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Vaccini. Profitti versus gratuità e accessibilità. Alternative possibili

Ieri è stato possibile seguire una interessantissima conferenza online (webinar come si dice adesso) sulla contraddittoria vicenda dei vaccini. L’evento è stato seguito da migliaia di persone. Un segnale interessante.

Al confronto hanno partecipato Fabrizio Chiodo, immunologo e professore di chimica all’Avana, da poco rientrato al Cnr di Pozzuoli e unico italiano nel team statale cubano che lavora alla ricerca dei vaccini contro il COVID-19, il Soberana; Marc Botenga, europarlamentare e membro del Partito del Lavoro del Belgio, tra i promotori della campagna europea Right2cure, collegata all’iniziativa dei cittadini europei NoprofitonPandemic;  i due portavoce nazionali di Potere al Popolo Viola Carofalo e Giorgio Cremaschi.

La campagna NoprofitonPandemic si pone l’obiettivo di contrastare il controllo sulla salute pubblica da parte delle multinazionali farmaceutiche imponendo la rimozione dei brevetti sui vaccini, aumentando la trasparenza e agevolando in questo modo la loro produzione in tutto il mondo.

Dopo un 2020 catastrofico su tanti aspetti, dalla difficoltà a coltivare le nostre relazioni sociali al lavoro, tutte e tutti non vedono l’ora di voltare pagina. Gran parte delle speranze sono rivolte all’arrivo del vaccino. Ne parlano ossessivamente tutti i mezzi di informazione, per lo più con toni entusiastici, ma ogni tanto lasciando emergere i tanti lati oscuri e le irrazionalità: sarà efficace? Ci renderà immuni e non più contagiosi? La prospettiva di enormi profitti per le grandi compagnie farmaceutiche avrà minato l’efficienza della fase sperimentale? Quanto ci costerà, oltre tutti i finanziamenti pubblici regalati per la sua creazione? Quando finirà questo incubo se per i 3/4 del mondo il vaccino arriverà solo a fine anno a causa dei brevetti che ne limitano la produzione?

Sono tantissime le cose che ancora non sono chiare. Tuttavia è chiaro che le cose potrebbero andare in maniera diversa. Crediamo che nell’ambito di una pandemia globale in cui tenere il conto delle vite perse – siamo alla soglia dei 2 milioni di morti nel mondo – fa rabbrividire, sia inconcepibile che l’accesso al vaccino sia limitato dai brevetti di vaccini prodotti con finanziamenti pubblici.

Ci deve essere un’alternativa all’assenza di trasparenza sui contratti tra le istituzioni (nel nostro caso la Commissione Europea) e le compagnie farmaceutiche private, alla loro necessità di profitto e ai limiti imposti dai brevetti alla produzione e distribuzione del vaccino. Su questa idea, che parte dall’assunto che la salute deve esser parte di quei diritti inalienabili delle nostre comunità, alcune organizzazioni a livello europeo si sono organizzate in campagne per contrastare il dominio delle grandi case farmaceutiche sulle nostre istituzioni.

Ci sono anche esempi concreti di un’altra via. Cuba ci dimostra come una piccolissima isola nel mezzo nell’America Centrale, con solo 11 milioni di abitanti e un embargo che dura da quasi 60 anni, possa far a meno delle grandi Big Pharma e si organizzi per produrre un vaccino completamente pubblico e gratuito.

 

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