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Per il ministro Giovannini la casa non è una questione primaria

Con grande dignità e buona determinazione più di 2000 persone hanno manifestato fin sotto le finestre del Ministero Infrastrutture e Trasporti guidato dall’ineffabile Giovannini.

Da giorni il clima legato all’emergenza abitativa si è surriscaldato con una forte contrarietà espressa dalla Consulta verso la reiterazione di un blocco dell’esecuzione di sfratti e pignoramenti. Confedilizia e dintorni plaudono scagliandosi contro provvedimenti che avevano avuto il pregio di calmierare il disagio e le tensioni, cose che riprenderanno con la ripartenza delle esecuzioni con gli ufficiali giudiziari e dell’uso della forza pubblica a sostegno.

Per questo motivo e per premere verso politiche abitative pubbliche sostenute da risorse economiche utili ad affrontare in maniera strutturale la questione casa, il corteo nazionale partito da Piazza Indipendenza, avrebbe gradito l’attenzione del ministro in carica.

Ministro che nelle numerose esternazioni finora si è ben guardato dal chiarire cosa intende fare nel merito, mentre il sottosegretario Cancelleri e la capo dipartimento Casagrande continuano a propinarci il mantra dell’housing sociale e dell’efficentamento negli incontri fin qui avuti e continuano ad ignorare le nostre osservazioni, dando così l’impressione di concedere confronti di cortesia e nulla più.

Inoltre il nervosismo registrato tra le forze dell’ordine a Porta Pia per 4 tende aperte sul piazzale e la completa assenza di interlocuzione con il ministero seppure espressamente richiesta, ci fa dubitare della disponibilità reale ad indirizzare le risorse appostate al Mit e all’Interno destinate all’abitare e alla rigenerazione urbana verso politiche alloggiative pubbliche.

Quindi anche se salutiamo positivamente la disponibilità del Prefetto di Roma ad un incontro con una nostra delegazione sul tema sfratti, è forte la nostra insoddisfazione sull’operato del ministro Giovannini. Figura nota, dicono, come mite e attenta alle disuguaglianze. Con lui vorremmo affrontare con urgenza la necessità di mettere mano ad una Legge come la 431 del 98 e il Piano Casa del 2014 a firma di Renzi e Lupi.

Senza questi passaggi difficilmente si aiuteranno gli enti locali di prossimità alle prese con graduatorie e necessità irrisolvibili.

Le aspettative suscitate dal PNRR devono essere tenute in conto anche per questo settore in piena e drammatica emergenza chiarendo le missioni 2 e 5 in maniera più seria.

Per questo riteniamo urgente un riscontro di disponibilità da parte del Ministro e se questo non avverrà, come si dice: sarà la montagna ad andare dal ministro.

Ci vediamo in città  

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