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La calda estate di Potere al Popolo

Si è riunito a Roma il Coordinamento Nazionale di Potere al Popolo. Finalmente in presenza, dopo mesi di distanziamento fisico e di assemblee online. Le dovute precauzioni non hanno impedito la gioia di tante compagne e compagni di rivedersi: Potere al Popolo non è solo un movimento politico, ma anche un modo di essere comunità, di aver cura l’uno dell’altro, di guardarsi negli occhi in un mondo che ci vuole sempre più individualizzati!

Il Coordinamento, che ha visto la partecipazione di decine di delegate e delegati da tutte le regioni italiane, ha affrontato diversi punti. Da una valutazione della fase economica e politica del nostro paese nel quadro internazionale, passando per un bilancio del lavoro di PaP negli ultimi mesi, fino al che fare, soffermandosi in particolare sull’autunno, sulla campagna di tesseramento 2020, sulla partecipazione alle diverse scadenze elettorali. Non è possibile riportare in poche righe l’ampio dibattito, ma proveremo in questo comunicato a sintetizzare le principali indicazioni emerse.

  1. Sul piano più generale

L’abbiamo detto e lo ribadiamo: ci troviamo di fronte a una situazione eccezionale. Il -11% del PIL italiano nel 2020 è uno scenario da dopoguerra. Reso più terribile dal blocco quasi totale del turismo e dal fatto che la crisi morda in tutti i paesi contemporaneamente. Sarà una rottura peggiore di quella del 2008, con la differenza che in 12 anni sono già stati bruciati enormi risparmi degli italiani, sono già stati portati indietro molti diritti…  Se la crisi di 12 anni fa ha determinato effetti politici enormi, è lecito aspettarsi che anche questa produca nei prossimi mesi e anni conseguenze al momento difficilmente prevedibili.Quello che però è certo è che, in assenza di una forte presenza di movimenti politici e sociali che lottano per la giustizia, la redistribuzione e i diritti, anche questa crisi porterà a nuove tragedie per le classi popolari, a una maggiore ferocia sociale, guerra di tutti contro tutti, rabbia e depressione, miseria per i più deboli.

L’UE non potrà salvare questo Governo: l’accordo sul Recovery Fund prevede soltanto 25 miliardi a fondo perduto, pochissimo rispetto a quanto ci sarebbe bisogno. Per il resto parliamo di prestiti, sottoposti peraltro a meccanismi di controllo che prevedono contropartite in termini di riforme neoliberiste (intervento sulle pensioni, sulle misure di assistenza sociale, sul lavoro).

Da un lato, senza forme di controllo popolare, senza mobilitazioni,questi soldi – peraltro gestiti in buona parte dalle Regioni secondo la logica dei “progetti” – finiranno certamente nelle tasche dei soliti noti, di speculatori, clientele, carrozzoni elettorali, non venendo adeguatamente redistribuiti sui territori e soprattutto non cambiando la logica che produce crisi e divaricazioni sociali. Il recente “Decreto Semplificazioni” fa apparire con evidenza come si vorrebbero spendere quei soldi: in deroga alla sicurezza, ai controlli ambientali, per ricoprire il paese di cemento e Grandi Opere Inutili.

Da un altro lato, è lecito aspettarsi nuove “riforme” peggiorative delle leggi attualmente esistenti in materia di pensioni, servizi, diritti sul lavoro ( per la posizione di PaP sul Recovery Fund, clicca qui ).

Per tutti questi motivi, Potere al Popolo è pienamente consapevole del suo compito storico, che non è quello di riformare qualche dettaglio, chiedere qualche briciola o far passare qualche piccola misura di facciata per coprire altre vergogne, ma quello di farla finita con la logica neoliberista, con la centralità del profitto e dei capitali a scapito della vita delle persone e dell’ambiente.La crisi non è casuale ma dipende da come oggi si produce, si lavora, si fanno circolare le merci:dobbiamo usarla come opportunità per ripensare tutto il nostro sistema. Potere al Popolo intende soprattutto mostrare praticamente come sia possibile fare altrimenti, abbinando sempre alla denuncia anche la proposta.

Se nel 2008-2011 la disorganizzazione delle forze anticapitaliste e la corruzione della “sinistra di Governo” hanno fatto perdere una grande opportunità storica – a differenza di quanto successo in altri paesi in cui sono nate forze politiche capaci di portare nel dibattito il punto di vista degli oppressi, mentre in Italia le proteste sono state capitalizzate dal Movimento 5 Stelle che le ha traditealleandosi con il partito unico del neoliberismo – non intendiamo perdere ulteriori occasioni. Potere al Popolo nasce proprio per affrontare i nodi e le contraddizioni che il sistema-Italia ha lasciato irrisolti e procrastinato per anni, e che ora potrebbero arrivare al pettine. Per questo non possiamo farci trovare impreparati all’autunno. Dobbiamo cercare di spingere, costruire, stare nelle mobilitazioni di massa delle tante persone che resteranno senza lavoro e che vedranno le loro condizioni di vita peggiorare.

La crisi accentuata dal coronavirus – senza escludere ondate di ritorno della pandemia – impatta infatti pesantemente sui settori sociali ai quali guarda Potere al Popolo sul terreno della ricomposizione e della rappresentanza. Finora il peso della crisi non è ancora stato sentito per via del blocco dei licenziamenti, per le misure di emergenza messe in campo dal governo, dei sussidi a livello locale, per via di un poco di risparmio accumulato. Ma in autunno tutte queste misure potrebbero venire meno e il malcontento esplodere.

Le stesse classi dominanti ammettono che i prossimi mesi saranno pieni di contraddizioni e emergenze sociali. Le dichiarazioni del Ministro degli Interni Lamorgese sui timori per l’ordine pubblico dicono molto su come chi ci comanda guarda alle conseguenze sociali delle loro devastanti riforme liberiste. Troppe le contraddizioni che la pandemia ha evidenziato: dal collasso della sanità pubblica alle limitazioni degli ammortizzatori sociali, dall’assenza del reddito esteso e congruo per i settori sociali più deboli alla mancata redistribuzione della ricchezza privata che ha generato – già da tempo – disuguaglianze insopportabili. Per non parlare della devastazione ambientale, che è ripresa il giorno dopo la fine del lockdown…

Di fronte a una fase politica, economica e sociale diversa da quella di qualche mese fa, Potere al Popolo sente la responsabilità di dover contribuire nel prossimo autunno alla convergenza delle mobilitazioni di tutte le forze sociali, sindacali e politiche alternative dal capitalismo, dal piccolo collettivo e alla piccola associazione di quartiere impegnata in forme di resistenza, fino alle personalità più note che criticano le politiche classiste e la gestione della crisi da parte del Governo.

In un autunno in cui già, come troppo spesso accade, i percorsi di mobilitazione si dividono, noi proponiamo almeno un dialogo, un confronto continuo, magari la costruzione di un percorso che metta tutti coloro che fanno in condizione di essere più uniti e coordinati nel conflitto e nella resistenza, e quindi anche più credibili per quelle classi popolari che vanno coinvolte e sostenute nelle loro forme di organizzazione.

  1. Un bilancio degli ultimi mesi e i nostri prossimi passi

Ci permettiamo di lanciare questo messaggio in quanto ci sembra di aver dimostrato pienamente in questi due anni e mezzo di vita, e in particolare in questi ultimi mesi di pandemia, la nostra dedizione, la nostra pulizia, la nostra convinzione che si possa davvero ottenere vittorie e non giocare un ruolo puramente testimoniale.

L’ultima riunione del Coordinamento ci ha permesso così anche di fare un bilancio dell’esperienza di Potere al Popolo. Ci sembra che, in questi ultimi due anni in cui a sinistra abbiamo visto di tutto, scissioni, nascita di nuovi effimeri soggetti, depressione, confusione, una parte di quadri politici passare persino con la destra, altri saltare sul carro del PD in nome dell’eterno “meno peggio”, Potere al Popolo, pur essendo una forza giovanissima e ancora composta di soli volontari, non solo abbia tenuto il punto politico con coerenza, ma abbia anche dimostrato, aggregando persone estranee ai circuiti politici, aprendo Case del Popolo, vincendo vertenze, eleggendo persino rappresentanti e declinando un programma di redistribuzione della ricchezza e di controllo popolare, come sia possibile in prospettiva riuscire a costruire un soggetto politico all’altezza delle sfide del nostro tempo.

Nei lunghi mesi di lockdown Potere al Popolo ha cercato con ogni di incentivare tutte le forme possibili di resistenza e aggregazione sociale, di sostenere i conflitti in corso, e subito dopo la fine delle restrizioni ha ripreso l’attività. Le iniziative per la sanità pubblica, la contestazione radicale del cinismo dimostrato dai padroni durante l’emergenza, le vertenze di lavoratrici e lavoratori rimasti senza reddito, le vertenze ambientali, le iniziative di solidarietà internazionalista con i movimenti negli Stati Uniti, dei popoli palestinesi e kurdo, la contestazione agli Stati Generali del governo e la partecipazione agli Stati Popolari degli sfruttati, hanno visto le attiviste e gli attivisti di Potere al Popolo presenti e attivi.

Certo, sappiamo che è ancora poco e che il quadro resta difficile, ma non c’è alternativa e non ci sono scorciatoie. Bisogna accumulare forze, fornire buoni esempi, far vedere un punto di vista per aggregare chi non è già dentro il mondo asfittico della politica. Per questo, anche nei prossimi mesi, intendiamo continuare con questo lavoro. Stare innanzitutto dentro le vertenze, le lotte in corso, i movimenti sociali, per diffondere pratiche e soprattutto un orizzonte comune alle diverse mobilitazioni.

A parte questo lavoro sociale, abbiamo deciso anche di stare in alcune competizioni elettorali in cui possiamo svolgere un ruolo effettivo di rappresentanza degli interessi della nostra classe. Saremo quindi presenti:

  1. Alleelezioni regionali in Campania e in Toscana, per fornire un’alternativa alla destra e alle forze di Governo (PD+5 Stelle).
  2. Alle elezioni comunali di Faenza (Emilia-Romagna), Viareggio (Toscana), Macerata e Senigallia (Marche), Albano (Lazio), Giugliano (Campania), Venezia con l’obiettivo di materializzare alternative credibili nelle istituzioni di prossimità.

Inoltre parteciperemo anche alla campagna referendaria sul taglio dei parlamentari, animando la battaglia per il NO alla conferma della legge che riduce la dimensione della rappresentanza invece che le retribuzioni dei parlamentari, rendendoci un paese molto meno democratico, in cui le forze popolari avranno molte più difficoltà a farsi sentire e la politica resterà un affare di pochi.

  1. La campagna di adesioni: una seconda nascita di PaP!

Ma oltre alle lotte sociali e alla lotta politico-elettorale, c’è anche e soprattutto da costruire organizzazione. Perché senza organizzazione il nostro popolo non ha modo di farsi valere. Per questo invitiamo tutte e tutti, militanti e simpatizzanti, a dare particolare attenzione alla campagna di adesione a Potere al Popolo!

Intendiamo questa campagna di adesione come una vera e propria seconda nascita di PaP, come un’occasione per tutte e tutti i movimenti sociali, gli attivisti in altre associazioni e forze, come un momento di apertura, di discussione, di rinnovamento sia dello Statuto, ovvero della forma organizzativa, sia della progettualità politica.

Vogliamo usare la campagna di adesioni per dare una casa alle avanguardie di lotta intercettate in questi anni, alle tante lavoratrici e lavoratori con cui abbiamo combattuto, alla sinistra diffusa e sparsa che però non ha smesso di crederci.

Potere al Popolo non è l’ennesimo partitino della sinistra, ma un progetto aperto, ancora tutto da costruire, uno strumento nelle mani di chi si mobilita. Questi due anni di vita sono stati due anni di prove, di sperimentazioni, di radicamento sui territori. Ma il grosso del lavoro è ancora da fare, e lo vogliamo fare insieme a tutti.

In questi due anni abbiamo testato la versione beta di una nuova organizzazione all’altezza dei tempi, abbiamo visto cosa funzionava e cosa no, testato i componenti. Ora vogliamo lanciare un progetto maggiormente strutturato, dal punto di vista dell’organizzazione interna e della direzione, che possa arrivare a un pubblico largo.  

In questo senso aderire è fondamentale non solo per sostenere quello che è il progetto politico più grande e attivo a sinistra del mondo-PD, ma anche per partecipare al processo costitutivo, che prevede le seguenti tappe.

+ Da giugno al 31 dicembre sono aperte le adesioni 2020, che varranno fino al maggio 2021;

+ Dal 20 settembre fino a inizio gennaio 2021 apriremo su tutti i territori momenti di discussione aperti a tutti gli aderenti per definire le modifiche allo statuto e al programma politico, sulla base del lavoro precedente e di un aggiornamento e proposte di modifica elaborate dal Coordinamento Nazionale;

+ Dal 20 settembre al 31 dicembre le assemblee territoriali, i singoli etc, potranno far pervenire documenti e considerazioni che verranno messi a disposizione degli aderenti di Potere al Popolo;

+ Da gennaio 2021 inizierà la votazione, su piattaforma online, intorno a tutti gli organi di Potere al Popolo:
a) Sul nuovo Statuto;
b) Sul nuovo Coordinamento Nazionale e sulla Commissione di Garanzia;
c) Sui portavoce.

Questo processo si concluderà con un’assemblea nazionale in presenza, intorno a febbraio/marzo (questo però dipende anche dallo sviluppo della pandemia), che sarà un momento di partecipazione di tutte le assemblee territoriali e di conoscenza fra i membri di PaP.

Insomma, un processo trasparente, democratico, che combina presenza fisica con lavoro online, aperto a tutte e tutti quelli che hanno voglia di cambiare questo mondo. Non vi resta che aderire qui, organizzare giornate di adesione, feste ed eventi estivi che possano far conoscere ovunque il nostro bellissimo progetto!

Per noi sarà un’estate calda, di conoscenze, incontri, costruzione e passione politica!

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