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Il titolo di Libero anticipa la crisi di governo?

Comandano i terroni”. Ai meridionali tre cariche istituzionali su quattro. Tanti tra ministri e sottosegretari sono del Sud. Ecco perchè Salvini è così solo.

Questo il riassunto della prima pagina di Libero di due giorni fa, che tante polemiche ha attirato sul direttore Vittorio Feltri.

Titolo razzista e discriminatore, al massimo buono per il clickbaiting: questo il giudizio di molti, che ha cavalcato una indignata alta marea di commenti sui social.

Che Libero abbia bisogno di ossigeno è vero: ci sta “sparare” forte per vendere copie ed accumulare visitatori unici sul sito. Fa parte delle nuove, pessime regole del gioco di un settore dell’informazione in crisi.

Convincono meno le risposte che lo stesso Feltri ha dato a chi lo attaccava: “terrone è chi lavora la terra”, “il Sud non conta niente eppure comanda”, “nell’articolo c’era scritto anche polentone e nessuno si e’ offeso”, “la giornalista è di Reggio Calabria”.

Tutto possibile, tutto verosimile. Ma non ci convince.

Torniamo indietro di qualche giorno, e proviamo a leggerla diversamente.

Il premier Conte, che svolge principalmente il ruolo di “garante” del contratto di governo tra due forze politiche che appaiono sempre più distanti, rilascia una dichiarazione sulla questione dei migranti abbandonati in mare. “Apriamo i porti, se pur parzialmente magari. Facciamone sbarcare una quindicina, evitando di smembrare le famiglie”. Una proposta di umanità che va però in direzione opposta a quanto dichiarato da Matteo Salvini, che infatti maldigerisce.

Il giorno dopo, il premier si esprime con una frase ancora più esplicita: se non facciano sbarcare quei 49 dalla Sea Watch, li vado a prendere in aereo.

Apriti cielo: il Ministro dell’Interno Salvini si oppone con forza. La base si spacca. La tensione cresce, fino a quando i due – Salvini e Conte – dicono di chiarirsi. “E’ stato un misunderstunding” dichiara lo stesso vicepresidente del consiglio.

Noi non ci crediamo, e pensiamo che quanto avvenuto possa essere inserito in un contesto più ampio.

Ad esempio, la vicenda Tav: il M5S in campagna elettorale era stato chiaro, “non si fa”. La Lega proprio ieri ha sfilato per le strade di Torino insieme a quelli che l’Alta Velocità la vogliono. Oppure la questione immigrazione: decisa e contro ogni tipo di apertura la Lega, meno netta al riguardo la posizione dei 5 stelle, che all’interno del suo elettorato ha anche chi non vede nell’immigrato il problema principale di questo paese.

La verità è che i due partiti che formano l’attuale coalizione di maggioranza sono parecchio distanti, su tante cose. Forse troppe. A tenerli uniti è appunto il contratto di Governo, che però è una coperta corta. Come detto, il “garante” del contratto è proprio il premier Conte, che non si era mai espresso in modo così netto su un tema centrale come è l’immigrazione. Il suo ruolo di elemento neutro e abbastanza irrilevante, con l’unica funzione di fare da elemento di coesione tra Salvini e Di Maio, potrebbe essere molto più importante di quanto si possa pensare.

Da quando ha perso, in qualche modo, questa sua funzione equilibratrice e di terzietà rispetto ai due vicepresidenti, da più parti arrivano “spallatine” alla tenuta dell’accordo tra Lega e 5 Stelle.

Lo ha fatto ad esempio Giovanni Toti: di Forza Italia, presidente della Regione Liguria che governa con la Lega, alla manifestazione SI TAV ha dichiarato che le grandi opere di modernizzazione fanno parte del DNA della Lega, che in Italia l’Alta Velocità la si deve al governo di centro destra di Berlusconi in cui la Lega c’era, che la modernizzazione e la tecnologizzazione del paese sono temi cari al centro destra, e che la Lega in qualche modo dovrebbe recuperare quella vocazione rientrando nel giusto alveo politico. Che è, appunto, il centrodestra.

Ecco quindi che il titolo di Libero inizia ad acquistare un senso diverso, più “politico”. D’altronde il quotidiano diretto da Feltri è di destra, vicino a Berlusconi in passato, ora forse meno esplicitamente. Salvini ha quasi raddoppiato i suoi consensi, da quando è al Governo. La Lega, entrata in coalizione al 17%, dopo le elezioni, ora secondo i sondaggi è circa al 32%, con il M5S in forte calo. Tornare alle elezioni di qui a breve, ad esempio, potrebbe portare a risultati molto diversi, con – magari – tutto il centro destra a godere dei risultati raccolti in meno di un anno dal leader padano.

Salvini, liberati del peso dei 5 Stelle, e governa secondo quella che è la tua visione del paese. Che di certo è più simile a quella del centro destra che a quella di Grillo e Casaleggio, e quindi di Di Maio & Co. Ecco, questo forse il senso da attribuire al titolo di Libero: utilizzando una comunicazione che punta alla pancia di un certo tipo di elettorato, mettere in evidenza le difficoltà che Matteo Salvini incontra “per colpa” dei 5 Stelle. Nello specifico perchè sono del sud, ma il senso generale è più ampio.

Cosa potrebbe fare il leader leghista libero dall’ orpello pentastellato? Questa la domanda che implicitamente pone Libero, e che probabilmente si stanno ponendo tanti elettori di destra.

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