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Ministra Azzolina, adesso ti valutiamo noi!

Negli ultimi giorni abbiamo voluto seguire attentamente i discorsi pubblici e le dichiarazioni della ministra dell’Istruzione Azzolina, sperando di ottenere informazioni più concrete rispetto a quelle poche e confuse scritte nelle circolari ministeriali e di sentire una presa di coscienza seria, da parte delle istituzioni, riguardo la situazione drammatica che sta vivendo tutto il mondo della scuola.

Così come noi hanno seguito anche tanti professori, studenti, famiglie, per cercare di trovare rassicurazioni da parte della ministra, in questo momento di profonda e innegabile insicurezza per ciò che sarà di quest’anno scolastico e del futuro dell’istruzione in Italia.

Quando la ministra ha parlato però ha completamente disatteso questa richiesta di certezze, più che legittima. Nei suoi discorsi, la situazione critica che stiamo vivendo è rappresentata come una disgrazia, una calamità che ha colpito il paese e la scuola e da cui è possibile uscire soltanto grazie all’impegno eroico e necessario di studenti, famiglie, professori. Una narrazione molto simile a quella dell’Unità Nazionale, portata avanti da governo e istituzioni, secondo cui la dimensione drammatica che viviamo riguarda tutta la popolazione in egual modo e per questo è fondamentale non creare divisioni o contrasti con il Governo, che – sempre secondo la loro narrazione – rappresenterebbe l’interesse comune della nazione.

Queste retoriche sono false, prima di tutto perché gli interessi di chi rappresenta gli sfruttatori, come Confindustria, che vuole che le fabbriche e le aziende restino aperte per continuare a guadagnare, sono diametralmente opposti a quelli degli sfruttati e dei lavoratori che vogliono preservare la salute propria e altrui, e questo è solo un esempio. Inoltre, sono retoriche funzionali a non riconoscere che siamo arrivati a questa crisi non per disgrazia, ma per le politiche economiche neoliberiste degli ultimi anni, che hanno portato allo smantellamento dei settori pubblici e che hanno tolto allo Stato la sua capacità di intervenire in economia e di fronteggiare emergenze come queste.

La classe politica che ha permesso tutto ciò oggi chiama all’unità perché non ha il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e perché vuole pacificare la rabbia sociale che – nei suoi confronti – cresce sempre di più.

In quest’ottica è importante analizzare l’operazione politica e comunicativa che l’Azzolina sta compiendo. Come anticipavamo prima, ogni talvolta che si esprime pubblicamente sottolinea in modo molto forte che le lezioni a distanza funzionano e sono possibili soltanto laddove c’è una grande cooperazione e un grande impegno fra professori, famiglie e studenti, e già questo di per sé presuppone che dipende sempre da loro se la Didattica a distanza (Dad) è fallimentare.

La ministra così, creando una retorica dell’ “impegno comune”, riesce a divincolarsi dalle sue responsabilità e a delegarle a professori, studenti e famiglie, il che è paradossale dal momento in cui sono le categorie che sono state più abbandonate in uno stato confusionario dal Miur. Si faccia ben attenzione però, perché l’“impegno comune” può diventare rapidamente una “corresponsabilità comune”, ed è ciò che l’Azzolina vuole.

Spieghiamoci meglio: lei sa perfettamente che in questo momento stanno emergendo in modo irruento tutte le contraddizioni del sistema scolastico italiano, contraddizioni che non sono date da singoli errori o dal fato, ma dal modo in cui l’Istruzione in questo paese, negli ultimi anni, è stata impostata in senso neoliberista. Oggi più che mai ci si rende conto di come il modello di apprendimento per competenze sia inutile e dannoso per i ragazzi, che sono abituati soltanto a immagazzinare nozioni, di come la scuola in mano ai privati serva solo alle aziende, di come l’autonomia delle singole scuole e la competizione fra di loro sia dannosa e aumenti soltanto le disuguaglianze.

Bisognerebbe pensare al presente e al futuro che verrà e compiere scelte radicali in senso opposto a quelle degli ultimi anni, ma l’Azzolina non può e non vuole farlo perché significherebbe mettere in discussione tutto il suo impianto politico e ideale di base. E così preferisce delegare i suoi doveri e abbandonare studenti e professori, rimanendo passiva e sperando che possa divincolarsi da una responsabilità che però è tutta sua. Si dimostra inadeguata e incosciente rispetto a un’emergenza di portata gigantesca.

Per quanto riguarda la didattica a distanza invece, dagli stessi discorsi lei continua ad affermare che stia funzionando e raggiungendo in modo efficace la maggior parte degli studenti e, soprattutto, che stia risultando in grado di replicare la vera didattica, quella frontale, a cui eravamo abituati prima della sospensione delle attività didattiche: è così che ha legittimato la possibilità della valutazione degli studenti con i voti online, seppur delegando completamente (anche in questo caso) la scelta di come valutare ai singoli consigli di classe e ai professori: un’ennesima prova di irresponsabilità che genera soltanto confusione.

Insomma, oltre a non presentare alcune soluzioni nuove, ha proposto ancora una narrazione distorta e drogata per mistificare la realtà (critica) dei fatti e non doverla affrontare. Per quanto riguarda la Dad, come OSA abbiamo già espresso la nostra posizione politica diverse volte: questa non può replicare la vera didattica, che dovrebbe essere basata su un rapporto vivo e continuo fra professore e alunno e su un processo di apprendimento e di crescita in cui la valutazione deve essere solo la parte finale e non il mero obbiettivo da raggiungere, come invece sembra al Miur.

Le video lezioni non garantiscono il diritto allo studio, e inoltre molti studenti sono impossibilitati a seguirle per motivi prettamente economici. La Dad acuisce le differenze tra scuole di serie A e di serie B e anche fra Nord e Sud del paese, e non garantisce a tutti uno svolgimento completo e omogeneo del programma scolastico: è partendo da queste considerazioni che noi rivendichiamo il 6 politico per tutti, la bocciatura per nessuno e che sia organizzato il recupero delle lezioni perse in queste settimane.

Il fatto che la ministra non stia minimamente considerando le ragioni degli studenti ci impone ancora di più di continuare a portare questi punti rivendicativi.

Di fronte a tutto ciò, riteniamo che non possiamo rimanere con le mani in mano aspettando che qualcosa si smuova o che qualcuno ci ascolti, perché dall’altra parte non c’è la volontà politica di farlo. È gravissimo, ma non possiamo abbatterci. È necessario invece portare avanti un percorso di lotta e di rivendicazione, in grado di far sentire la voce degli studenti e di opporsi a chi ci ha portato – e continua a portarci – in una situazione sempre più critica.

Per questo convochiamo un’assemblea virtuale aperta per mercoledì 1 aprile alle ore 15 su Discord App, per discutere sulle rivendicazioni e su come portarle avanti. L’assemblea si potrà seguire in diretta sui canali Instagram e Facebook di OSA, ma solo su Discord sarà possibile interagire.

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2 Commenti


  • Roberto Angelone

    Credo che un 6 politico per tutti non sarebbe giusto, ci sono tanti ragazzi che si sono impegnati molto e hanno raggiunto ottimi livelli. Si pensi a chi, arrivato in quinto anno di un istituto superiore, si prenderà il voto minimo, pur avendo lavorato sodo per cinque anni. Promuovere tutti è necessario, ma anche valutare impegno e risultati.


  • Rosamaria Di Liberti

    Il sei politico è pura follia….. anacronistica …….per giunta…intanto i 2/3 dell’ anno scolastico portato regolarmente avanti con la didattica in presenza i voti sono già stati dati….e quindi che senso ha appiattire ……che beneficio se ne può avere …. Sono assolutamente contraria a questa soluzione da ‘ 68……..chi già aveva assenze e gravissime insufficienze e malgrado tutte le sollecitazioni della scuola non si collega alle videoconferenze…non invia i compiti ecc…. puo’ dal consiglio di classe essere non ammesso….casi limiti da affidare al cdc

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