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E’ solo tregua tra Biden ed Unione Europea. Cina e Russia come spauracchio

Il vertice bilaterale tra Biden e i vertici dell’Unione Europea (von der Leyen e Michel) ha prodotto qualche topolino.

Quello messo meglio in carne pare essere una tregua nella guerra tra Airbus e Boeing che va avanti da anni e senza esclusione di colpi. L’intesa, strappata in occasione dell’incontro di ieri fra Biden e Ursula von der Leyen, segna un nuovo passo nei rapporti fra Washington e Bruxelles, in via di ridefinizione dopo i burrascosi anni della presidenza Trump e quelli competitivi dell’amministrazione Obama. Negli anni la guerra commerciale tra Usa e Ue è stata pesante, soprattutto per l’introduzione dei dazi.

Gli Usa avevano imposto tariffe per 7,5 miliardi di dollari contro l’import dalla Ue, fissando un’aliquota del 25% ad una serie di prodotti che andavano dal vino francese ai formaggi italiani. La controffensiva Ue si era tradotta in dazi per 4 miliardi a danno dell’import dagli Usa, colpendo anche segmenti esterni all’aerospaziale come le moto Harley Davidson e il whisky bourbon. E poi ci sono ancora i dazi sulle esportazioni Ue di alluminio e acciaio, con aliquote del 10% e del 25% a danno dei prodotti in arrivo dall’Unione Europea.

La tregua tra Usa e Ue  formalizzata dal vertice di ieri, ha cercato di materializzare il processo di distensione avviatosi con lo stop di quattro mesi ai dazi deciso lo scorso 17 maggio. Ma non risolve sicuramente le tensioni commerciali fra le due sponde dell’Atlantico. La presidente della Commissione europea Von der Leyen si è detta convinta che si tratti solo di una questione di tempo, ma sa che non sarà affatto scontato.

L’altro topolino è l’annuncio – per ora solo tale – di una alleanza tecnologica fra Ue e Usa, con l’obiettivo di contenere l’ascesa della Cina nel settore delle tecnologie. Ma anche gli osservatori più bendisposti come il Sole 24 Ore, non nascondono il timore che a prevalere siano le perduranti divergenze fra le due sponde dell’Atlantico, divergenze niente affatto irrilevanti su terreni come privacy, antitrust o fisco.

Il primo passo della nuova “alleanza tecnologica” tra Usa e Ue sarebbe l’istituzione del Trade and Technology Council, (Consiglio per il commercio e la tecnologia) un’istituzione che dovrebbe approfondire la cooperazione, affinare standard comuni in ambito tecnologico, coordinare le politiche e potenziare la ricerca e l’innovazione.

Per fare questo riemerge con forza la logica della divisione del mondo in blocchi geoeconomici oltre che geopolitici. Di fronte all’ascesa della Cina gli Usa vorrebbero contrapporgli un mercato da oltre 800 milioni di persone con standard sincronizzati su intelligenza artificiale, uso dei dati e accesso alle materie prime necessarie per realizzarli, basta pensare alla carenza globale di microchip).

L’altro aspetto ha molto a che fare con quelle che abbiamo definito le guerre ibride utilizzando parametri politici come le “regole democratiche nel business digitale” per impedire l’utilizzo delle tecnologie in favore di governi definiti “autocratici” esclusivamente dalle potenze occidentali (escludendo l’alleata Turchia ovviamente).

Ma sulla strada delle relazioni tra Usa e Ue ci sono ancora molti ostacoli. Ci sono dossier aperti e competitivi a partire proprio dalle tecnologie, ma anche sull’antitrust, la gestione dei dati personali, il fisco. Gli Usa, ad esempio, non hanno gradito le iniziative della Commissione europea sulle pratiche anti-concorrenziali nel Big Tech, regolamenti inediti come il Gdpr e le varie sanzioni per elusione fiscale inflitte alle multinazionali del settore .

La Cina sembra aver compreso benissimo di essere l’obiettivo di questa alleanza tra Usa e Ue. La missione diplomatica cinese presso l’Ue ha manifestato “forte insoddisfazione e ferma opposizione” sulla dichiarazione del vertice Ue-Usa sulle questioni considerate interne dalla Cina ossia gli uiguri nel Xinjiang, il Tibet, Hong Kong, Taiwan e il controllo sui mari della Cina orientale e meridionale, oltre ovviamente le accuse a Pechino di utilizzare la “coercizione economica” e di “diffondere disinformazione”.

Secondo Pechino la dichiarazione comune tra Usa e Ue è piena di “mentalità da Guerra Fredda”, ha commentato un portavoce della missione cinese nella Ue.

Oggi Biden incontra invece Putin. La Russia è un rivale più sul piano geopolitico che economico. Solo pochi mesi fa Biden aveva definito Putin “un assassino” ma lo oggi incontrerà faccia a faccia. Vedremo cosa e come se lo diranno. Ma il clima appare senza dubbio pesante, soprattutto per gli Usa che vorrebbero tornare ai fasti del Washington Consensus sul mondo. Ma è proprio il mondo ad essere cambiato negli ultimi anni.

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