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Roma. “Va trovata un’altra strada sulle comunali del 2021”. Giovedi una assemblea per discuterne

Una scossa salutare e necessaria. La lettera con cui è stata chiamata l’assemblea cittadina – E’ ora che se ne parli – di giovedi 10 dicembre a Roma, così è stata salutata da molte attiviste e attivisti impegnati nelle lotte sociali e sindacali nella città e da militanti storici del movimento nella Capitale.

L’appuntamento delle elezioni comunali a Roma il prossimo anno va assumendo una rilevanza fuori dalla normale amministrazione. Sia perché la partita sulla Capitale vede e vedrà in campo interessi materiali “pesanti” alla luce della pioggia di finanziamenti europei, sia perché sono diventate assai più pesanti le condizioni di vita per migliaia di persone e questa condizione invoca ormai da tempo un riscatto che la traiettoria della amministrazione Raggi e del M5S ha definitivamente disatteso.

Infine, come viene richiamato anche nella lettera, nel 2021 non si voterà solo per le comunali a Roma ma anche in altre aree metropolitane come Napoli, Milano, Torino, Bologna. Insomma un test politico a tutto tondo.

I firmatari della lettera che ha convocato l’assemblea, dalla pattuglia iniziale sono arrivati ormai ad una sessantina e sono rappresentativi di un mondo che negli anni – ed anche in questi pesantissimi mesi di pandemic fatigue – ha animato i conflitti sociali a Roma, mantenendo viva una autonomia dal politico che intende funzionare come anticorpo rispetto alla subalternità e alla logica della sconfitta ma anche una certa dose di opportunismo che ne consegue.

I promotori dell’assemblea non nascondono che in qualche modo questo appuntamento – e il confronto e il percorso che intende avviare – abbiano guastato una deriva che vede anche settori della compagneria adagiarsi e adeguarsi alla sopravvivenza negli interstizi del sistema di governo e sottogoverno legata al Pd, magari all’insegna ormai estenuata del “fermiamo le destre” o degli spazi che offre il cosiddetto “Terzo settore”, rivelatosi però del tutto complementare alla privatizzazione e smantellamento del welfare pubblico.

Un meno peggio che via via è diventato il peggio. “Le energie e le capacità che hanno caratterizzato le lotte in città, anche in momenti difficili, non sono esaurite, a volte hanno cambiato forma, comprese le forme di mutuo aiuto che si praticano dall’inizio della crisi pandemica” – scrivono i firmatari della lettera – “ma sembrano mancare di un orizzonte comune, fino a far ritenere affascinante anche il “rospo” democratico che ci si accinge di nuovo ad ingoiare”.

Ma nella lettera c’è anche un salto di qualità interessante e significativo per soggetti che, fino ad oggi, hanno “glissato” la scadenza elettorale contrapponendole la sola dimensione del conflitto sociale. “Possiamo decidere  che l’unica strada è quella dell’antagonismo e del conflitto irriducibile, come strumenti di mediazione e di gestione dei rapporti di forza e farlo anche durante la campagna elettorale. Ma forse stavolta non ci basta” recita un passaggio della lettera, che sottolinea come stavolta “Non è quello che forse si aspettano le migliaia di persone che insieme a noi provano a non mollare, a non accettare la logica del bonus emergenziale, a contrastare metro dopo metro l’estrazione di valore da una città cementificata oltremisura da parte della rendita e della finanza”.

Da qui la decisione di prendere parola e aprire un confronto sull’appuntamento del 2021 a Roma che rimetta in campo una capacità di essere soggetto e non oggetto di un passaggio politico importante.

Sicuramente è un approccio e una ipotesi che guasterà i sonni a più di qualcuno, che magari ha già avviato la macchina e spera di arrivare all’appuntamento solo per esserci, magari abborracciando programmi che mancano però della sostanza sociale in carne ed ossa per essere combattuti, conquistati e realizzati. In pratica si ripropone ancora di opporre al massimo la “buona amministrazione” verso interessi materiali pesanti che hanno devastato Roma in ogni senso. Per questo è decisivo prendere coscienza che non servirà la solita “lista di sinistra”, ma che occorre accettare la sfida in mezzo ai settori popolari che la pandemia e la crisi sociale stanno trascinando ancora più in fondo.

Siamo determinati a non arretrare limitandoci a difendere le nostre casematte, vogliamo essere corpo sociale e politico antagonista nelle strade, nelle piazze, nel rapporto con la pancia sociale arrabbiata delle periferie che ha votato i 5Stelle e potrebbe orientarsi verso la destra come nuova forma di risentimento e distanza da chi governa da tempo sull’emergenza e su questa genera i propri profitti. Vogliamo dare voce a quella rabbia giovanile che in queste settimane ha rotto i divieti e dato forma al senso di abbandono e tradimento che sta soffocando una intera generazione” scrivono i firmatari che hanno convocato l’assemblea di giovedi.

Proviamo a capire insieme se, anche nelle elezioni comunali di Roma, c’è un’altra strada da quella pasticciata che il centrosinistra sta offrendo alla città. Liberiamo le nostre energie, torniamo a fare movimento, costruiamo la nostra strada, utilizzando ogni strumento che la fase ci mette a disposizione”.

L’appuntamento è giovedi 10 dicembre alle ore 18.00 all’occupazione abitativa di viale delle Provincie 196.

sarà possibile seguire l’assemblea in diretta facebook anche sulla pagina: https://www.facebook.com/contropiano

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1 Commento


  • Francesca Anna Perri

    Ci saro’

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