La questione vaccino emerge come cruciale sotto molti punti di vista. Dietro gli articoli degli ultimi giorni sui risultati di potenziali vaccini (sperimentati da Oxford e AstraZeneca, Pfizer e BioNTech, Moderna, e anche dall’italiana Reithera – che tra l’altro di italiani avrebbe solo i finanziamenti pubblici essendo controllata al 100% da una società anonima svizzera in cui risultano due alti dirigenti di una multinazionale inglese) ci sono importanti questioni politiche.
Lo scontro internazionale sui vaccini
C’è chiaramente un piano sanitario globale. Segue l’esasperazione delle sue diseguaglianze internazionali. Si prevede che 2/3 del mondo avrà un accesso al vaccino solo nel 2022. L’80% delle scorte del vaccino della Pfizer sono già state “prenotate” dai Paesi più ricchi del pianeta: USA, UE, UK, Giappone, Canada, le cui popolazioni, sommate, raggiungono il 14% della popolazione mondiale. Non cambia la storia col vaccino di Moderna: il 78% delle scorte è destinato ai Paesi più ricchi, che in questo caso rappresentano il 12% della popolazione mondiale.
Pfizer/BionTech dovrebbero godere del monopolio per 20 anni, grazie ai brevetti. Significa che nessun altro potrà produrre o vendere il vaccino prima del 2041. Tra parentesi, si stima che Pfizer otterrà 13 miliardi di dollari nel 2021, proprio grazie al vaccino.
Ogni paese compete con gli altri, anziché cooperare, nella speranza che accaparrarsi le dosi adeguate voglia dire poter far ripartire la propria economia prima degli altri.
Pubblico versus privato
Centrale è chiaramente anche la relazione pubblico/privato. Valanghe di finanziamenti pubblici vengono dati ad aziende private attraverso la stipula di contratti “de-risk“, senza rischio… per i privati. In poche parole, se il vaccino di una azienda finanziata con soldi pubblici non funziona, pazienza, il pubblico ha investito male i soldi.
Ma anche nel caso emergessero effetti collaterali sugli individui, a coprirne i risarcimenti sarà sempre il pubblico. I privati in compenso mantengono la proprietà intellettuale dei brevetti, e se le cose vanno bene – dopo una prima fase in cui sono (in alcuni casi) tenuti a distribuirlo a prezzi calmierati, possono farne quel che vogliono.
Tipo aumentarne il prezzo, fare profitti miliardari (oltre i miliardi di investimenti pubblici già incassati per la sua produzione) ma anche usare quella stessa tecnologia sviluppata da investimenti pubblici per altri tipi di prodotti.
Per fare un esempio, la stessa ricerca della Pfizer ha beneficiato dell’acquisto in anticipo di milioni di dosi da parte dei Governi dei Paesi più ricchi del pianeta. E BioNTech ha ricevuto 375 milioni di finanziamento diretto da parte del Governo tedesco. La tecnologia su cui si fonda il vaccino fu finanziata dal Governo statunitense. Insomma, il pubblico è tutt’altro che assente, anche da queste “scoperte”.
Per un approfondimento qui c’è il link del servizio di Report: https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/Inchiesta-Item-97eb6b9e-3c63-4cca-982b-2d777abca890.html
Il servizio offre vari spunti interessanti, tra cui: 1) lo sperpero di denaro pubblico direttamente o indirettamente donato ad aziende private, inclusa quella che italiana non è, accennando anche al collegamento tra imprenditori e politici; 2) al pubblico non manca il know-how, ma piuttosto le infrastrutture, quindi investimenti; 3) la questione geopolitica; 4) accenna al tentativo di reazione organizzata a livello europeo, dando voce a Marc Botenga – eurodeputato del PTB, Partito dei Lavoratori del Belgio.
Il PTB è tra gli organizzatori di Right2cure https://www.right2cure.eu.
La campagna, che promuove l’idea di un vaccino come bene pubblico, vuole organizzare una iniziativa dei cittadini europei (ICE) che verrà lanciata il 30-11-2020. ICE è uno strumento che prevede che i cittadini dell’Unione possono invitare ufficialmente la Commissione europea a presentare una proposta appropriata su materie in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico ai fini dell’attuazione dei trattati.
Per far questo bisogna raccogliere in un anno almeno un milione di firme da almeno 1/4 dei paesi membri. Non è uno strumento particolarmente forte, la commissione può rigettare la proposta. Ma se la accoglie, gli organizzatori possono presentarla al Parlamento europeo. Tra i precedenti c’è “Right2Water”. È stato organizzato un comitato di cittadini da vari paesi europei composto da movimenti sociali, ONG e individui.
Nei scorsi mesi la campagna non è decollata, il numero di firme alla petizione è ancora molto basso e noi, per questioni organizzative, non abbiamo speso molte energie.
Popolo versus Big Pharma
Ad ogni modo, la campagna si sovrappone e teoricamente può rafforzare la nostra più classica battaglia delle idee, svelare le contraddizioni di un capitalismo predatorio che non si ferma neanche davanti ad una pandemia globale, e promuovere un altro tipo di ragione, una che dia priorità alla salute delle persone rispetto al profitto – in questo caso delle grandi multinazionali farmaceutiche.
Il diritto al profitto della Pfizer e, in generale, dell’industria farmaceutica, si scontra infatti col diritto alla vita di miliardi di persone. Per di più Pfizer non è in grado di soddisfare la domanda mondiale di vaccini. Significa che non è in grado di produrre un numero di dosi sufficiente per gli uomini e le donne che popolano il pianeta Terra.
Cooperazione contro competizione
Per uscire da questa impasse e permettere a tutto il mondo di poter godere del vaccino, Pfizer dovrebbe cooperare, condividendo le informazioni tecnologiche e lasciando altri liberi di produrre il vaccino. Ma non sembra abbia la minima intenzione di muoversi in questa direzione.
Anzi, quando l’OMS propose uno schema per favorire la circolazione delle informazioni tra diversi Paesi e diverse aziende farmaceutiche, solo 40 Stati al mondo aderirono e le aziende farmaceutiche si sono affrettate a condannare la mossa.
Firmate la petizione Right2cure
Per questo motivo è importante supportare Right2cure attraverso la promozione della petizione online e alimentando il dibattito sulla questione del vaccino come bene pubblico. Negli ultimi giorni ho visto che dai social nazionali siamo usciti e infatti un incremento nei firmatari dall’Italia c’è stato.
Siamo, però, ancora troppo indietro. Circa 700 firmatari in tutta Italia. Davvero troppo poco, vuol dire che nemmeno noi abbiamo usato i 30 secondi per firmare la petizione!
Invitiamo tutte e tutti a firmare la petizione sul sito https://www.right2cure.eu e, se possibile, a farla circolare. È parte della campagna vaccino bene pubblico a cui abbiamo aderito come Potere al Popolo. Ci vogliono letteralmente 30 secondi, basta sapere il proprio nome e cognome, la propria mail e il codice di avviamento postale e poi fare click!
*Potere al Popolo
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Anonimo
Tema interessante, soprattutto la parte della copertura pubblica per eventuali effetti collaterali, anche se si glissa sui vaccini russi, cinesi e cubani e sulle differenze nei finanziamenti e nelle modalità di sviluppo rispetto ai vaccini delle multinazionali occidentali.
Seconda cosa, mi piacerebbe si parlasse anche di libertà di scelta nella vaccinazione.
Saluti