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Notizie dalla Valle NO TAV che continua a resistere

Stamattina i giornali di regime parlano attraverso le veline della polizia, per smentire il lancio di lacrimogeni ad altezza uomo, sistematicamente usati in questi giorni per colpire le persone ed avvelenare la terra.

E’ una tecnica utilizzata fin dalla prima notte dell’occupazione militare sui terreni di San Didero, messa ostentatamente in pratica davanti ai nostri occhi, quando un gruppetto di noi, isolato ai margini della zona in via d’occupazione, ebbe modo di assistere ad un vero e proprio fuoco di fucileria di lacrimogeni direttamente addosso a chi cercava di mettersi in salvo nel bosco o di avvicinarsi al presidio. Questo è il metodo portato avanti anche nei giorni successivi.

Ora Giovanna giace in ospedale, gravemente ferita in volto da uno di quei lacrimogeni sparati per uccidere. Le sue condizioni critiche non sono state sufficienti ad impedire ai poliziotti di entrare nella sua camera d’ospedale, prima a Rivoli e poi alle Molinette di Torino, per cercare di interrogarla.

Con questi metodi cercano di fermare una lotta giusta, bella e solidale. Poveri illusi! La loro prepotenza rende la nostra resistenza più che mai viva e necessaria.

Un grandissimo abbraccio a Giovanna, nostra compagna e sorella.

Nicoletta Dosio

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Compagne/i resistenti, ormai privi di acqua e cibo e nell’impossibilità di riceverne dato l’assedio da parte delle forze di polizia, si sono incatenati sul tetto del presidio di San Didero, nel quale resistono ormai da una settimana . Hanno chiesto la presenza di un medico e di un avvocato. Chiedono di poter ricevere alimenti ed assistenza. Non accetteranno di essere sgomberati con la forza.

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