Nuova protesta dei comitati antimilitaristi contro la fabbrica di bombe Rwm di Domusnovas, nel sud Sardegna.
Dopo il presidio organizzato a metà settembre davanti all’ambasciata dell’Arabia Saudita, i manifestanti torneranno nuovamente a Roma per un nuovo sit-in in piazza. Avrebbero voluto manifestare davanti al Quirinale, ma la Questura ha autorizzato invece piazza Madonna di Loreto (via dei Fori Imperiali angolo Piazza Venezia).
L’appuntamento è per mercoledì 7 novembre alle 11 per chiedere al Capo dello Stato che “eserciti i suoi poteri di garante della Costituzione e presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, facendo venir meno la complicità dello Stato italiano nel massacro del popolo Yemenita”. L’azienda Rwm, controllata dalla tedesca Rheinmetall, è finita da tempo al centro delle polemiche in quanto le bombe prodotte in Sardegna verrebbero utilizzate nella guerra in Yemen. Sulla vicenda è stato anche presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Cagliari.
La manifestazione di settembre davanti all’ambasciata dell’Arabia Saudita aveva lo scopo di rendere pubblico un esposto denuncia da presentare alla CPI (Corte Penale Internazionale) contro l’Arabia Saudita per crimini di guerra commessi e che continua a commettere in Yemen.
Con queste iniziative si intende denunciare il fatto che gli eccidi in Yemen vengono commessi anche per mezzo di bombe esportate dalla RWM-Italia in violazione della legge 185/90 la legge che regola il commercio e l’esportazione di armi verso paesi in guerra.
GIORNO 7 NOVEMBRE DALLE ORE 11.00 SIT IN CONFERENZA STAMPA
IN PIAZZALE MADONNA DI LORETO A ROMA.
Il giorno 7 di novembre una delegazione di cittadini sardi aderenti a Sardegna Pulita, Cagliari-Social-Forum, USB/Sardegna e COBAS-SCUOLA/Sardegna si recherà a Roma in Piazza Madonna di Loreto per chiedere al Presidente della Repubblica di pronunciarsi circa la produzione e vendita di bombe prodotte dalla multinazionale tedesca RWM a Domusnovas, piccolo comune del sud Sardegna, e vendute all’Arabia Saudita; bombe che vengono impiegate dalla coalizione a guida saudita per bombardare lo Yemen.
Questo in aperta e plateale violazione di tutte le risoluzioni dell’ONU, delle prese di posizione del Parlamento Europeo, nonché della legge 185/90 emanata dal Parlamento italiano.
Noi, al pari di tanti comitati e cittadini abbiamo, in più occasioni, denunciato questo che riteniamo sia un crimine e complicità in un crimine che commette l’Arabia Saudita.
Bombardare un popolo inerme al fine di espandere la propria influenza medio-imperialista deve essere considerato un crimine. Altrettanto criminale è contribuire con la produzione e vendita delle armi che fanno sì che questo crimine venga perpetrato.
Non possiamo accettare il ricatto occupazionale che viene imbastito dalla RWM, da alcuni politici e da sindacati complici, secondo il quale la mancata commessa all’Arabia Saudita significherebbe la chiusura della fabbrica. Il lavoro deve essere sinonimo di vita e non di morte!
La Sardegna non può essere considerata l’Isola delle bombe dei poligoni e delle servitù militari.
Al Presidente della Repubblica chiediamo che ponga fine al blasfemo silenzio dietro il quale si trincera in questa occasione, Egli, quale Garante della Costituzione non può ignorare che l’esportazione di bombe verso un Paese in guerra confligge con l’Art. 11 della Carta Costituzionale.
Quale Presidente del CSM non può ignorare che questa esportazione è un’aperta violazione della Legge 185/90 e, gli chiediamo, dunque, di sciogliere il silenzio che si pronunci, per questo siamo qui!
Consideriamo la tappa del 7 novembre, una tappa, una delle tante fin qui effettuate, ma non quella definitiva. Siamo decisi a continuare fino al raggiungimento dell’obbiettivo che è quello di dire:
Basta con la produzione di bombe. Basta con i ricatti!
Sardegna Pulita, Cagliari Social Forum, USB/Sardegna, COBAS-SCUOLA/Sardegna
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