Avevano promesso che avrebbero fermato l’opera. Addirittura in due settimane, tuonava Di Battista. Nelle ultime ore la marcia indietro.
Prima la lettera del Presidente del Consiglio Conte ai sindaci salentini: TAP si farà, ci dispiace ma non possiamo fare altrimenti.
Poi le parole di Di Maio che dopo tre mesi di studio “matto e disperato” ha scoperto che ci sono 20 miliardi di penali da pagare in caso di cancellazione. Peccato che il direttore generale del MISE Gilberto Dialuce lo abbia smentito preventivamente, con una nota di settembre dichiarava che la “quantificazione dei costi di abbandono ha come fonte la società di Stato azera Socar”. Nessuna penale.
Noi riteniamo che il passo indietro del M5S sveli l’inconsistenza di tante delle promesse formulate in questi anni. Inaccettabile perché se vuoi essere davvero forza del cambiamento, la prima differenza col passato sta nel fare ciò che si dice. Alle parole far seguire i fatti.
Dopo questo voltafaccia come si può mai credere alle promesse pentastellate su TAV, Terzo Valico, Pedemontana, solo per rimanere ad alcune delle maxi-opere di cui si sente parlare più spesso?
Non crediamo sia facile, tutt’altro. Gli interessi economici e politici dietro un progetto come il TAP sono immani. Non basta la semplice volontà, ma serve attrezzarsi a sostenere lo scontro. Il Movimento 5 Stelle non l’ha fatto. Come Potere al Popolo abbiamo sempre sostenuto e continuiamo a sostenere le mobilitazioni popolari in Salento, come quella di oggi a San Foca. Perché bloccare gli interessi milionari di aziende enormi e interi Stati non è questione tecnica, ma tutta politica. Non esistono salvatori, il voltafaccia del M5S ce lo insegna una volta di più.
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