Il Consiglio dei Ministri lunedì ha approvato il tanto atteso maxi-decreto chiamato “Decreto Marzo” (poter poi dare continuità al decreto annunciato per aprile perché è già scontato che le misure non basteranno). Conte lo ha anche battezzato “Cura Italia”, in analogia con il nefasto precedente “Salva Italia” del 2011 che impose alla popolazione misure draconiane per tagliare la spesa pubblica (e dichiarato addirittura anticostituzionale in alcune sue parti.
Diversamente, il Decreto Cura Italia interviene in una crisi sanitaria e sociale di dimensioni enormi in cui finalmente si rende evidente che l’intervento pubblico è il solo in grado di affrontare tali emergenze. Ed infatti il decreto in oggetto prevede un’ iniezione di 25 miliardi di euro (di cui 20 in debito), che implicherà inevitabilmente l’esaurimento dello spazio di flessibilità sui conti, “gentilmente” concesso dalla risoluzione del Parlamento Europeo adottata in accordo con la Commissione Europea.
Una misura di tampone, del tutto eccezionale quindi, lungi dall’essere una scelta politica che lasci margine per un cambiamento di fase generale delle politiche di austerity imposte negli ultimi anni.
“Questa situazione” come scrive la Rete dei Comunisti, “non è il prodotto di questa o quella scelta “errata”, come peraltro dimostra la dimensione mondiale dell’epidemia, ma di una condizione strutturale del capitalismo che dopo l’ubriacatura della vittoria sul socialismo ora si trova di nuovo a fare i conti con sé stesso”
Dopo le anticipazioni di ieri, ecco in sintesi le misure adottate da questo decreto:
1. Per quanto riguarda l’implementazione del MISURE SANITARIE vengono previste una serie di misure tra cui:
– L’Aumento del fondo sanitario nazionale di 1,15 miliardi;
– vengono stanziati 150 milioni per gli straordinari del personale sanitario;
– viene prevista la possibilità di requisire beni mobili e immobili e personale di privati, anche degli ospedali privati, dietro indennizzo;
– aumento della platea del personale medico abilitato: da un lato la laurea in medicina diviene momentaneamente abilitante e l’esame di Stato viene sospeso, dall’altro si prevede una deroga alle norme di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie, per consentire l’esercizio temporaneo sul territorio nazionale a chi ha conseguito una professione sanitaria all’estero, regolata da specifiche direttive dell’Unione Europea (problema che si era posto con i medici provenienti ad esempio dal Venezuela);
– la disciplina relativa alla nomina con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19.
2. per quanto riguarda il SOSTEGNO ALL’OCCUPAZIONE E AI LAVORATORI PER LA DIFESA DEL LAVORO E DEL REDDITO:
– la cassa integrazione in deroga viene estesa all’intero territorio nazionale, a tutti i dipendenti, di tutti i settori produttivi comprese le aziende con meno di 5 dipendenti.
– L’accesso all’assegno ordinario con causale “emergenza COVID-19” viene esteso anche ai lavoratori dipendenti presso datori di lavoro iscritti al Fondo di integrazione salariale (FIS) che occupano mediamente più di 5 dipendenti;
– è riconosciuto un indennizzo di 600 euro, su base mensile, non tassabile, per i lavoratori autonomi e le partite IVA a cui si affianca un nuovo fondo per il reddito di ultima istanza con una dotazione di 300 milioni di euro come fondo residuale per coprire tutti gli esclusi dall’indennizzo di 600 euro, compresi i professionisti iscritti agli ordini;
– si prevede l’equiparazione alla malattia del periodo trascorso in quarantena o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva per Covid-19, per il settore privato (per il settore pubblico l’equiparazione era già stata inserita nel DL del 9 marzo 2020);
– congedo parentale: i genitori lavoratori, a seguito della sospensione del servizio scolastico, possono usufruire, per i figli di età non superiore ai 12 anni o con disabilità in situazione di gravità accertata, del congedo parentale per 15 giorni aggiuntivi al 50% del trattamento retributivo. In alternativa, è prevista l’assegnazione di un bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting nel limite di 600 euro, aumentato a 1.000 euro per il personale del Servizio Sanitario Nazionale e le forze dell’ordine;
– viene incrementato di 12 giornate il numero di giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa di cui alla legge 104/1992 in caso di handicap grave;
– viene previsto un premio per i lavoratori dipendenti pari a 100 euro da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro nel mese di marzo (nonostante l’emergenza coronavirus).
– I licenziamenti individuali e collettivi per cd. motivi economici vengono bloccati per due mesi.
3. SOSTEGNO ALLA LIQUIDITÀ DELLE FAMIGLIE E DELLE IMPRESE:
– Una moratoria dei finanziamenti a micro, piccole e medie imprese (che riguarda mutui, leasing, aperture di credito e finanziamenti a breve in scadenza);
– Potenziamento del fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese, anche per la rinegoziazione dei prestiti esistenti;
– rafforzamento dei Confidi per le microimprese, attraverso misure di semplificazione;
– estensione ai lavoratori autonomi e semplificazione dell’utilizzo del fondo per mutui prima casa;
– la costituzione presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale di un Fondo per la promozione integrata, finalizzato a sostenere l’internazionalizzazione del sistema Paese;
– Proroga per i risparmiatori danneggiati dalle banche poste in liquidazione i quali avranno tempo fino al 18 giugno (il termine è attualmente fissato al 18 aprile) per richiedere l’indennizzo del Fir, il fondo ad hoc per i risarcimenti. Agli azionisti e agli obbligazionisti potrà essere inoltre erogato un anticipo pari al 40% dell’importo spettante deliberato dalla Commissione tecnica in attesa del piano di riparto.
– introduzione di un meccanismo di controgaranzia per le banche, da parte di Cassa depositi e prestiti, con cui consentire l’espansione del credito anche alle imprese medio-grandi impattate dalla crisi;
– incentivo alla cessione dei crediti deteriorati (NPL) mediante conversione delle attività fiscali differite (DTA) in crediti di imposta per imprese finanziarie ed industriali;
– l’istituzione di un fondo emergenze spettacolo, cinema e audiovisivo e ulteriori disposizioni urgenti per sostenere il settore della cultura;
– l’aumento delle anticipazioni del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020 nell’ambito dei Piani Operativi delle Amministrazioni Centrali e dei Patti per lo sviluppo, con la possibilità di richiedere il venti per cento delle risorse assegnate ai singoli interventi, qualora questi ultimi siano dotati di progetto esecutivo approvato o definitivo approvato in caso di affidamento congiunto della progettazione ed esecuzione dei lavori.
– Tutto tace sul blocco degli sfratti (difficile stare a casa se non ne hai una..) ma si prevede la sospensione delle rate dei mutui prima casa.
4. per quanto riguarda le MISURE IN CAMPO FISCALE
– Sospensione dei pagamenti per sedici filiere (tra cui turismo, ristorazione e trasporto di merci): fino al 31 maggio ci sarà la sospensione dei pagamenti delle ritenute, contributi previdenziali e assistenziali e dell’IVA. Tale sospensione opera a prescindere dal tetto di fatturato di 2 milioni di euro previsto per imprese, autonomi e professionisti di altri settori.
– Vengono prorogati i termini di accertamento per il fisco per contrastare le evasioni fiscali.
A queste misure si aggiungono delle ulteriori misure ad esempio sulla questione carceraria e del problema del sovraffollamento, viene ampliato l’utilizzo della detenzione domiciliare per i condannati che non hanno più di 18 mesi di pena da scontare con l’esclusione di coloro che sono stati condannati per reati quali dalla mafia, terrorismo, corruzione, nonché – ed è drammaticamente un’alta percentuale- coloro che non risultano avere un domicilio idoneo. Gravissima ci pare inoltre l’esclusione di tale “beneficio” per i detenuti che abbiano ricevuto una sanzione disciplinare nei 12 mesi precedenti per alcune violazioni dell’ordinamento penitenziario o un rapporto disciplinare per le rivolte carcerarie del 7 marzo. Si tratta, come evidenziato dall’associazione Antigone di misure del tutto parziali e inadeguate a far fronte all’emergenza in atto determinata dal virus covid-19. Da un lato si irrigidirebbero meccanismi deflattivi già esistenti, dall’altro si richiede che tutti i detenuti con pene o residuo pene superiore a 6 mesi e fino a 18 diano il consenso al braccialetto elettronico. Si stima che tale misura comporterà l’uscita dal carcere di appena 2.000 detenuti a fronte di un problema di sovraffollamento di tutt’altra dimensione.
Inoltre, si prevedono misure per il trasporto aereo, come il riconoscimento di compensazioni per i danni subiti dalle imprese titolari di licenza di trasporto di passeggeri che esercitano oneri di servizio pubblico, l’incremento del fondo speciale per il sostegno del reddito e dell’occupazione e per la riconversione e riqualificazione del personale del settore, nonché la previsione della costituzione di una nuova società interamente controllata dal Ministero dell’economia e delle finanze, oppure controllata da una società a prevalente partecipazione pubblica anche indiretta, in considerazione della situazione determinata dall’emergenza sulle attività di Alitalia – Società Aerea Italiana S.p.a. e di Alitalia Cityliner S.p.a. entrambe in amministrazione straordinaria.
Infine, vengono stanziati 85 milioni per la didattica 2.0. I presidi potranno così organizzare le attività da remoto e lasciare gli istituti aperti solo per le attività «indifferibili». La presenza del personale Ata (tecnico-amministrativo) verrà prevista solo nei casi di stretta necessità, individuati dai dirigenti scolastici.
Che dire dunque? Riservandoci ogni più completa osservazione a freddo (e soprattutto con un testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale), il decreto si presenta ampiamente soddisfacente per le aziende soprattutto quelle grandi, ma per gli interessi di milioni di lavoratori si tratta di un tampone che non è e non può essere assolutamente sufficiente ad allentare la pressione del ricatto tra salute/sopravvivenza e lavoro a cui siamo tutti sottoposti in questi giorni.
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