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Democrazia a geometria variabile, se si parla di Venezuela

La concezione della democrazia è diventata elastica quanto una pelle di zigrino…

I media mainstream italici, un paio di giorni fa, hanno raccontato la lacrimevole storia di Edgar Zambrano, il cosiddetto “numero 2 di Guaidò”, fermato martedì mattina dalle forze dell’ordine bolivariane davanti alla sede del partito golpista cui appartiene, “Azione democratica”.

Le cronache narrano che si è barricato nella sua auto, ma è stato comunque delicatamente portato via con una gru e un carro attrezzi. Senza sfiorarlo nemmeno per sbaglio.

Nelle stesse ore il ministro degli esteri italiano, Moavero Milanesi, ha espresso “la più ferma condanna per decisioni che violano le basilari immunità parlamentari e i principi dello Stato di diritto”, commentando la decisione dell’Assemblea nazionale costituente (Anc) del Venezuela che – su richiesta del Tribunale supremo di giustizia (Tsj) – ha approvato la revoca dell’immunità di sette deputati dell’Assemblea nazionale (quella ormai sciolta dopo le elezioni dell’Assemblea Costituente).

Tra di essi la deputata Mariela Magallanes, coniugata con un italiano e in attesa della cittadinanza italiana, e in quanto tale accolta nella residenza dell’Ambasciatore d’Italia a Caracas.

Che dei parlamentari – attuali o ex – perdano l’immunità è sicuramente un fatto rilevante. E in genere dovrebbe preoccupare chiunque si ritenga un “democratico”.

Purtroppo neppure una parola viene spesa sulla ragione di questa decisione della magistratura – non del governo! – venezuelana: la loro partecipazione al fallito golpe del 30 aprile, guidato proprio da Juan Guaidò e Leopoldo Lopez, terrorista al soldo degli Usa e agli arresti domiciliari fino al momento del tentato golpe

Ora chiediamo ai nostri lettori: conoscete qualche paese democratico in cui un piccolo gruppo di parlamentari può tranquillamente partecipare a un tentativo di golpe, con tanto di (pochi) uomini in arme e una ventina di militari ammutinati, e poi continuare a godere di tutte le prerogative da deputati? Non vi risulta che chiunque l’abbia fatto – o sia stato soltanto sospettato di volerlo fare – sia finito immediatamente agli arresti (nel migliore dei casi…)?

Né regge più la favola dell’”insurrezione popolare”, visto che persino l’ultragolpista Repubblicasì, proprio il giornale di Scalfari – è ormai rassegnata a scrivere che “la chiamata di Juan Guaidó, il presidente dell’assemblea nazionale autoproclamatosi capo dello Stato ad interim, affinché i venezuelani occupassero permanentemente le piazze è caduta nel vuoto di una città che, complice anche una leggera pioggerellina tropicale, sembra ormai definitivamente tornata alla normalità”.

E allora: che democrazia vorrebbero confezionarci, questi signori? Una senza popolo, senza regole costituzionali condivise e con l’esercito (Usa) che decide tutto?

Forse il nome più adatto per un simile tipo di regime è decisamente un altro…

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