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Lettera-risposta di Giovanni Impastato a Piera Aiello (M5S)

Cara Piera,

come tu sai ogni anno ti ho invitata al 9 Maggio e tu sei sempre stata benvenuta a Cinisi e al nostro corteo. Conosco bene la tua storia, qualcosa ci accomuna, una ferita che mai si potrà rimarginare. Come più volte ho ribadito, ho un grande rispetto per te e per il tuo coraggio, molto meno per le posizioni che ha assunto il movimento di cui tu fai parte, che ritengo responsabile di aver consegnato l’Italia a fascisti e razzisti come Salvini ed altri.

Visto che si trattava di un corteo antimafia e nello stesso tempo antifascista e antirazzista, in coerenza con le idee di Peppino, la presenza di questi dirigenti del movimento 5 stelle non era gradita, così come non erano gradite le riprese delle telecamere al cimitero in periodo di campagna elettorale per le elezioni europee. Lo abbiamo considerato strumentale e di cattivo gusto.

Ti ho invitata con affetto quando eravamo a Rosarno e lo rifarei. Ma quando abbiamo notato le telecamere e la presenza di altri parlamentari del movimento 5 stelle non potevamo non reagire.

Non ti considero affatto il “mio nemico” e non sono io ad averti resa il capro espiatorio di partiti, come tu alludi, visto che né io né Casa Memoria siamo legati a nessun partito a differenza tua che invece sei una parlamentare di un partito che ha fatto tante promesse non mantenendole, ha tenuto in vita quella casta che doveva essere cancellata, ha preso in giro molti italiani che hanno creduto nel cambiamento. Il movimento 5 stelle ha fatto un contratto con la Lega che da sempre ha alimentato odio e razzismo, solo per rimanere al potere, facendo finta di litigare soltanto perché preoccupati dai sondaggi elettorali.

Non ho fatto gioire i mafiosi, semmai ho fatto gioire gli antirazzisti, gli antifascisti e tutti quelli che tengono a cuore la Costituzione e la Democrazia di questo paese, ed i tanti scout, studenti, preti, attivisti, con cui ci ritroviamo da sempre e che si impegnano ogni giorno per la libertà, la solidarietà e la giustizia sociale. Chi compiace i mafiosi sono quelli che all’interno delle istituzioni hanno messo personaggi legati al mondo della mafia, della corruzione e degli affari sporchi.

Il mio gesto è stato un gesto forte perché ritengo che siamo in un momento in cui la nostra democrazia è in pericolo, non possiamo fare sconti a nessuno, dobbiamo essere molto chiari e puntuali, fare una scelta netta e dire da che parte stiamo.”

 

 

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1 Commento


  • Angelo

    Una lettera che riempie il cuore, che stabilisce il confine ideale e pratico fra noi e le forze della reazione, che nessuno deve valicare, anche inconsapevolmente. Le scelte della vita non si fanno una volta per tutte, ma vanno fatte giorno per giorno, ogni giorno finché siamo vivi.
    Inoltre quella allusione, fatta dall’onorevole, sul “fare gioire i mafiosi”, oltre che squallida, presuppone una sorta di monopolio morale sull’impegno anti-mafia, che rischia di negare tutto quanto si è fatto in passato.

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