Il 29 e il 30 aprile siamo usciti di casa, sempre nel rispetto delle misure di sicurezza sanitaria, e abbiamo riempito le strade delle nostre voci lasciando cartelli e striscioni sui muri delle nostre città: dalla Lombardia alla Sicilia in tantissimi hanno risposto alla chiamata, una mobilitazione culminata con una rumorosa conferenza stampa sotto a Palazzo Chigi.
La pazienza è finita, vogliamo misure immediate per il blocco di affitti e utenze, garanzie e tutele per il diritto allo studio e reddito per tutti e tutte. Dopo due mesi di lockdown dal Governo ancora solo dichiarazioni, quando va bene, oppure direttamente il silenzio. Il premier Conte proprio durante la nostra mobilitazione ha speso mille parole in Parlamento per nascondere i ritardi e la mancanza di soluzioni vere da mettere in campo da parte del suo esecutivo e nessuna parola su noi giovani e studenti, spina dorsale e futuro di questo Paese.
Governo, opposizione, grandi sindacati confederali e le loro propaggini studentesche non rappresentano le nostre necessità di fronte ad una crisi sociale ed economica che avanza.
Vogliamo un’inversione di rotta radicale sulle priorità politiche in questo paese, dalla questione abitativa fino all’effettiva e omogenea garanzia del diritto allo studio.
L’abolizione delle tasse universitarie, l’erogazione immediata delle borse di studio, la retribuzione completa di tutti i contratti di collaborazione e dei tirocini curriculari, un semestre in più per evitare troppi fuori corso, agevolazioni per la didattica a distanza, l’eliminazione dei test di ingresso, la difesa dei lavoratori della ricerca e il blocco immediato di affitti e utenze con un investimento straordinario nell’edilizia pubblica, compresi gli studentati.
Con la lotta abbiamo già strappato i primi risultati sul tema degli affitti, molti media locali e nazionali stanno iniziato a dare spazio alle nostre rivendicazioni e l’interesse e la voglia di partecipazione di tanti giovani, studenti e precari in tutto il paese sono la conferma che la strada intrapresa è quella giusta.
Il dramma del Coronavirus sta spazzando via tutte le falsità con le quali siamo cresciuti, ci hanno sempre descritti come la generazione “smart”, “erasmus”, “imprenditrice di se stessa”, ma adesso è evidente che siamo sempre stati una generazione di lavoratori poveri, senza diritti e senza futuro, da sfruttare dove e quando serviva e poi abbandonare.
Ma adesso basta, vogliamo essere protagonisti, qui e ora. La nostra lotta continua: il 5 maggio sarà di nuovo mobilitazione nazionale, con presìdi in tutto il paese.
Diamo inizio alla #NostraFase2!
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