Per anni 40 comuni hanno sversato i loro reflui nel Sarno. La soluzione arriva a un passo dal voto.
Dopo anni di silenzio che ci sono costati tumori, morti e l’avvelenamento del fiume Sarno, piovono 80 milioni di euro per risolvere il problema del collettamento fognario. Per anni di lotte inascoltate, De Luca non ha realizzato nulla per la risoluzione del problema degli scarichi civili nel fiume Sarno ed oggi, a ridosso delle elezioni dopo la forte pressione sollevata negli ultimi mesi, tenta la solita mossa della politica accattona per colpire l’elettorato.
Ecco spiegata l’ultima passerella del vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola.
Come se si potesse dimenticare che per anni, anche sotto la sua Giunta, più di 40 comuni hanno sversato i loro reflui nelle acque del Sarno. “Tra un anno saremo la Regione più avanzata d’Italia sul fronte ambiente” ha dichiarato.
Per noi è difficile crederci. La propaganda crolla se rispolveriamo la memoria scomoda della sua gestione. “Sono oltre trent’anni che aspettiamo investimenti, bonifiche e controlli per quest’area disperata della Campania – denuncia Giuliano Granato, candidato per Potere al Popolo alla presidenza della Regione – Gli abitanti dell’Agro, prima di essere utili elettori, sono cittadini. Avrebbero avuto diritto ad essere ascoltati e ad avere delle risposte prima della scadenza di mandato del Presidente De Luca. Stiamo parlando di tutela della salute e dell’ambiente. Assistiamo ad una situazione penosa da tutti i punti di vista. Noi non dimentichiamo”.
Ecco una ricostruzione dei cinque anni di operato sul collettamento fognario del bacino del Sarno:
Dal 2015 al 2016, De Luca non pervenuto sull’argomento.
Nel 2016 ha sciolto inspiegabilmente ARCADIS (Agenzia Regionale Campana per la Difesa del Suolo), ente delegato dal ministero come commissario per risolvere lo stato di emergenza nel bacino idrografico del Sarno, impedendo l’inizio dei lavori.
Nel 2017 affida il piano degli interventi alla Direzione Generale per l’Ambiente, la Difesa Suolo e l’Ecosistema della Giunta Regionale della Campania che non è mai operativamente partita.
Nel 2018 crea l’ennesima Direzione Generale denominata “Ciclo integrato delle Acque e dei Rifiuti, Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali” a cui vengono attribuite parte delle competenze della direzione precedente, rendendo ancora più farraginosa la programmazione degli interventi per il collettamento da realizzare.
Nel 2019 De Luca crea un altro organismo, l’UOD (Risanamento ambientale del bacino idrografico del fiume Sarno) a cui affidare la missione. In sostanza un riassetto organizzativo lungo, ma soprattutto incomprensibile perché l’EIC (Ente Idrico Campano), organo preesistente, dovrebbe occuparsi anche del servizio fognario e depurativo.
Nel 2020 inoltre ha ulteriormente diviso le competenze e affidato la realizzazione dei lavori a GORI SPA, società che in più occasioni ha dimostrato poca trasparenza nella gestione della rete idrica e esosità ingiustificata delle tariffe. Sempre GORI con il subappalto dei lavori per il primo lotto ha bloccato ancora una volta la partenza delle operazioni.
Alla fine della fiera, per cinque anni è rimasto tutto fermo.
Noi, Potere al popolo, proponiamo:
a) Una riforma dell’EIC in senso democratico, affinché i rappresentanti degli enti locali possano avere davvero voce in capitolo e venga garantita la partecipazione alle scelte decisionali di comitati e cittadini.
b) A riforma effettuata, affidare all’EIC la gestione degli interventi che riguardano il collettamento fognario: i lavori vanno realizzati dal Polo Unico Ambientale e non dalla GORI.
c) affrontare la mitigazione del rischio idraulico del fiume Sarno attraverso interventi di gestione delle acque di prima pioggia e attuando le opere di ingegneria naturalistica necessarie. A tal proposito, si ritiene inutile, dannoso e dispendioso in termini economici il Grande Progetto Sarno; i relativi fondi europei dovranno essere riallocati nella nuova programmazione 2021/2027.
d) Affidare gestione e manutenzione ordinaria del Fiume Sarno al Polo Unico Ambientale, al fine di dipanare la matassa di competenze tra i vari enti (Consorzio di Bonifica; Ente Regionale del Parco del fiume Sarno; comuni; ecc.).
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