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Sciopero studentesco dalla “Dad”: computer spenti e proteste nelle scuole

Quella del 18 dicembre è stata un’importante giornata di lotta degli studenti che in tutta Italia si sono mobilitati per chiedere la sospensione della valutazione, un imponente piano di recupero della didattica per fronteggiare l’enorme crisi pedagogica alla quale il Governo li ha esposti, e investimenti strutturali nell’istruzione.

L’occasione è stata la giornata nazionale di sciopero della didattica a distanza (Dad) e di agitazione studentesca indetta dall’OSA – Opposizione Studentesca d’Alternativa e da vari collettivi e realtà studentesche.

Lo sciopero della Dad – un inedito ma efficace strumento di lotta in mano agli studenti ai tempi del Covid – ha raccolto larga adesione fra i ragazzi delle superiori: di fronte a un rientro a gennaio che si prospetta un vero e proprio disastro come lo è stato quello a settembre, sia per quanto riguarda le condizioni di sicurezza che il diritto allo studio, i ragazzi hanno deciso di spegnere il computer (per chi ha la fortuna di averlo!) e di unirsi al coro di lotta che ha attraversato il paese in occasione della prima giornata di discussione al Parlamento della Legge di Bilancio.

Dal punto di vista studentesco è stata una giornata di lotta in controtendenza rispetto all’andamento delle iniziative delle ultime settimane. Organizzare il conflitto nelle scuole senza le scuole, ossia senza quei luoghi di incontro fisico, sociale e aggregativo di massa come lo erano gli istituti quotidianamente prima della loro chiusura è certamente un limite e un ostacolo per mettere in campo momenti di lotta e di conflitto di massa fra gli studenti.

L’atomizzazione a cui ora più che mai sono sottoposti gli studenti, a cui va aggiunta la grossa dose di lavoro ideologico a colpi di individualismo di massa e competizione sfrenata, allontana da una dinamica sociale e di riconoscimento collettivo fra pari. Quest’ultima è la base ideale e necessaria da cui partire per la costruzione di conflitto di massa tra le scuole, storicamente disposte alla lotta.

È proprio per questo che nel 18 rileviamo una controtendenza: dopo settimane di vuoto, dal Nord al Sud del paese si sono moltiplicate iniziative durante e prima della giornata, fra assemblee studentesche, presidi, cortei, volantinaggi e azioni nelle scuole aperte per i laboratori e nei quartieri, occupazioni di edifici scolastici abbandonati (come a Roma e a Milano), larghe adesioni allo sciopero e partecipazione alle correlate iniziative mediatiche.

Un esempio eclatante di questo lo abbiamo visto al Liceo Pilo Albertelli di Roma, a Santa Maria Maggiore. Qui gli studenti hanno deciso di aderire alla giornata e di costruire una grande protesta di tutta la scuola, riuscendoci pienamente: più di 12 classi dell’Istituto hanno aderito completamente allo sciopero, in tante altre classi hanno aderito numerosi singoli, contando un’adesione complessiva di oltre 300-400 studenti in tutta la scuola (più della metà).

Sulla spinta dello sciopero, dalle classi si sono moltiplicati i messaggi e le lettere a coordinatori di classe e alla presidenza per esporre le proprie specifiche problematicità, pur mantenendo un attacco continuo alla situazione generale in cui versa l’istruzione in Italia: una grande e da molti inaspettata consapevolezza politica di tanti studenti, stremati dalla situazione che si protrae da mesi, che in modo intelligente hanno saputo trasformare la frustrazione individuale in rabbia e voglia di riscatto collettiva.

L’imponente adesione allo sciopero rilevata già dai giorni prima ha convinto i ragazzi organizzatori a gettare il cuore oltre l’ostacolo e a portare la protesta fino a scuola, sotto le classi e gli uffici della presidenza: il presidio convocato ha raccolto una quarantina di ragazzi venuti da tutte le parti di Roma e provincia (il Liceo è poco distante da Termini), un’affluenza importante e ben oltre le aspettative che rappresenta un segnale importante in questo momento di assenza di conflitto nella scuole.

Il presidio – forte della numerosa partecipazione e dello sciopero di massa in contemporanea – ha inoltre ottenuto un incontro con la Presidenza, a cui ha riportato le problematicità degli studenti e le rivendicazioni della giornata.

Al termine dell’incontro, studentesse e studenti si sono riuniti in assemblea esprimendo la necessità comune di continuare a lottare di fronte alla mancanza di garanzie, perché “solo così possiamo essere ascoltati”.

Alla pazienza” assassina del padronato italiano, la migliore risposta – ci insegnano gli studenti – è la lotta.

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