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Settanta morti in mare, ma Salvini vuole sequestrare le navi di soccorso

Almeno 70 migranti sono annegati ieri nel Mediterraneo, a 40 miglia dalla città di Sfax in Tunisia, a causa dell’affondamento della loro imbarcazione in acque internazionali,.
I sopravvissuti sono sedici finora, salvati dai pescherecci arrivati nella zona che, applicando le leggi del mare, hanno tratto in salvo i naufraghi.
I migranti sono di origine subsahariana e sarebbero partiti dalla Libia. Secondo alcune fonti tunisine il numero delle vittime potrebbe aumentare. Sono partite le operazioni di salvataggio e recupero ad opera della Marina militare tunisina.

A Lampedusa un applauso ha accolto i migranti soccorsi della Mare Jonio al momento dello sbarco sulla banchina del porto ma, a quanto si apprende da fonti del Viminale,  la Guardia di Finanza avrebbe provveduto, con le Capitanerie di Porto, al sequestro della nave Mare Jonio per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sulla sua pagina Facebook Mediterranea saving humans scrive però che: “Nessuna notifica di sequestro ricevuta, nessuna irregolarità riscontrata. L’importante per noi è che queste persone siano salve. L’unico crimine è farle morire in mare o in Libia”.

“La nave Mare Jonio è entrata nelle acque territoriali italiane 12 miglia a sud di Lampedusa, con a bordo le 30 persone che abbiamo salvato giovedi nel tardo pomeriggio a 40 miglia dalla costa della Libia- si legge sui social Mediterranea Saving Humans- Due unità della Guardia di Finanza ci hanno raggiunto per un ‘controllo di polizia’. Chiediamo un porto sicuro”. “Le persone soccorse da Nave Mare Jonio sono 30, le donne incinte sono due. I minori, oltre la piccola di un anno, sono 4 non accompagnati”.

 

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