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2020: annus horribilis, ma non è piovuto dal cielo

In Italia, 70.000 morti di e per Covid19 ma, anche e soprattutto, grazie a 10 anni di tagli lineari al Servizio Sanitario Nazionale: ce li chiedeva la UE, li hanno applicati tutti i governi di centrodestra, centrosinistra e centrocentro.

Dall’Italia, 9.000 migranti sono stati riportati nei lager Libici dal governo Conte bis nel 2020 mentre 672 morivano in mare e 72 via terra.

Ancora in Italia, abbiamo avuto quasi 1.000 morti sul lavoro fino a settembre scorso: mai così tanti decessi in 9 mesi (1 su 3 a causa del Covid, troppo spesso per carenza o assenza di d.p.i.).

L’Italia, poi, è al primo posto fra gli Stati europei per numero di morti premature annuali dovute all’inquinamento atmosferico da biossido di azoto (NO2), e al secondo, dopo la Germania, sia per le morti premature (52.300) causate dal particolato fine (PM2,5), che per quelle (3.000) dovute all’ozono troposferico (O3) misurato al suolo(dati 2018) per un totale di più di 60.000 decessi.

Mentre nel mondo, a ottobre scorso, c’erano già oltre 100 milioni di nuovi poveri a seguito della pandemia, in Italia, la crisi legata al Covid-19 ha causato un deciso balzo in avanti dell’area della povertà che, tra gennaio ed ottobre 2020, è passata dal 32% al 45% .

Nello stesso lasso di tempo i “nostri” paperoni hanno visto aumentare di svariati miliardi il proprio personale patrimonio. E tuttavia, lo abbiamo visto: non appena qualche temerario si è azzardato anche solo ad accennare ad una timida patrimoniale, il 98% del parlamento si è dissociato dai proponenti alzando un muro di gomma impenetrabile con l’avallo di tutta la grande stampa e di tutti i think tank che contano.

Guai ai poveri! W i ricchi! È tutto un coro.

Inoltre, il mio pensiero, in questo Natale così particolare, va al povero popolo palestinese che sta soffrendo le pene dell’inferno sotto il tallone di ferro dell’apartheid israeliana; va ai popoli dell’Africa che pagano ancora un prezzo carissimo ad un neocolonialismo ancora più feroce che in passato; va ai poveri brasiliani che stanno morendo a decine di migliaia per colpa di un pazzo fascista ed ai popoli indigeni la cui sopravvivenza è quanto mai incerta a causa della distruzione delle grandi foreste pluviali.

Va al popolo dello Yemen da 5 anni martoriato da una spietata guerra di aggressione condotta dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita, dalle monarchie del Golfo e dagli Usa. Secondo uno studio commissionato dall’Onu, 102.000 persone potrebbero essere morte a causa dei bombardamenti indiscriminati sulle popolazioni civili a cui si aggiungerebbero altre 131.000 per le conseguenze della guerra.

Non è per rovinarvi la festa ma facciamo che a Natale, oltre a riposarci e scambiarci pacchettini e auguri, meditiamo su questi numeri inaccettabili che sono la cifra di un anno decisamente terribile di un paese e di un mondo che così non può, di certo, andare avanti.

Sono le cifre di una guerra spietata e inarrestabile, causata da ignavia, avidità e sete illimitata di profitti che, ogni santo giorno, un mostro chiamato capitalismo muove contro l’umanità intera. Cifre che dovrebbero indurci a capire che, o mettiamo subito in agenda un cambio di sistema o, con le attuali premesse, rischiamo un 2021 da incubo ed un futuro nerissimo, soprattutto quello dei nostri figli per i quali già si prefigurano scenari apocalittici.

Scusate la franchezza, ma, se Natale deve essere, che sia un giorno in cui dedichiamo anche un pensiero sincero e davvero solidale a tutte le vittime di un modello socioecomico in crisi strutturale, profonda e irreversibile, che, come una bestia ferita, ormai, genera solo distruzione e morte.

Buon Natale.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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2 Commenti


  • Giorgio Pietro Cherubini

    Per cortesia, la situazione è talmente complessa che sicuramente non aiuta mischiare problemi con posizioni ideologiche da quattro soldi.
    O Dio, per chi crede, ora questo che farnetica?
    Dico che i problemi si risolvono prima capendoli, e poi trovando delle risposte fattibili, non certo del fumo negli occhi.
    Esempio: un conto è la tassazione sui redditi, che deve essere progressiva, diverso è una tassazione sui patrimoni, che non produce nulla perché nessuno comprerebbe un patrimonio per poi essere tassato più di quanto vale.
    Poi il patrimonio, se non incide sul potenziale raggiungimento del benessere di altri, è ininfluente.
    Un’ultima cosa, noi consumiamo prodotti, non soldi, quindi anche un flusso di moneta se non viene usato per produrre prodotti, distrugge anche quel benessere che c’è.


    • Redazione Contropiano

      Per cortesia, la situazione è così complessa che conviene a tutti non fare confusione…
      Per esempio: quando si dice “patrimoni”, qui in Italia, si intende subito “immobili”. Che è un’idiozia…
      E’ “patrimonio” ogni tipo di possedimento privato, infatti. In primo luogo quelli “mobiliari”, che significa liquido o liquidabile, tipo conti correnti (all’estero o in Italia), titoli di stato, azioni, ecc.
      Tutta roba che è tassata meno dei redditi da lavoro (aliquota minima 23%, poi si sale…) o addirittura viene nascosta al fisco attraverso milioni di marchingegni legali e illegali.
      Questi patrimoni “non si comprano”, si accumulano. Al contrario delle case.
      Dunque, chi confonde – per ignoranza o cattiva fede – i “patrimoni” con la propria casetta acquistata a colpi di debiti (mutuo) sta facendo un favore a quei bastardi che accumulano patrimoni e sventolano da lontano quella casetta come l’oggetto che verrebbe colpito da una patrimoniale.
      Non a caso qui preferiamo parlare di “Billionaire tax”, con cifre oltre i sei zeri,così si capisce prima con chi ce l’abbiamo…

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