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Basta con l’occupazione militare della Sardegna. Oggi la manifestazione a Capo Frasca

“Quarantadue gruppi organizzatori, altre ventuno adesioni, un manifesto firmato da importanti intellettuali, sardi e non solo, a cui si sono aggiunte altre svariate centinaia di firme: quella del 12 ottobre a Capo Frasca sarà una manifestazione larga e aperta, che vuole rappresentare ampi settori del popolo sardo” spiega Luisi Caria, portavoce della piattaforma organizzativa della Manifestada contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna. Una giornata di festa popolare: «Ci sarà musica, poesia, performance teatrali, balli: sarà una vera e propria festa, aperta a tutti coloro che vogliono partecipare, dai bambini ai nonni» aggiunge un’altra portavoce, Bettina Pitzurra.

Un lavoro importante, quello fatto dagli organizzatori, per creare una sintesi nelle posizione del variegato mondo del movimento sardo contro le basi: «Ci sono tante anime dietro la realizzazione questa giornata – spiega Caria – diverse sensibilità politiche che hanno deciso di mettersi insieme per lottare contro un sopruso che la Sardegna subisce ormai da troppo tempo: l’obiettivo immediato è lo stop alle esercitazioni per quest’anno, allo scopo di consentire la quantificazione dei danni subiti e l’entità delle bonifiche da compiere. Lottiamo per non dover più sottostare al ricatto occupazionale che legittima l’arricchimento delle fabbriche di morte e delle multinazionali che sperimentano i loro armamenti nella nostra terra, lottiamo per contrastare lo spopolamento e l’emigrazione forzata causata dalle diseconomie di questa presenza oppressiva, lottiamo per alternative economiche possibili davanti alla devastazione ambientale e alla speculazione sul territorio, lottiamo contro la guerra, per una Sardegna non più sottomessa alle politiche di guerra che minacciano e colpiscono altri popoli, lottiamo per liberare la Sardegna dall’occupazione dell’esercito italiano, lottiamo perché ci siano verità e giustizia per le persone che si sono ammalate o sono morte a causa dei poligoni». Non solo prospettive, ma delle richieste ben precise: «Le esercitazioni militari devono essere fermate subito, le basi e i poligoni devono essere dismessi e bonificati, per essere restituiti alle comunità sarde che finalmente possano utilizzare quelle terre per il loro sviluppo e i danni provocati in questi decenni devono essere quantificati e risarciti» dichiarano gli organizzatori

A conferma dello spirito popolare e aperto alla partecipazione, prendono parte alla conferenza stampa anche don Ettore Cannavera, fondatore della comunità La Collina e da sempre impegnato come pacifista, Giancarlo Piras e Abbondia Usei, genitori di Francesco, giovane militare di leva al poligono di Teulada morto di tumore, e Samed Ismail, giovane rappresentante del movimento Fridays For Future di Cagliari.

 

 

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