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Trump, Bolsonaro, Salvini: la politica delle fake news

Parlare di coronavirus dicendo, sostanzialmente, un sacco di balle. E a raccontarle sono alcuni dei più “pesanti” – per la dimensione del Paese in cui scorazzano –  leader mondiali, tra i quali Trump, Bolsonaro e Salvini.

A raccontarlo è la BBC nel corso della sua videorubrica Reality Check, condotta dal giornalista Chris Morris.

In una recente puntata sottolinea la strumentalizzazione e la forzatura della realtà operata dai leader politici in tema di coronavirus. Raccontare una verità di comodo, attraverso l’uso di social e media più tradizionali trasformarla in verità: ormai è diventata una strategia politica.

Non ci stupisce, chiaramente. Siamo abituati ad anni di bufale, fake news, narrazioni tossiche. Però che la BBC entri nel merito così chiaramente è una notizia. Senza dubbio. Una notizia che ci permette di fare una riflessione: perché l’uso spregiudicato della “pseudo verità”, se non proprio delle balle utilizzate in modo assolutamente consapevole, sembra proprio che sia elemento centrale della comunicazione politica di tanti rappresentanti di quella destra triviale, ignorante, populista in senso deteriore, sfacciata, aggressiva e razzista che tanto pareva funzionare prima dell’esplosione della pandemia di coronavirus. 

Conosciamo bene come funziona “La Bestia” di Salvini, ex inarrestabile macchina comunicativa messa in piedi per lui dallo spin doctor Luca Morisi.

Conosciamo anche il bombardamento di notizie false o distorte che per anni hanno dominato il dibattito politico in questo paese.

L’arrivo del Covid 19 ha però un po’ rivoluzionato la percezione collettiva della politica (i fatti sono più vicini agli occhi di tutti, quindi le menzogne su questo punto sono più facili da smascherare) e alcuni paradossi stanno emergendo in maniera molto evidente: ad esempio, un presidente che scherza con una pandemia ironizzando sulla presunta pericolosità del virus per poi diventare il capo del paese con più contagiati e più morti al mondo, beh, qualcosa in credibilità perde. 

Come Bolsonaro, personaggio a tratti surreale, che sta continuando a mimimizzare l’impatto del Covid al netto di quasi 120mila ammalati e quasi 8mila morti. Come anche il “nostro” (purtroppo) Matteo Salvini, che oltre al poco decoroso balletto “chiudiamo tutto/apriamo tutto” delle prime settimane dell’emergenza, ha continuato a distorcere la realtà o a rilanciare notizie false con l’unico intento di destabilizzare il governo. Che l’Esecutivo di Conte sia meritevole di critiche anche feroci non siamo di certo noi a negarlo, ma non di certo per i motivi per cui lo attacca il leader leghista. Che forse – ma siamo cattivi e malpensanti a dirlo, sia chiaro  – ha anche l’urgenza di distogliere l’attenzione da quello che è successo il Lombardia, dove il “modello” di gestione leghista ha ottenuto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.  

Insomma, fare politica utilizzando la distorsione della realtà: un approccio comune ai leader di destra di tutto il mondo che, comunque, dei risultati li ottiene. Facendo leva sulla paura, sulla disperazione, sull’ignoranza e sulla progressiva riduzione dei diritti che – ed è il paradosso – gli stessi modelli politici di Trump, Bolsonaro e Salvini contribuiscono a negare.

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