Non pensiamo sia necessario perder tempo nell’alimentare polemiche che interessano poche decine di individui. Al massimo…
Abbiamo molto da fare e da capire, per far crescere quel poco – certamente insufficiente – che tutti noi siamo riusciti a mettere in piedi nell’ultimo anno.
Però bisogna far chiarezza, ogni tanto, su quali siano almeno alcune delle follie che trascinano “la sinistra” nel gorgo dell’irrilevanza, della stupidità cronica, della passione triste per le beghe in un bicchier d’acqua.
Vogliamo solo fare un esempio, perché sia chiaro a molti che corrono insieme a noi dovunque sia necessario e utile.
Qualche giorno fa è uscita una presa di posizione comune tra quattro movimenti progressisti europei sulle politiche migratorie. Contro l’Unione Europea, contro Salvini e contro Macron. Contro i “nazionalisti” e i “multinazionalisti”, ovvero i servi del capitale multinazionale, sia industriale che finanziario.
Una presa di posizione che mette alla sbarra tutto quel che viene fatto ora in Europa, che è figlio di quel che è stato fatto prima. Figlio dell’ordoliberismo competitivo, per cui il capitale più forte – in genere quello di matrice tedesca – subordina a sé gli altri, deprimendo l’intero continente con salari bassissimi, zero diritti del lavoro, malessere sociale gestito secondo le modalità della “guerra tra poveri”. Perché programmaticamente privo di qualsiasi solidarietà tra paesi, aree, figure sociali, colore di pelle.
Nulla di particolarmente rivoluzionario, ma decisamente potente in un contesto infame come l’attuale. Esplicito anche l’intento dei quattro: dar vita a un’alleanza stabile europea contro le politiche dell’Unione Europea, che ha attirato per ora il consenso o l’attenzione di movimenti svedesi, finlandesi, Levica slovena e Potere al Popolo! In Italia.
Noi, come altri, abbiamo pubblicato la traduzione di questo testo, cercando di rispettare il titolo e il senso di questa presa di posizione comune tra Podemos (Spagna), Bloco de Esquerda (Portogallo), France Insoumise e l’Alleanze rosseo-verde danese. E quindi: “Contro Macron e Salvini, un’Europa per la gente: le politiche migratorie secondo noi”.
Abbiamo semplicemente sintetizzato, nella seconda parte del titolo, il senso della presa di posizione (“le politiche migratorie”), per ovvi motivi di spazio (per la nostra grafica i titoli non possono essere su cinque righe).
Siamo rimasti molto sorpresi dal vedere il sito PopoffQuotidiano pubblicare la stessa traduzione con un titolo che invece non permette affatto di capire neppure di cosa si stia parlando: “Iglesias, Mélenchon e Martins: «Europa mai così disuguale»”.
A parte i poveri danesi scomparsi nel nulla, è semplicemente sparito il contenuto (le politiche migratorie), sostituito da un vaghissimo riferimento alle “disuguaglianze” in crescita. Che naturalmente non riguardano soltanto i migranti, ma anche loro.
Scomparsa anche la critica strutturale all’Unione Europea, sostituita da una meno inquietante e generica “opposizione a questa Europa”: I leader della sinistra alternativa: Salvini e Macron sono complementari, non rivali. «Noi all’opposizione di questa Europa».
Basta leggere il testo, anziché il titolo, per cogliere l’importanza decisiva di questa presa di posizione, che scarta rispetto al binario obbligato su cui l’establishment vorrebbe costringere la discussione – e gli schieramenti – in vista delle elezioni europee. Un binario costruito su una “contrapposizione ingannevole” tra europeisti-multinazionalisti ed europeisti-nazionalisti. Una contrapposizione pensata esplicitamente per escludere dai radar gli internazionalisti.
Potrebbe sorprendere qualcuno che sia PopoffQuotidiano ad accettare questa riduzione a due dello scenario politico continentale.
Ma in realtà c’è una ragione. Popoff, espressione più o meno diretta di una delle tante piccole “chiese trotskiste” del continente, ha da tempo preso Mélénchon e la France Insoumise come bersaglio di critiche inventate, spesso di sana pianta; soprattutto sulla questione dei migranti (es: https://www.popoffquotidiano.it/2018/09/28/melenchon-leuropa-e-soprattutto-i-migranti/). Non sappiamo perché, e non ci interessa granché (lo stesso Mélénchon, da giovane, ha frequentato circoli trotskisti; e non c’è nulla di peggio, nel mondo delle sette, che avere lontani trascorsi in comune).
Ci interessa soltanto sapere che nemmeno davanti a una autorevole e collettiva presa di posizione comune di ben quattro movimenti europei – due dei quali di paesi “di peso” come Francia e Spagna – qualcuno non possa fare a meno di cercare di nascondere sotto il tappeto (un titolo anodino) la realtà. Soprattutto quando quest’ultima distrugge nelle fondamenta la “narrazione” politica che si era provato a costruire fin qui. Un vecchio vizio di vecchissime “sinistre”, oltretutto decisamente masochista; perché, se ci si muove in una “realtà inventata”, prima o poi si mette un piede nel vuoto o si sbatte contro un ostacolo ignorato. E si fa un’altra bella scissione…
La stessa identica operazione, diffamatoria e disinformativa, viene regolarmente fatta da il manifesto, tramite le corrispondenze da Parigi di Anna Maria Merlo o altri collaboratori scelti nello stesso “mazzo”.
Ce ne siamo fatti una ragione da tempo. Forse è il caso che anche altri abbiano la possibilità di farsela. Questo stile nel “far politica” non serve a nessuno, neanche a chi ne ha fatto il suo marchio. E deve essere accantonato al più presto.
E con questo, per noi, l’argomento è definitivamente chiuso.
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