In questi giorni mi è capitato di pensare a quanta differenza esiste tra i (buoni) propositi che ci si fa e alla difficoltà nel portarli avanti. Me lo chiedo in questo inizio d’anno, in questi giorni tanto forti e burrascosi, in cui alle belle parole o seguono fatti -fatti coerenti- o ogni bella favola perde di senso.
Perché ho pensato a questo? Perché Nicoletta Dosio, una mia compagna di strada e di battaglie, un’attivista ultrasettantenne del movimento NO TAV, l’icona di una delle più grandi lotte per la giustizia sociale e ambientale del nostro paese, è stata sbattuta in carcere per aver causato 700 euro di danni a quella società Autostrade che ci fa cadere i ponti da sotto le ruote. La giustizia contro chi crea qualche danno (piccoli danni, mi pare..) ai ricchi c’è e si fa sentire. Invece a chi fa crollare le nostre vite, come se non bastassero argini, ponti e strade, nessuno fa nulla, foss’anche togliergli una concessione.
Lo dico sinceramente: io questa differenza di trattamento la vedo in modo evidente. Non ne sono scandalizzata. Mi schifa, ma non mi stupisce. Penso che questo sistema sia totalmente da cambiare e per questo insieme a Potere al Popolo abbiamo deciso di essere “fuori e contro”. Non ci sono pezze da mettere perché non tengono, non più. L’indecenza di questa classe politica è la punta di un iceberg che poggia su un sistema di valori che mirano al profitto continuo di qualcuno su qualcun e qualcos’altro. L’umanità è sottoposta ai valori di mercato. Chi non è funzionale ai valori mercato deve essere represso. Oggi succede a Nicoletta e altri No Tav, succede tutto l’anno a chi lotta contro l’ingiustizia.
Per questo ci siamo trovato a cavallo di Capodanno a manifestare in decine di città per chiedere la liberazione di Nicoletta e di tutti gli arrestati. Chi ha arrestato Nicoletta pensava di passarla liscia approfittando delle vacanze, ma non siamo stati soli, abbiamo trovato tante e tanti che non accettano la legge del profitto.
Se penso alla coerenza tra parole e fatti, beh, mi sai però aspettata di trovare anche qualcun altro. Per esempio chi come Mattia Santori si autoproclama “anticorpo democratico” di questo paese, chi ha chiesto (forse un po’ controvoglia) l’abolizione dei decreti sicurezza di Salvini che stanno nella stessa logica che porta in carcere Nicoletta e i NO TAV. Invece no, silenzio assoluto. Quel che è accaduto evidentemente non ha nessun problema democratico.
Eppure non mi sembra che tutti quelli che partecipano alle “sardine” siano ciechi a questi problemi. A Empoli giustamente le sardine hanno aderito al corteo contro l’applicazione dei decreti sicurezza ai lavoratori in lotta e a compagne e compagni solidali.
L’arresto di un’esponente di punta di uno dei più importanti – se non il più importante – dei movimenti sociali in Italia richiede una presa di posizione da parte di chi si pone come un attore nella vita politica. Richiede di rispondere a una domanda semplice: sardine, da che parte state?
L’autoproclamato leader Mattia Santori in effetti ha già preso posizione più volte a favore della TAV e di tutte le grandi opere che noi contestiamo come inutili e dannose. E forse non è un caso che nei “gruppi delle sardine” si vieti di parlare di TAV, con la scusa che è un argomento troppo “divisivo”.
Allora voi sardine siete scese e scenderete in piazza per la democrazia, e anche io con i miei compagni siamo scesi e scenderemo in piazza per la democrazia. Ma oltre allo “scendere in piazza” c’è qualcos’altro, se vogliamo parlare di democrazia: la coerenza. Noi il 18 gennaio abbiamo lanciato una marcia per l’uguaglianza sociale, che a Bologna vuole portare in strada anche questa battaglia contro la carcerazione di Nicoletta. Voi sarete nelle stesse vie il giorno dopo, dicendo di voler coniugare benessere e solidarietà, dialogo e ascolto. Ma ascolto di cosa, se non delle richieste dei cittadini? Dialogo con chi, se i politici sono sordi a queste richieste? Solidarietà per cosa e a chi, se 700 euro a Autostrade valgono più del diritto a non esser d’accordo con una grande opera imposta?
Le parole, per aver valore, devono essere seguite dai fatti. Forse dovrebbe essere scontato ma non lo è. Per essere coerenti tra parole e fatti noi saremo in piazza il 18 gennaio per la Marcia per l’uguaglianza sociale saremo sulla scheda elettorale alle elezioni regionali in Emilia Romagna il 26 gennaio. Ma soprattutto saremo nelle strade anche e soprattutto dal giorno dopo le elezioni.
*candidata di Potere al Popolo alla presidenza dell’Emilia Romagna
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Carlo
Essere contro il TAV è un dovere civico, ma non sono d’accordo che faccia la differenza. Dunque se per ipotesi Berlusconi o Salvini cambiassero idea si dovrebbe votarli? No, la differenza la fa il programma, comprensivo del no al TAV.