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Qualche domanda al governo ed all’Unione Europea sulla Libia

Caro governo gialloblu, Cara UnioneEuropea,

la Libia è un paese in guerra? Si, lo è, mai come ora. E quante migliaia di profughi sono rinchiusi nei. lager libici? Tanti, troppi.

Allora, ho qualche domanda da farvi. Perché non disdire da subito, immediatamente gli scellerati accordi italo-libici del febbraio 2017? Perché non interrompere da subito, immediatamente, i rapporti di cooperazione tra la Marina Italiana e quella libica in mano ai mafiosi di #Bija, che perserverano nel traffico di esseri umani e nei respingimenti in mare in osservanza proprio di quegli sciagurati accordi bilaterali del 2017?

Perché non approntare da subito, immediatamente, un dispositivo per salvare i profughi che sono intrappolati in quell’inferno in condizioni a dir poco terribili?

Perché non aprire dei corridori umanitari per quei poveri esseri umani che rischiano di essere massacrati dalle bombe delle avverse fazioni che stanno scontrandosi in Libia mentre loro, i profughi, sono rinchiusi come topi dentro strutture fatiscenti senza cibo, acqua potabile ed assistenza di ogni genere, sottoposti a torture e crudeltà indicibili?

Insomma, perché non fare quelle cose semplici, necessarie, urgenti che si fecero, invece, per quei poveri sventurati che fuggivano dall’inferno del nazifascismo?

Ah, mandate gli eserciti? Ah, a protezione degli impianti petroliferi? Ah, ecco, non l’avevo considerato. Giusto. Vuoi mettere gli interessi di Eni, Total et con quei poveracci di profughi che poi ci invadono il paese e ci rubano le donne ed il lavoro?

L’Italia e tutti i paesi dell’Europa del sud potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nel Mediterraneo coltivando e perseguendo una politica di pace, di buone relazioni per lo sviluppo di un’area di integrazione ed interscambi. Ed invece i governi di quei paesi vanno esattamente nella direzione contraria, procedendo divisi e subalterni tanto agli interessi dei loro ottusi potentati nazionali quanto ad un’Unione Europea che coltiva, sempre più apertamente, le sue ambizioni di competitor imperialista e che li ha pietrificati nel ruolo di inguaribili “pigs” tenendo in ostaggio le loro politiche economiche e sociali sotto il ricatto del debito infinito.

E poi, in fondo, gli eserciti, ormai, servono soprattutto a questo, ovvero, a proteggere gli interessi, la logistica e le infrastrutture delle multinazionali in tutto il mondo, costi quel costi, “guerre umanitarie” comprese.

I governi servono agli eserciti che a loro volta servono a proteggere gli interessi dei grandi e medi azionisti dei colossi petroliferi, del gas e del grande affare delle ricostruzioni post-belliche.

E chi se ne frega se “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, come recita l’art. 11 della nostra tanto amata quanto vituperata Costituzione.

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1 Commento


  • andrea

    In questo articolo sono citati gran parte dei connotati che caratterizzano questo governo, come i precedenti, e quest’Europa. Disarticolare e annichilire questi meccanismi di potere è il punto di partenza per ogni sinistra popolare.

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