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A Bergamo il bosco delle ipocrisie

La classe politica italiana ci ha abituati, da decenni, al peggio e non può certo smentire il suo cinismo e la sua ipocrisia in occasione della pandemia da Covid.

Ci riferiamo alla visita di Mario Draghi a Bergamo, dove il Presidente del Consiglio ha assistito alla messa a dimora del primo albero del Bosco della memoria dedicato alle vittime bergamasche del Covid. E’ stato personalmente il sindaco di Bergamo, Gori, armato di vanga, a dare il via all’operazione, a cui ha partecipato anche l’impresentabile Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia.

Il parco dedicato alle vittime è stato così inaugurato dal sindaco che all’inizio della pandemia non voleva ammettere la gravità della situazione per non disturbare gli affari e dal presidente di regione che, con la sua ostinazione a non voler chiudere, su richiesta degli industriali, le zone delle valli bergamasche e le loro industrie, ha provocato il dilagare dell’epidemia.

Mario Draghi ha partecipato a tale inaugurazione e chi ha visto le foto della cerimonia ha notato che essa si è tenuta al centro di un cerchio composto da guardie del corpo, pronte a sventare non si sa quale pericolo e a tenere a distanza i cittadini.

Draghi, con la sua partecipazione, ha così legittimato il gravissimo comportamento di Gori e del presidente Fontana che da un anno sta dimostrando la sua inettitudine e la sua malafede nel gestire la pandemia.

Coloro che avrebbero avuto maggior diritto a partecipare alla cerimonia erano certamente i familiari delle vittime, che però hanno rinunciato in partenza a esservi presenti, poiché hanno dichiarato di rifiutare i roboanti discorsi e le telecamere, e di desiderare solo una cosa: che le autorità si assumano le loro responsabilità.

Una richiesta, quest’ultima, che Draghi non sembra nemmeno voler ascoltare. Infatti, l’avvocatessa Locati, che tutela i diritti di oltre 500 famiglie di vittime, ha dichiarato che queste ultime avevano da settimane chiesto di poter parlare con Draghi, ma di non aver nemmeno ricevuto una risposta.

Un atteggiamento che purtroppo ricorda la visita a Bergamo del presidente Mattarella, del giugno scorso, quando alla cerimonia in memoria delle vittime furono ammesse centinaia di rappresentanti istituzionali e solo un familiare, che peraltro si rifiutò di presenziare. Ciò perché, dichiarò tale rappresentante, le famiglie avrebbero desiderato un incontro riservato e di contenuto con il Presidente, ben diverso da una parata d’immagine.

In pratica, cambiano i governi e i ministri ma nessuno vuole ammettere che in Lombardia si sono sacrificate le vite dei cittadini a vantaggio della “produzione”. Del resto, non si capisce come potrebbe farlo un governo che dichiara “zone rosse” completamente farlocche, dove tutte le attività industriali, commerciali e di servizi continuano regolarmente e tutta la responsabilità si scarica sui cittadini confinati in casa dopo otto ore di lavoro

Un’ultima osservazione: nella conferenza stampa di venerdì sera, 19 marzo, alla domanda di una giornalista, Draghi ha risposto di essersi prenotato per essere vaccinato. Dato che ha incontrato Fontana il giorno prima, avrebbe almeno potuto chiedergli come va la campagna vaccinale in Lombardia.

Avrebbe così scoperto che nessun lombardo della sua età (73 anni) ha la minima idea di quando, dove e come sarà vaccinato. La Lombardia di Fontana-Moratti-Bertolaso è ancora in alto mare per la vaccinazione degli ultraottantenni che, al ritmo attuale, si prevede non sarà ultimata prima di meta maggio.

Il rischio, quindi, è che ai morti già provocati dalla “produzione” se ne aggiungano altrettanti a causa dei ritardi nelle vaccinazioni. Ma non c’è problema, si potrà sempre inaugurare un secondo bosco della memoria…

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2 Commenti


  • E Sem

    Non solo in lombardia c’ e’ molto da dimenticare nella gestione della sanita’ d’ emergenza. Non ci sara’ giustizia, troppi distratti da affarucci inconfessabili (legali naturalmente) che dovrebbero essere “sentiti”. I mammasantissima dell’ economia globale “dei pochi” possono dormire sonni tranquilli, c’ e’ sempre chi veglia sul.loro.sonno


  • GAVINO

    in Lombardia è stata completamente distrutta la Sanità pubblica e la medicazione di massa è un sogno

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