipazione anche con quest’opera al nostro paese, al nostro governo, al nostro popolo; nell’appoggio incondizionato al processo rivoluzionario bolivariano e nel continuo ricordo con amore del Comandante supremo eterno Hugo Chávez, a cinque anni dalla sua morte fisica nella continuità delle sue idee rivoluzionarie” – e il prologo scritto dall’Ambasciatore venezuelano in Italia, Isaías Rodríguez.

Qui leggiamo che “soltanto sapendo contestualizzare gli attuali problemi del Venezuela nel divenire dello sviluppo storico (dimostrando quel “senso della storia” che Fidel ha indicato quale caratteristica fondamentale di ogni rivoluzionario), è possibile capire la necessità di difendere con le unghie la prospettiva rivoluzionaria bolivariana al di là di ogni errore, debolezza o contraddizione”.

L’idea che sta alla base del libro è proprio questa: non si comprende la portata storica dell’esperienza di transizione al Socialismo in corso in Venezuela – e la necessità della solidarietà internazionalista nei suoi confronti, senza condizioni – se non la si inquadra nel contesto storico del paese e più in generale dell’America Latina, continente la cui storia è inseparabile da quella della dominazione coloniale ai suoi danni, operata prima dagli spagnoli e dai portoghesi e, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, dagli Stati Uniti.

Prendendo le mosse dalla figura di Bolívar, il primo capitolo offre una ricostruzione del Novecento venezuelano e della successione di dittature militari e di regimi formalmente democratici, accomunati dalla subalternità all’imperialismo statunitense. Cartina di tornasole di questo dominio, lo sfruttamento del petrolio – risorsa di cui il Venezuela dispone di riserve immense – per tutto questo periodo andato a esclusivo vantaggio delle multinazionali americane, con la popolazione locale mantenuta in buona parte in uno stato di estrema povertà, analfabetismo e marginalizzazione.

Il secondo capitolo si concentra sulla rottura storica operata da Chávez – non considerato in quanto individuo, ma come espressione e guida di un nuovo protagonismo popolare; rottura di cui si indagano le tappe, a partire dal colpo di stato fallito nel 1992 per arrivare al trionfo nelle elezioni del 1999. Passaggio, questo, decisivo ma che viene subito messo in pericolo dal contrattacco delle oligarchie locali e degli Stati Uniti, che promuovono un colpo di stato nel 2002, fallito grazie all’immediato e imponente sostegno popolare a Chávez, e il successivo blocco dello sfruttamento petrolifero per prostrare il nuovo governo.

Petrolio, appunto: perché, appena salito al potere, Chávez ha immediatamente nazionalizzato la PDVSA, la principale compagnia petrolifera: gli enormi proventi sono ora socializzati, e in buona parte destinati all’immediata promozione di Missioni sociali dirette ad affrontare i gravi problemi strutturali che affliggono la popolazione.

È di questo che si occupa il terzo capitolo, che entra nel merito della costruzione di una nuova democrazia partecipativa, del tutto differente da quella formale e di fatto coincidente con l’esclusione reale delle masse popolari; che affronta i problemi della costruzione di un nuovo modello di sviluppo; che sottolinea l’importanza della creazione dell’ALBA, l’allenza promossa da Chávez e Fidel che vede diversi paesi unirsi nella costruzione di un progetto di integrazione regionale fondato sulla complementarietà, sul superamento degli squilibri, sulla pianificazione economica e l’intervento pubblico, in esplicita alternativa agli Stati Uniti e al FMI.

Il quarto capitolo, infine, si concentra sullo scenario conseguente alla morte di Chávez nel 2013 e alla successione di Maduro, ed entra nelle difficoltà che il Paese sta attraversando in questi ultimi anni, in un contesto di rapporti di forza internazionali ora più sfavorevole, e che vede gli Stati Uniti tornare prepotentemente in America Latina nell’intento di rovesciare i governi rivoluzionari e progressisti. Guerra economica, politica, massmediatica, psicologica sono le armi agitate, già sotto la presidenza Obama e ora, con alcune novità, sotto quella di Trump. Un contesto estremamente difficile, nel quale tuttavia prosegue la “resistenza eroica” del governo e del popolo venezuelano, il processo di riconquista di sovranità reale di un popolo in chiave socialista e antimperialista.

Processo che chiama alla solidarietà internazionalista ogni organizzazione, come la nostra, impegnata nella ricostruzione di una prospettiva rivoluzionaria anche se in contesti molto diversi. Uno degli obiettivi di questo libro, crediamo pienamente raggiunto, è proprio fornire ai militanti strumenti per dare maggiore solidità alla propria azione politica. Ma un altro, non meno importante, è intaccare quella “menzogna continua” dei mezzi di comunicazione nostrani sul Venezuela, supportata anche da molta sinistra italiana ed europea.

Come ha detto Vasapollo in una recente intervista, “è uno strumento che vogliamo lasciare ai giovani per contrapporsi alla fabbrica delle menzogne. Che la destra dica falsità, è da mettere in conto, e deve continuare a dirle, altrimenti che duro avversario di classe è? Ma quando a fare terrorismo mediatico è quella supposta sinistra che, pur essendo defunta, continua a vivere nella società e a far danni, dobbiamo immettere degli anticorpi. Se parlano i rappresentanti delle destre, vengono ascoltati da milioni di persone perché vanno in televisione. Se parlano i corifei del centrosinistra, idem. Se parliamo noi, possiamo contare solo su dibattiti e presentazioni di libri in circuiti militanti e ciò nonostante tentano di azzerarci nel silenzio ma siamo sempre al nostro posto di battaglia, non possiamo e non vogliamo arrenderci”.

 

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