La mozione votata alcuni giorni fa dal Consiglio Comunale di Torino di condanna di Israele per il massacro di Gaza, ha visto una violenta risposta delle comunità ebraiche torinesi e nazionali e la richiesta da parte di quest’ultime di un incontro con la sindaca Appendino, il tutto sostenuto in modo fazioso dal quotidiano “La Stampa” senza citare minimamente le argomentazioni e i dati contenuti nella mozione ma intervistando su questo – pensate un po’ – un consigliere della Lega che parla di rischio antisemitismo.
La mozione proposta dalla consigliera di Torino in Comune Eleonora Artesio e della 5Stelle Daniela Albano, è stata approvata, ma il Pd e la sindaca non hanno partecipato al voto. Il documento chiede l’embargo militare e che “la comunità internazionale si adoperi per far assumere a Israele le sue responsabilità in quanto paese occupante per il trattamento dei civili”.
Alle consuete proteste ufficiali della Comunità Ebraica si è aggiunta una lettera aperta rivolta alla sindaca e promossa da Emanuel Segre Amar, del gruppo sionistico piemontese, e dal docente universitario noto per le sue sparate filoisraeliane Ugo Volli.
Questa volta però di fronte al prevedibile e pesante pressing sionista, non c’è stato il solito abbassamento di cappello, e la società civile torinese ha reagito mandando alla sindaca Appendino una lettera di sostegno alla mozione approvata dal Consiglio comunale.
Qui sotto il testo della lettera e le associazioni che l’hanno sottoscritta
La società civile torinese unita nel sostenere una importantissima mozione approvata pochi giorni fa in Consiglio Comunale con la quale si chiede al governo di interrompere la vendita di armi ad Israele e l’apertura di canali umanitari per le forniture mediche verso Gaza!
In allegato la mozione approvata dal Consiglio Comunale di Torino
Signora Sindaca Appendino,
in quanto organizzazioni della società civile torinese, e consapevoli delle pressioni che si sono verificate negli ultimi giorni, vogliamo dichiarare la nostra adesione alla mozione approvata a larghissima maggioranza dal Consiglio Comunale di Torino. In questo documento, si esprime profonda preoccupazione per la repressione e l’uso smisurato della forza da parte dell’esercito israeliano contro la popolazione civile palestinese e si chiede “la sospensione delle forniture di armi e attrezzature militari nei confronti di Israele”. In tal senso è necessario ricordare l’ultimo rapporto di Amnesty International che hanno accertato come nel corso delle proteste della “Grande marcia del ritorno” a Gaza l’esercito israeliano abbia “ucciso e ferito manifestanti palestinesi che non costituivano alcuna minaccia imminente”. Nella maggior parte dei casi analizzati da Amnesty, i manifestanti uccisi sono stati colpiti sulla parte superiore del corpo, come la testa e il petto, in diversi casi mentre davano le spalle ai soldati. I cecchini israeliani hanno ucciso o ferito in modo intenzionale manifestanti disarmati, disabili, giornalisti e personale medico che erano distanti dalla barriera da 150 a 400 metri. I palestinesi uccisi sono stati più di 100 e il numero di feriti si aggira attorno alle 10.000 persone, mentre nessun soldato o civile israeliano è rimasto ferito. Secondo Medici Senza Frontiere, la metà degli oltre 500 pazienti trattati nei suoi centri “presentano ferite da armi da fuoco davvero devastanti” molti dei quali subiranno dei deficit funzionali per tutta la vita. A questo bisogna aggiungere che la maggioranza dei feriti “è a rischio amputazione per la mancanza di cure sufficienti a Gaza” a causa del blocco israeliano che provoca una situazione di profonda crisi umanitaria. Pertanto risultano più che condivisibili le parole della vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente, Magdalena Mughrabi secondo cui “la comunità internazionale deve agire concretamente e fermare l’afflusso di armi e di equipaggiamento militare a Israele poiché non farlo significherà continuare ad alimentare gravi violazioni dei diritti umani contro uomini, donne e bambini”. Ci pare che Amnesty International (come anche Human Right Watch, Medici Senza Frontiere e Commissione Speciale per i diritti umani dell’ONU) sia una fonte universalmente riconosciuta come affidabile e non sospetta né di essere pregiudizialmente antiisraeliana né tanto meno antisemita. Per tutte queste ragioni, ribadiamo il nostro sostegno alla decisione del Consiglio Comunale di Torino che può costituire un esempio per le altre amministrazioni locali nella difesa dei diritti umani ed il rispetto della giustizia internazionale.
Di seguito la lista completa delle realtà firmatarie:
– Progetto Palestina
– BDS Torino
– Fiom Cgil TORINO
– Arci Torino
– USB Piemonte
– Rete ECO – Ebrei Contro l’Occupazione
– ACMOS
– Terra del Fuoco
– Associazione Frantz Fanon
– ANPI sezione V Torino
– ANPI sezione Nizza-Lingotto
– Arte Migrante Mondo
– Operazione Colomba
– Pax Christi Italia – Pagina Ufficiale
– Centro Studi Sereno Regis
– Giosef Unito
– Centro Documentazione Pace
– Comitato di Solidarietà con il Popolo Palestinese
– Unione Democratica Arabo Palestinese – UDAP
– Officine Corsare
– Studenti Indipendenti – SI
– Laboratorio Studentesco – LaSt
– Alter.POLIS
– Noi Restiamo
– Donne in Nero – Torino
– Un Ponte Per – Torino
– Palestina raccontata
– Un Ponte Per Gaza
– Assopace Palestina – Torino
– Invicta Palestina
– Cooperativa Babel
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