Si chiama Guglielmo Stagno D’Alcontres è giovane, nobile e ricco, ha naturalmente studiato alla Bocconi ed è stato esaltato e premiato come imprenditore innovativo ed ecologico. Ha fondato a Milano un’azienda agricola, la Straberry, che vendeva direttamente i suoi prodotti, fragole e frutti di bosco, nei mercati con caratteristici furgoncini APE.
Per cominciare il nostro imprenditore trentunenne aveva avuto bisogno dell’aiutino di mammà, che gli aveva dato i sessanta ettari posseduti a Cassina de Pecchi , periferia della capitale lombarda. Ma poi il giovanotto aveva avviato il suo Start Up – in Italia si usa sempre l’inglese per legittimare gli affari – ed aveva avuto successo.
Milioni di euro raccolti vendendo frutta bio a chilometro zero, coltivata con alta tecnologia ed energie rinnovabili. Se andate sul sito dello Straberry vedete che si offrono anche visite guidate e picnic per bambini nell’azienda agricola alle porte di Milano.
Ora questa azienda giovane, smart, green è sotto sequestro per caporalato, sfruttamento e lavoro nero.
Sì perché la Guardia di Finanza insospettita dal via vai di lavoratori che risultava dai registri INPS, ha cominciato ad indagare sulla Straberry ed ha scoperto che sotto il verde c’era lo schiavismo. Migranti costretti a 9/10 ore di lavoro al giorno per pochi euro, al di sotto di ogni contratto e in condizioni disumane, senza neppure le mascherine.
Alla base di tutto c’era naturalmente quel ricatto sul quale oggi si regge tutto il nostro sistema di lavoro: o mangi questa minestra o salti dalla finestra. E per un migrante la finestra non è solo la perdita del lavoro, ma quella dei diritti umani.
Scrive il Sole 24 Ore: «Approfittando delle condizioni di bisogno dei dipendenti mediante la minaccia che l’eventuale disobbedienza alle pressanti imposizioni dei datori di lavoro avrebbe comportato sospensioni o licenziamenti in tronco», i titolari dell’azienda – per l’accusa – riuscivano a ridurre il costo della manodopera e massimizzare i guadagni. –
Ora gli amministratori dell’azienda e altri coinvolti nello schiavismo sono indagati per un bel pò di reati e l’azienda è sequestrata, seconda misura di questo tipo dopo quella presa, sempre a Milano, poco tempo fa per Uber Italy.
La realtà è che la criminalità imprenditoriale dilaga nel paese e dopo il Covid ancora di più. Queste aziende non sono eccezioni, eccezioni sono gli imprenditori che rispettano leggi e contratti. Il capitalismo italiano non è mai stato granché, ma ora sta precipitando verso il basso e nelle vie di Milano incontri sempre più persone schiavizzate come nei ghetti delle campagne meridionali.
È un modello economico e sociale marcio, che però viene continuamente e ferocemente riproposto. Il presidente della Confindustria Bonomi, anche lui bocconiano, ricatta tutto il paese minacciando un milione di licenziamenti se non verranno definitivamente distrutti i contratti.
Le encomiabili iniziative di alcuni settori dello Stato contro il dilagare dello schiavismo non riusciranno a fermare la criminalità imprenditoriale, fino a che non ci sarà una svolta politica a favore del lavoro e contro il mercato, il profitto, il potere d’impresa. L’opposto insomma di ciò che si è fatto e si continua a fare sinora. I padroni cominceranno a capire che l’aria è cambiata quando saranno abolite con vergogna leggi come il Jobsact e la Bossi Fini.
Quanto al nobile rampollo Guglielmo Stagno D’Alcontres, gli dedichiamo il grande Eduardo De Filippo ne L’Oro di Napoli.
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