Ieri sera Lilli Gruber ha presentato per il suo approfondimento su La7 un vero parterre de roi: la sezione italiana del Bilderberg Group pressoché al completo.
Oltre se stessa, infatti, c’erano al tavolo o in collegamento Lucio Caracciolo e Alberto Alesina, noto ai più per essere l’autore di un unico editoriale che, chissà perché, il Corriere ripropone a settimane alterne con minime variazioni (“tagliate la spesa pubblica, cancellate i diritti del lavoro e lasciate fare ai mercati”).
Per chi, comprensibilmente, ignora le identità della rappresentanza italiana all’ultima riunione del think tank fondato da David Rockfeller, ecco qui l’elenco completo:
John Elkann, primo erede della famiglia Agnelli, presidente di Fiat-Fca e di Exor;
Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d’Italia
Pietro Parolin, cardinale e segretario di Stato del Vaticano
Alberto Alesina, economista
Marina Mazzuccato, economista;
Lilli Gruber, giornalista;
Lucio Caracciolo, direttore di Limes;
Elena Cattaneo, biologa e senatrice a vita;
Vittorio Colao, amministrator delegato di Vodafone;
Giampiero Massolo, presidente dell’Ispi, ex coordinatore dei servizi segreti italiani, indicato – nel corso della recente crisi di governo – prima come possibile presidente del consiglio e poi come potenziale ministro degli esteri.
L’unico presente in studio che non è stato ancora invitato in quel consesso – ma sembra sulla buona strada – era il direttore de L’Espresso, l’onnipresente Marco Damilano.
In effetti, è stata una bella prova di “pluralismo” giornalistico.
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