In queste ore la crisi di governo si dipana su sè stessa. La trattativa PD M5S pare incagliata sui nomi e le poltrone, mentre i programmi sono spariti. Non c’è da stupirsi e non solo perché i programmi per le forze politiche dominanti sono in gran parte chiacchiere, che si svolgono sotto i vincoli ed i diktat di UE e NATO, che tutti all’inizio o alla fine osservano rigidamente. Ma perché il solo vero programma comune dei due partiti che stanno trattando, è impedire che si facciano elezioni a breve, che probabilmente sarebbero vinte da Salvini con i suoi alleati, Berlusconi compreso.
Ora preoccuparsi per Salvini e ciò che rappresenta è sacrosanto. Anche se i suoi comportamenti sgangherati e le sue giravolte indecorose mostrano quanto sia stato sopravvalutato. Ma certo preoccupa l’Italia reazionaria che si è organizzata e galvanizzata dietro di lui e che potrebbe far danni anche senza di lui.
Tuttavia sperare di sconfiggere Salvini e ciò che rappresenta solo con manovre parlamentari è una sciocchezza, perfettamente costituzionale ma una sciocchezza. Già provata per altro.
Nel 1995 La Lega aveva fatto cadere il primo governo Berlusconi ed il ministro del Tesoro di quel governo, Dini, fu candidato a capo di un governo formalmente tecnico, che però escludeva dalla stanza dei bottoni il capo di Forza Italia.
Anche allora a sinistra iniziò un tormentone sulla necessità di baciare, o ingoiare il rospo, pur di non avere Berlusconi al governo. Il Manifesto fece così una celebre copertina. Alla fine il PDS, allora si chiamava così, e gran parte della sinistra scelsero il rospo Dini. Solo Rifondazione a maggioranza disse no e per questo subì la prima di tante scissioni.
Ma il rospo Dini non divenne principe.
La sola cosa che si ricorda del suo governo è la controriforma delle pensioni, che distrusse la solidarietà tra generazioni, aprì la via alle pensioni private, e avviò il meccanismo di innalzamento dell’età pensionabile che ha portato alla Fornero. Gli operai metalmeccanici nella consultazione sindacale, allora si facevano ancora, rifiutarono in massa la riforma Dini, che per essi diventò sinonimo di anni di fatica in più.
Altro di quel governo non si ricorda e se oggi si dovesse affermare che nel 1995 Berlusconi fu sconfitto e messo ai margini della vita politica del paese, beh si sarebbe travolti dalle risate.
No, i rospi diventano principi solo nelle favole, fatte apposta per far capire ai bambini e anche agli adulti che la realtà è un’altra. E la realtà dell’Italia di oggi è che se si vuole sconfiggere Salvini ed il salvinismo, bisogna agire nella società e lottare per cambiarla profondamente con eguaglianza sociale e democrazia; e affermando sentimenti e concetti opposti a quelli che hanno dominato negli ultimi trent’anni. E i programmi politici e di governo dovrebbero essere coerenti con questi obiettivi e non indifferenti od ostili ad essi.
L’esperienza concreta della politica italiana dovrebbe servire da insegnamento. Baciare il rospo? No grazie.
PS: scritto questo commento è arrivato il sostegno smaccato di Trump al BisConte. Non solo non è giusto baciare il rospo, ma lo stesso che bacia Trump poi..
*Potere al Popolo
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