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Ah! povero Giangi (Feltrinelli)

Abbiamo tenuto esposto per quasi 20 anni un poster di Giangiacomo Feltrinelli in libreria, quando ormai la omonima catena di librerie mutava la sua pelle ed eliminava la stessa figura del fondatore dai suoi spazi e la stessa casa editrice ripuliva dal suo catalogo i libri sulla guerriglia e sulla solidarietà internazionale, Toni Negri e quant’altro fosse “ingombrante” quanto la figura del tupamaro italiano saltato sotto un traliccio a Segrate, il 14 marzo del ’72 in piena guerra “di bassa intensità” contro il movimento operaio.

Di lui ho avuto la ventura di parlare con il comandante partigiano Gianbattista Lazagna e con Primo Moroni, della libreria Calusca di Milano, sull’importanza della libreria “aperta” e non rinchiusa nei suoi banconi come erano quasi tutte fino agli anni 60.

Negli anni della trasformazione della società, del mercato editoriale, il marchio F del Feltrinelli ha sostituito nel cuore della sinistra le “Rinascita” e le “Mondoperaio”, spianando anche le piccole librerie indipendenti e di movimento nate negli anni 70, che non hanno resistito ai monopoli di vendita e alle scorrette scontistiche che le penalizzavano.

Pur continuando, ad onor del vero, a stampare ottimi saggi e nuovi autori (a fianco di autori palesemente sionisti) il marchio F è tuttora il riferimento dell’intellighentia di una malridotta “sinistra” e di frotte di giovani che nel “supermercato è meglio, perché trovi tutto”, ma la teutonica Inge e il Carlo Feltrinelli hanno operato e a fondo.

Tutto questo per introdurre quello che oggi può essere stato un incidente di percorso nella stampa di un guida turistica Routard (gruppo F), ma anche una trasformazione o deformazione della lettura del Paese che viene fatta da un editore storicamente “progressista” in un momento storico particolare.

La “meridionalizzazione” è in atto da tempo. Si afferma che persino città del Nord subiscano questa trasformazione strutturale, quella di Roma è già palese, e quindi affermazioni come quelle riportate dalla suddetta guida lasciano perplessi i lettori (se non arrabbiare i critici militanti). Riporto un pezzo del giornale Il Mattino, cronaca di Caserta:      

Il sindaco di Caserta Carlo Marino, il presidente della provincia Giorgio Magliocca, il consigliere regionale Zinzi hanno dato mandato ai legali per difendere la città capoluogo e il territorio provinciale dai contenuti della guida turistica «Italia del sud e Isole» edita da Feltrinelli. A pagina 83 è infatti scritto testualmente: «…attratti dalla costa, sono pochi i visitatori che si dirigono nell’entroterra. In realtà il territorio subito a nord di Napoli è irrimediabilmente poco attraente, trattandosi per lo più di una distesa di sobborghi poco entusiasmanti. Quasi del tutto dominato dalla camorra e a volte chiamato triangolo della morte, non è un’area in cui soffermarsi; anzi la cosa migliore da fare è attraversarlo senza fermarsi e raggiungere Caserta, appena a Nord del suddetto territorio, ove un’ovvia attrazione è la grande Reggia con il suo parco…» 

E ancora, a proposito della città di Caserta: «…Caserta incongruamente circondata da una serie di complessi industriali e magazzini che si estendono fino a Napoli, è nota come la Versailles di Napoli per la sua vasta Reggia settecentesca, l’unica attrazione di questa città moderna per il resto anonima…» 

E ancora, «… la Reggia è una struttura piuttosto monotona nella quale la dimensione supplisce all’ispirazione artistica…».

In una lunga lettera di protesta inviata al presidente della casa editrice Feltrinelli, il sindaco di Caserta afferma: «Dispiace che un gruppo editoriale quale quello che lei presiede, uno dei più importanti nel panorama italiano ed europeo, adoperi simili toni, degni di una propaganda antimeridionale, in genere usata da chi nei nostri territori non ci è nemmeno mai venuto. Invito lei, i suoi dipendenti e i suoi collaboratori a compiere una visita (reale, stavolta) del nostro territorio. Sono convinto che alla fine converrà con me che la recensione contenuta nella vostra Guida sia del tutto fuorviante, oltre che sgradevole e fortemente offensiva nei confronti di un territorio meraviglioso quale è il nostro». Mercoledì 22 Agosto 2018,

Certo l’estensore della guida in questione, come la leggerezza dei direttori editoriali, sono da stigmatizzare, ma probabilmente sono anche i precedenti nell’ambito giornalistico danno via libera a tali episodi. E’ in uso fare articoli con veline istituzionali o propagandistiche su certi paesi con molta nonchalance, con narrazioni per nulla veritiere o con vulgate discriminatorie.

Leggiamo spesso che da New York o da Roma si pretende di far cronaca su Cuba o sul Venezuela… Sono tempi particolari, le inchieste o i reportage non si fanno più sul campo (o nei campi), ma dal proprio studio…

Giangiacomo non l’avrebbe apprezzato.

Sarebbe subito venuto a visitare la provincia di Caserta e Napoli per accertarsene, oltre magari a controllare l’andamento degli incassi dei propri supermercati F.  

Ernesto Rascato, libraio nel famoso “triangolo”

 

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