Un deputato neofascista di Fratelli d’Italia, tal Edmondo Cirielli, intende presentare una proposta di legge costituzionale per mettere fuorilegge in Italia le organizzazioni comuniste. Ci ha tenuto a specificare che la misura dovrebbe riguardare anche Potere al Popolo, il quale pur non dichiarando come tale l’identità nel nome (non si chiama infatti partito comunista con tutte le varie declinazioni che conosciamo) deve essere ritenuto tale in quanto “non ne rinnega la storia criminale”.
Per un verso è un riconoscimento di importanza da parte del nemico, dall’altro sembra essere una smentita fattuale a tutti coloro che in questi due anni nel nostro paese, in nome di una autodefinita identità comunista, hanno denigrato Potere al Popolo apostrofandolo come sinistra fucsia.
Ma a parte gli scherzi, l’iniziativa del deputato neofascista si rivela in tutta evidenza come la logica conseguenza di atti come la risoluzione del parlamento europeo di Strasburgo che equipara nazismo e comunismo e votata da tutti i partiti conservatori e socialisti europei (Pd e Verdi inclusi), ma anche delle strumentalizzazioni sulla “memoria condivisa” invocata dal presidente Mattarella e dalla politica bipartizan che in questi giorni sulle foibe ha avuto un’altra accelerazione nel percorso di criminalizzazione dei comunisti e della Resistenza partigiana.
Solo degli imbecilli potevano pensare che la risoluzione di Strasburgo o la capitolazione storica e politica sulla Resistenza in Italia non si rivelassero un assist formidabile esclusivamente per i partiti neofascisti in parlamento o fuori. Era solo questione di tempo.
I risultati adesso sono evidenti. Non sappiamo se la proposta di legge del deputato fascista Cirielli avrà un seguito, sappiamo solo che ha creato un precedente che mutate condizioni politiche potrebbero rendere reale.
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berja
ma non è lo stesso della famosa legge ex cirielli?
ritirerà la firma pure da questa ennesima buffonata?
Manlio Padovan
Sì, certo, un precedente che potrà diventare reale!
E gli imbecilli siamo noi, intendo noi comunisti e i nostri capi soprattutto, che a suo tempo demmo la assurda amnistia generale senza prima liberare lo Stato dalle canaglie. E riconoscemmo appieno la funzione della CCAR che di quelle canaglie è la associata da sempre.
E non mi pare che la nascita del MSI abbia prodotto indignazione seria e concreta.
E non mi pare che ci sia stato un moto popolare quando Berlusconi sdoganò i fascisti portandoli al governo..
Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa…e ben ci sta!
Ma lo pubblicherete?
giancarlo staffolani
l’attacco anticomunista è solo all’inizio, tutte le organizzazioni comuniste si debbono mobilitare unitariamente su questo attacco che riguarda tutti senza distinzioni.. pur mantenendo identità e scelte di linea politica
Enza
“Mio bel pelosetto, che cosa di nuovo c’è, cosa si favoleggia in questo mondo?” E lui controbatté: “Renditi conto che non c’è cosa che sia pulita, tutto è alla rovescia e va storto.” “Ma proferiscimi, cosa succede?” lo supplicò la moglie. E l’orco: “Ci sarebbe troppo da dire degli intrecci che girano, che si avvertono cose da far accapponare la pelle: buffoni ricompensati, furfanti ammirati, poltroni celebrati, assassini favoriti, persone meschine appoggiati e uomini giusti poco valutati e tenuti in considerazione.(da Il principe Verdeprato tratto da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile)
In estrema sintesi, l’eterno ritorno degli stolidi malvagi e ignoranti. Fanno schifo pure all’orco…
Felice Di Maro
Amnistia. Si raccoglie quello che si semina.
Riccardo Sotgia
Senza introdurre nuove norme, le mutate condizioni politiche e soprattutto i correnti rapporti di forza, potrebbero far si che venga applicato il già vigente art. 270 del codice penale -attenzione, non il più noto ed abusato 270bis. Va notato che il testo, esplicitamente allusivo all’organizzazione dei comunisti, è stato riformulato nel 2006. Associandomi a quanto scritto in altri commenti riguardo al “peccato originale” dell’amnistia ai fascisti, aggiungo che il PCI, invece di assistere in maniera ignava al dibattito dottrinale che si è svolto per decenni fra giuristi sulla disapplicazione dell’articolo e sulla sua conformità o meno al dettato costituzionale, con la forza di un tempo ne avrebbe dovuto pretendere ed ottenere l’abrogazione espressa.
Qua il testo, che non potrebbe essere più esplicito.
“Chiunque nel territorio dello Stato promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni dirette e idonee a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici o sociali costituiti nello Stato ovvero a sopprimere violentemente l’ordinamento politico e giuridico dello Stato, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni.
Chiunque partecipa alle associazioni di cui al primo comma è punito con la reclusione da uno a tre anni.
Le pene sono aumentate per coloro che ricostituiscono, anche sotto falso nome o forma simulata, le associazioni di cui al primo comma, delle quali sia stato ordinato lo scioglimento”.
Per completezza riporto anche il testo previgente:
” Chiunque nel territorio dello Stato promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni dirette a stabilire violentemente la dittatura di una classe sociale sulle altre, ovvero a sopprimere violentemente una classe sociale o, comunque, a sovvertire violentemente gli ordinamenti economico- sociali costituiti nello Stato, è punito con la reclusione da cinque a dodici anni.
Alla stessa pena soggiace chiunque nel territorio dello Stato promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni aventi per fine la soppressione violenta di ogni ordinamento politico e giuridico della società.
Chiunque partecipa a tali associazioni è punito con la reclusione da uno a tre anni.
Le pene sono aumentate per coloro che ricostituiscono, anche sotto falso nome o forma simulata, le associazioni predette, delle quali sia stato ordinato lo scioglimento”.