Non è facile fare informazione obbiettiva – dunque rivoluzionaria – in un ambiente saturo di pressapochismo, disinformazione pilotata, fedi politiche acquistate di recente senza troppo sforzo intellettuale (una lista di luoghi comuni, anche se non troppo coerenti tra loro, basta e avanza per sentirsi “attivisti”), lanci d’agenzia mainstream e chi più ne ha, più ne metta.
Sulla tragedia del ponte Morandi – che mette in tensione il governo attuale, svergogna quelli precedenti (tutti, nessuno escluso), demolisce il mito interessato del “privato che sa fare meglio e con minori costi rispetto allo Stato”, ecc – lo sforzo da fare è semplicemente gigantesco. E va ben oltre le forze di questo giornale.
Un commento niente affatto benevolo di un lettore al nostro editoriale di qualche giorno fa ci consente però di provare a districare una matassa che è ingarbugliata, ma non incomprensibile.
Scrive Antonio Ianuario:
Una lettera inviata ad Autostrade per l’Italia che avvia la procedura per lo stop alla concessione. A tre giorni dalla tragedia del ponte Morandi l’esecutivo conferma quanto annunciato nelle prime ore successive al crollo: verrà ritirata la concessione alla società controllata dal gruppo Benetton. Ad annunciarlo è un comunicato del premier Giuseppe Conte. “Oggi il governo, tramite la competente direzione del Ministero delle Infrastrutture, ha formalmente inoltrato ad Autostrade per l’Italia la lettera di contestazione che avvia la procedura di caducazione della concessione. Il governo contesta al concessionario che aveva l’obbligo di curare la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’autostrada A10, la grave sciagura che è conseguita al crollo del ponte”, si legge nella nota di Palazzo Chigi.
La rivista Contropiano (o Controsenso?) invece aveva già sentenziato: “Non abbiamo neanche fatto in tempo a scrivere che il governicchio giallo-verde non avrebbe mai messo in discussione le “concessioni autostradali” – venendo subito attaccati da alcuni troll professionali al soldo dei due plenipotenziari – che la dura realtà si è incaricata di confermare che avevamo visto giusto. Nel breve volgere di 24 ore il governo è passato dalla messa in stato d’accusa di Atlantia (la società che controlla buona parte della rete autostradale), proclamando di aver già avviato l’iter per il ritiro della concessione, alla solita melassa democristiana che annuncia la conservazione pura e semplice dello statu quo”
Impareranno mai a fare legittimissima opposizione senza sparare balle a raffica?
La differenza di vedute è grande: da un lato un lettore (in sintonia con “una parte del paese”) che prende alla lettera una lettera dell’attuale governo, dall’altro redattori con qualche esperienza della storia di questo paese, che hanno visto entrare in azione meccanismi difensivi del potere oliati nei secoli.
Effettivamente il governo grillin-leghista ha inviato una lettera ad Atlantia contestando le gravi inadempienze che hanno portato al crollo del ponte. Ma anche questa scelta era fortemente in discussione all’interno dello stesso esecutivo, al momento di stendere il nostro pezzo, e solo la minaccia retorica di Di Maio (“dovranno passare sul mio corpo”) sembra aver prodotto successivamente questo primo atto formale nell’iter che potrebbe portare alla revoca della concessione.
Diciamo subito due cose: A) non fare nemmeno quest’atto avrebbe significato che la procedura di insabbiamento vedeva già concordi Lega e Cinque Stelle, spaventati dalla rivendicazione da parte dei Benetton del diritto a riscuotere le “penali” miliardarie previste dal contratto di concessione; B) revocare la concessione a un’azienda e passarla a qualcun altro non modificherebbe di una virgola il sistema per cui soggetti privati si arricchiscono intascando pedaggi su una rete costruita con i soldi di tutti noi, senza neanche darsi troppo la pena di curare una manutenzione tale da conservare l’integrità della rete.
Il governo insomma ha fatto il minimo sindacale per non perdere subito la faccia davanti agli elettori. E non c’è dubbio che l’elettorato grillino sia al momento un po’ più sensibile di quello leghista, su questi temi.
Ma una lettera significa che la concessione sarà certamente revocata e senza pagare “nemmeno un euro di penale”, come detto dal premier-fantasma Conte?
Ovviamente no.
L’azienda farà la sua controreplica, così come tutti gli altri gestori di tratte autostradali (Gavio, Toto, ecc).
Poi ci si sarà una commissione di inchiesta, che dovrà stabilire – indipendentemente o meno dall’indagine della magistratura – quali responsabilità imputare ad Atlantia. In ogni caso si preannuncia un lungo contenzioso legale, dalla durata prevedibile in anni. Nel corso del quale – come le stragi di Stato degli anni ‘70, da piazza Fontana alla stazione di Bologna – molti protagonisti saranno scomparsi per questioni di età o incidenti, sia dal lato societario che da quello statale (i funzionari che avrebbero dovuto tenere sotto controllo l’efficacia della manutenzione fatta da Atlantia), molti ed inestricabili depistaggi saranno stati messi in atto, ecc.
Nel frattempo i media metteranno la sordina – lo hanno fatto subito, pestando violentemente il tasto emozionale e mettendo sullo sfondo quello delle responsabilità soggettive (chi si ricorda già più del “fulmine” che avrebbe provocato il crollo di un pilone di quasi 100 metri?) – a protestare resteranno soltanto i familiari delle vittime, e neanche tutti, forse, se il risarcimento sarà stato sufficientemente persuasivo. A ricordare che quella di ponte Morandi è un’altra strage di Stato resteranno infine quelli come noi, che ricordano abbastanza per militanza ostinata e contraria.
Ma che prove abbiamo per dire che le cose stanno già andando in questa direzione?
Senza fare troppo sforzo, e anzi ringraziando Fabrizio Gatti che ha fatto ancora una volta la sua brava inchiesta, pubblicata ieri su L’Espresso (gruppo cui non lesiniamo certo critiche asprissime, quasi ogni giorno), qualche segnale chiaro c’è.
Risulta dunque che – e lo screenshot dei verbali non ammette minimizzazioni – Autostrade e Provveditorato alle opere pubbliche di Genova erano perfettamente a conoscenza delle “criticità” del ponte già sei mesi fa. Risulta che né i tecnici di Autostrade, né quelli di parte statale (guidati dal provveditore, l’architetto Roberto Ferrazza), abbiano mosso un dito. Anzi – nonostante i rilievi per certi versi definitivi mossi dall’”esperto esterno” (il professore della facoltà di ingegneria dell’Università di Genova, Antonio Brencich) – la conclusione finale sul progetto di manutenzione straordinaria da effettuare sugli ormai famosi stralli “garantisce” la solidità della struttura con parole che oggi suonano come un crimine in sé:
«Complessivamente il progetto esecutivo esaminato appare ben redatto e completo in ogni dettaglio. Lo stesso risulta studiato in modo metodologicamente ineccepibile».
Va bene, dirà un altro lettore tipo Ianuario, ma che c’entra l’attuale governo con questa roba? Al massimo potete prendervela con Delrio, predecessore di Toninelli al ministero delle infrastrutture…
Senza ancora imputare nulla al nuovo ministro (ogni giorno che passa sembra di più un pesce fuor d’acqua che si arrampica sugli specchi, con gli occhi sbarrati dalla paura), la stessa inchiesta di Gatti segnala che l’architetto Ferrazza è stato nominato propri da Toninelli a capo della “commissione ministeriale d’inchiesta”, mentre il prof. Brencich sarà ancora una volta il “membro esperto esterno”.
Traduzione: sono incaricati di indagare su se stessi, sugli atti che hanno sottoscritto, sulle misure che non hanno preso (chiudere il ponte, o quantomeno ridurre il traffico escludendo i Tir e i carichi pesanti, ecc). Quale “sentenza” potrà arrivare da una commissione siffatta? Non certo di condanna o di individuazione delle responsabilità…
Ecco: quando scrivevamo, scriviamo e scriveremo che il finale di questa presunta “revoca della concessione” è annunciato quasi quanto il disastro del ponte, non stiamo affatto esprimendo un nostro “pregiudizio” sul governo attuale. Stiamo invece facendo funzionare un post-giudizio, elaborato su 50 anni almeno di esperienza politica a ridosso di tragedie, stragi, disastri. E che cerca di mettere sempre a fuoco la struttura degli interessi più che il diluvio di dichiarazioni dei “politici”.
Perché abbiamo imparato che “i politici” passano, quegli interessi restano. E sono in grado di decidere la composizione delle commissioni d’inchiesta che dovrebbero portarli in tribunale o quantomeno fuori dal comodo business che hanno gestito finora.
Quegli interessi, nell’attuale maggioranza di governo, hanno sicuramente la Lega e Salvini come referente privilegiato, anche in virtù dell’ormai lunga frequentazione dei leghisti con le poltrone governative, anche in materia di Autostrade.
Liberarsi di questi interessi, sgominare quei gruppi di potere (imprenditori, funzionari, politici. ecc) richiede una forza e un progetto di cambiamento che nessuno, in questo Parlamento e anche fuori, per il momento ha. Perché si tratta di tagliare con lo spadone di Alessandro Magno un nodo verminoso che “la legalità” non può sciogliere. Per il buon motivo che proprio quegli interessi e gruppi di potere hanno scritto la legalità che c’è. Come abbiamo visto con il “contratto di concessione” della gestione delle autostrade, secondo cui lo Stato ha sempre torto e non può pretendere nulla.
Il minimo del “cambiamento” necessario è quasi una Rivoluzione, insomma.
Ma non è certo colpa nostra se i piccoli chiacchieroni saliti a Palazzo Chigi gridando “onestà, onestà” ora si trovano in questa compagnia e col terrore di veder franare – insieme al ponte Morandi – anche la loro prima e forse ultima prova di governo…
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Manlio Padovan
Nel paese del diritto, ha scritto Sciascia, il diritto troppo spesso viene calpestato.
L’articolo 27 del Codice della strada recita al paragrafo 5 che la concessione, in caso di interesse pubblico e per motivi di sicurezza può essere revocata senza alcun indennizzo. (Purtroppo non riesco a fare il copia incolla; ma in internet c’è tutto.)
Ora quella clausola, mi pare d’avere capito, è inderogabile essendo una norma di salvaguardia. Quindi dal punto di vista dell’esonero dalla concessione mi pare che tutto sia chiaro; poi, nel paese del diritto,…dove nessuno, proprio nessuno, ha mai fatto qualcosa perché la amministrazione della giustizia funzionase e fosse una cosa seria (ne so qualcosa) tutto è possibile, tanto paga sempre pantalone…e i 646 (315+630+1) cialtroni ingrassano.
Daniele
Nel condividere in toto l’ottimo articolo del compagno Barontini vorrei solo aggiungere che i facili entusiasmi vanno benissimo nelle convention urlate organizzate da Beppe Grillo in cui tutti siamo belli, buoni e ci vogliamo tanto bene, ma poi avere le palle (e devono essere d’acciaio) per contrastare un potere occulto e criminale che GOVERNA lo Stato Italiano da almeno 40 anni (e sono buono) non fa parte del bagaglio culturale dei ragazzini da computer del governo, e taccio della Lega per non incorrere in querele.
Augusto
Caro Dante ti sbagli, tutto corretto,ma un poco di fiducia in questo governo aiuterebbe anche noi. Io sono comunista ,ed ho compreso la lezione della storia , il vento sta girando , ma la sinistra non è più credibile ora, dopo 25 anni di collusione ed abbandono degli ideali e della analisi marxista e gramsciana della società. Per facilitare il cambiamento non frapponiamo.troppi problemi. Cerchiamo di aiutare con le nostre idee il cambiamento in atto. Entriamo di nuovo in sintonia con le classi più deboli, che hanno votato per il cambiamento. Il processo non è lineare ne semplice, ma allo stato è il solo possibile.
Redazione Contropiano
Questa mi ricorda il Pci degli anni ’70, quello che “i sacrifici ai nostri glieli facciamo fare noi”… In peggio, ovviamente, perché ora chiedi di “lasciar fare” a questa feccia senza ideali né onore…
Augusto
Mi spiace cara redazione ,la risposta è fuori luogo. Se volete continuare a non vedere la realtà, significa che potete discorrere di comunismo. Ma vi manca la capacità analitica dei comunisti. E non infangate con troppa fretta quello che è stata la stagione del PCI degli anni 70, non è corretto per le migliaia di militanti che come me credevano è lottavano per una società più giusta.
Redazione Contropiano
la predica, anche, ricorda il Pci degli anni ’70… evochi la realtà ma non ne descrivi una virgola (se non il “lasciar fare al governo”)… sulla storia, poi, non c’è nulla da infangare, ci hanno pensato da soli, in molti casi. Poi, certo, tanti militanti hanno speso la loro vita dietro un’ipotesi politica. Purtroppo era sbagliata, e la loro abnegazione non la rende migliore.
P.s. altrimenti da dove viene il Pd?
giorgino
ma perchè un concessionario dovrebbe investire i profitti per ampliare, o per una significativa manutenzione, di una opera che resta comunque di proprietà statale?
al di là della facciata, un privato non potrà mai prendere una concessione pensando di fare questo davvero, perciò la politica deve poi pagare pegno con le deroghe, i codicilli segreti, nell’ambito di queste concessioni tali oscuri favorii costituiscono una oggettiva necessità
Tanto vale prenderne atto e nazionalizzare, pensare da parte dei legastellati di affidare ad altri la concessione, è cioè una falsa alternativa. Questa falsa alternativa indica il permanere nella stessa cultura degli intrallazzi che i legastellati dicono di essersi lasciati alle spalle, tutto dipende dal non prendere o dal non voler prendere atto di ciò che è il mercato fuori dalla idelogia, i democristiani talvolta erano piu avanzati
Augusto
No. Ho fondato rifondazione è sono stato segretario di circolo per 15 anni, è non faccio nessuna predica. Conosco la politica ed i meccanismi della stessa, è sono leninista. Cosa volete che vi descriva del PCI , sarebbero tante ed importanti le cose fatte dal PCI che non basterebbe una giornata a scrivere. Scrivete voi invece le cose che avrebbe sbagliato il PCI negli anni 70, così andiamo in dettaglio delle questioni. Io vi seguo da anni, ed ho anche votato per potere al popolo, non voglio lasciare il governo a fare quello che gli va, ma i 5 stelle sono ora il solo argine al libero mercato, alla guerra fra poveri ed a tanto altro, o pensate che pap, abbia la forza per opporsi? Ciao
Daniele
Caro Augusto anch’io sono comunista, trozskista e vivo in provincia di Bologna, vuoi degli esempi? Bene, come mai dopo l’assassinio di Francesco Lorusso il Sindaco Renato Zangheri si schierò senza se e senza ma dalla parte di chi aveva sparato, cioè gli sbirri? Come mai dopo le giornate di protesta, sempre nel marzo “77 il PCI mandò i carri armati (si! Proprio i carri armati) della caserma di Porta San Felice a sedare le giuste rivolte? Come mai Berlinguer strinse le luride mani di Aldo Moro ed inaugurò la “stagione dei sacrifici” degli operai? Come mai il PCI schierò senza se e senza ma dalla parte dei Carabinieiri contro le Brigate Rosse e gli altri gruppi terroristici si, ma con validissime ragioni e quindi come mai non salvò Aldo Moro dalle Brigate Rosse speculando in maniera ignobile sul suo assassinio? Come mai non intervenne in Sicilia a sostegno delle lotte di Peppino Impastato? Devo continuare?
Augusto
Caro Daniele , cosa vorresti affermare che il PCI è stato al servizio degli sbirri e dei mafiosi, contro i rivoluzionari comunisti? Pio La Torre ti ricorda qualcosa? Io stavo con Berlinguer sempre e con il partito e con il centralismo democratico, ti sei dimenticato chi ha fatto il piano nazionale sanitario, chi ha sostenuto tutte le battaglie alla fiat dello 80, chi ha appoggiato i diritti civili, chi quelli sociali, chi ha invaso le terre con alleanza contadini, chi ha consentito lo sviluppo e la scuola pubblica e accesso alle facoltà universitarie seppure non provenivi da studi liceali, chi ha sostenuto le lotte di liberazione di tanti popoli oppressi, chi ha lottato contro i rigurgiti fascisti, io sono stato negli anni 70 in molteplici manifestazioni contro KIssinger e la guerra in Vietnam, contro le bombe fasciste, contro la strategia della tensione, chi appoggiava il Cile di Allende, potrei continuare per giorni a scrivere di cosa ha fatto il PCI per i proletari italiani, ma sono certo che non cambierebbe la tua opinione, errori sono stati fatti, ma il percorso politico non è mai lineare, comunque il giudizio la dato la attualità, da quando è scomparso il PCI la classe lavoratrice e non solo, ma tutto il popolo italiano è de credito, sia nei diritti che nello avanzare della società. Se una nuova sinistra vuole rinascere deve tornare ad occuparsi del popolo e dare risposte concrete, è sulle risposte concrete che si avanza o si arretra senza se e sena ma. Berlinguer non inaugurò nessuna stagione dei sacrifici, la linea dell’Eur la inaugurò Lama
Redazione Contropiano
Non ci risulta che Lama avesse fondato un altro partito o fosse in dissenso radicale con Berlinguer… La serietà della storia pretende che non ci si nasconda dietro queste sostituzioni (i “sacrifici” furono accettati da tutto il Pci e da questi imposti alla propria base sociale, anche ma non solo via Cgil…)
Augusto
È inutile continuare a discutere con chi non riconosce la realtà, avrà avuto un significato che quasi il 34 % abbia votato a metà degli anni 70 il PCI,avrà significato qualcosa che la classe operaia avesse nel PCI il suo partito di classe.Non è non riconoscendo i meriti ed evidenziando solo gli errori che fate un servizio ai proletari di questo paese. Non nascondo nulla degli errori che furono fatti , ma non distruggo l’immenso lavoro politico ed amministrativo importantissimo che fu quello svolto dal PCI per la classe meno abbiente del popolo italiano. Qui mi fermo
Redazione Contropiano
Certamente non è questo lo spazio che permette una discussione storica. Me se non si riesce – come ci sembra il tuo caso – a distinguere tra i grandi meriti che il Pci ha avuto fino ad un certo punto con il disastro seguito a determinate scelte (quelle degli anni ’70, vero momento di “mutazione genetica” di quel partito) non si può neanche tematizzare il perché delle sconfitte e della sostanziale scomparsa delle organizzazioni politiche derivanti da quel filone. L’orgoglio sacrosanto dei militanti che si sono fatti il mazzo non può sostituire l’analisi e il giudizio storico, così come l’eroismo dei combattenti non decide se la guerra era giusta o meno…
E qui ci fermiamo anche noi.
giorgino
il pci affossò la spinta di classe emersa col 68, lo fece con la repressione politica imponendo l”austerità e la svolta dell’ eur, il chè spacco la classe operaia tra i vecchi legati al pci ed i giovani piu per la nuova sinistrai, che talvolta vennero alle mani ed alcuni giovani perfini nel brigatismo
poi il pci fece la repressione politica mandando in galera l’area alla sinistra del partito di berlinguer con la scusa del terrorismo (es, 7 aprile)
dopo di chè il pci volle l’occupazione di mirafiori per fare potere contrattuale contro la dc, se non vi fosse stata tale repressione politica e giudiziaria invece della marcia dei 40, mila che mise fine alla spinta di classe ci sarebbe stata la marcia dei soggetti politici degli anni 70 a supporto degli operai di mirafiori
di maio a chiusura della campagna elettorale a milano ha detto che hanno messo i giovani contro i vecchi (taglio pensioni per avere ooccupazione giobvanile no precaria), che hanno messo nord contro sud,e durcis in fondo, HaNNO MESSO I LAVORATORI ED IL CAPITALE L’UNO CONTRO L?ALTRO. la contraddizione capitale lavoro (la cifra della società moderna, (tanta dc lo sapeva bene bene) abbassata da di maio ad un dividi et imperiao di chi sa quali complottardi immaginari mentre l’unico che divide il proletariato popolare senza neanche nascondersi è proprio il Capitale
i grillini sempre, ma ancor piu con di maio sono il peggio del peggio dell’interclassismo reazionario, che finge cose buone per tutti ma date le premesse accontenta sempre il piu forte cioe il capitale , E tutto gia scritto nelle premesse della frase di di maio che ho citato e che e la visione di tutti i 5 stelle e non capisco come tante persone pure su questo giornale commentino che dobbiamo dare una chances a di maio senza capire che di maio è nemico del popolo ideologico e reazionario
ma perche voi della redazione di contropiano non li spiegate spiegate a tutti, che tanti anche di sinistra non lo capiscono, come è inevitabile già nelle premesse, non solo quella da me citata che i 5 stelle sono la reazione in personificata ? Scusate la lunghezza ma non se ne può piu di certi commenti corrivi a di maio anche di lettori su questo giornale
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