Spezzare la ritualità delle mobilitazioni autunnali, non rilegare la nostra analisi e la nostra lotta al singolo ambito scolastico, ampliare il fronte comune di rivendicazioni con i lavoratori. Da sempre, queste sono le necessità del movimento studentesco. Noi, l’Opposizione Studentesca d’Alternativa, vediamo le carenze del movimento studentesco come obiettivi principali da realizzare per alzare il livello di scontro degli studenti stessi.
È da questo ragionamento che nasce il nostro programma di lotta per il prossimo mese e per quelli a venire.
Partiamo da oggi, 22 febbraio. In tutta Italia gli studenti sono scesi in piazza per continuare la lotta portata avanti durante l’autunno caldo, per dire No alle riforme del governo attuale e di quelli precedenti, per dire No al modello di scuola imposto dall’Unione europea.
La piattaforma di Osa, quella comune per tutte le realtà di BastAlternanza, si esprime in primis contro la nuova riforma della maturità. Il nuovo esame diventa ultra semplicistico, basato sul nozionismo, e annienta il pensiero e le conoscenze degli studenti. Le prove Invalsi diventano obbligatorie per accedere all’esame, mentre la tesina viene sostituita da una relazione sull’Alternanza scuola-lavoro.
Bussetti sorride, ma gli studenti pagano le conseguenze. Il piano dei padroni è chiaro: i futuri precari non devono essere coscienti delle loro condizioni, vogliamo schiavi silenti.
Aboliremo la nuova maturità con la lotta, così come aboliremo la Buona scuola. Il governo è infatti in piena continuità con la suddetta riforma, fatta su misura per il modello di scuola che vogliono l’Unione europea e la Confindustria, con le sue politiche neoliberiste tramite cui i privati entrano nella scuola pubblica; la differenza fra centro e periferia, così come tra Nord e Sud aumenta vertiginosamente, i presidi diventano un misto fra manager e sceriffi. Per questo, chiediamo l’immediata abolizione della nuova riforma della maturità e della Buona scuola.
Alla stessa maniera, chiediamo a gran voce l’aumento dei fondi per l’edilizia scolastica. Tema spesso sbandierato e strumentalizzato da più parti politiche, quello dell’edilizia scolastica è per noi un tema che inevitabilmente va affrontato con un’analisi anticapitalista. I soldi ci sono, ma lo Stato pensa a darli alle aziende private, che poi ottengono manodopera gratuita con l’Alternanza scuola-lavoro, o alle guardie per reprimerci.
Se crollano le scuole, se sei disoccupato, la colpa è del padrone, non dell’immigrato!
Saremo in piazza anche per dire No alla regionalizzazione. Le regioni del Sud vedranno sottratti ulteriori fondi nell’ambito scolastico, così come in altri, per una manovra voluta dalla grande borghesia colonialista italiana. La regionalizzazione entra a pieno titolo nel piano di sviluppo e di “crescita”, o meglio, di sopravvivenza, della classe dominante italiana, effettuata tramite sfruttamento, precarizzazione, privatizzazioni, manovre antipopolari. E chi si oppone, viene represso.
Proprio la lotta alla repressione politica è oggi un tema più attuale che mai. Salvini non ha fatto altro che portare avanti l’opera repressiva iniziata dal suo predecessore del Pd, Marco Minniti. Dopo aver stanziato oltre 2 milioni di euro per far arrivare telecamere, cani antidroga e guardie nelle nostre scuole, sono state aumentate le pene per occupazione o blocco stradale, due classiche forme di lotta soprattutto degli studenti ma non solo.
Quella in atto è una vera e propria politica della vendetta e della repressione: pensiamo infatti ai 74 compagni del liceo Virgilio di Roma che sono stati denunciati per aver occupato. Il tema della repressione è quello che oggi colpisce anche i lavoratori impegnati nella logistica: durante il corteo a Roma abbiamo esposto uno striscione in loro solidarietà, e una nostra delegazione si è recata al Ministero del Lavoro per la manifestazione indetta da Usb in occasione dello sciopero della logistica.
Se ambiamo davvero a creare un alternativa sistemica, dare una prospettiva e una continuità alle nostre lotte, riunificare il blocco sociale e compattare le lotte con gli sfruttati, è ciò che oggi serve alla nostra prassi politica.
Altresì, la data studentesca di oggi è stata per noi l’effettiva data di lancio dell’assemblea studentesca nazionale del 16 marzo. Noi membri della campagna BastAlternanza crediamo che gli studenti e le realtà aderenti non si debbano limitare alle singole vertenze, ma ampliare la propria analisi e le proprie rivendicazioni politiche. Per questo, invitiamo tutte le realtà studentesche realmente conflittuali a prendervi parte.
Dopo l’agitazione studentesca, ci muoveremo l’otto marzo. L’antisessismo non è quello che ci vuol far credere il Pd, ma è una questione che va affrontata da una prospettiva di classe, staccandosi dalla retorica liberale. Nel Lazio, le privatizzazioni del sistema sanitario di Zingaretti hanno annullato i diritti delle donne, o almeno, di quelle dei ceti meno abbienti. Perciò, antisessismo è anticapitalismo.
Il 23 di marzo altra grande data, a Roma, contro le grandi opere. Fonti di profitto per pochi e distruzione per tanti. Anche qui, i governi di centro destra e centro sinistra, insieme ai fascisti e alla Cgil, stanno tutti dalla stessa parte della barricata. Noi non rimarremo inermi.
Infine, lo sciopero generale indetto dall’Unione sindacale di base contro l’austerity imposta dall’Unione europea. Tutto ciò di cui abbiamo parlato, tutto ciò che vogliamo abbattere e superare, trae le proprie origini proprio dall’Ue. Il nostro stesso sistema scolastico è stato costruito e modificato sulla base dei diktat imposti da Bruxelles. La lotta contro le privatizzazioni, per l’antisessismo di classe, è una lotta a questa Unione, così come la lotta alle grandi opere.
Pertanto, il 12 aprile saremo in piazza anche noi con i lavoratori per ribadirlo, tutti insieme. Senza arretrare di un centimetro.
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