Francesco Merlo, su Repubblica, dà sfogo a tutta la sua boria di leccaculista di regime inventando la categoria del “cretino antitifoso”.
Ora, siccome il regime non c’è, Merlo ha semplicemente fatto la figura del piccione viaggiatore, che nella zampetta reca un messaggio patetico: chi critica l’uso politico della Nazionale non vuole ammettere che la Coppa Uefa è filo-governativa.
C’è della tristezza in questa visione: ammette, senza neanche rendersene conto, che il calcio, da tempo, non è più uno sport, ma religione che idolatra il dio marketing.
In cui una nota bevanda analcolica americana e una famosa birra olandese si compiacciono di convivere senza farsi problemi. Allo stesso modo in cui tifo e consenso politico possono stare insieme, senza farsi troppi scrupoli.
Perché a quelli come Merlo le due cose sono utili e necessarie, servono a compiacere sia la proprietà del giornale che i suoi interlocutori politici: non importa che essere tifoso è la negazione di essere sportivo; e che la ricerca del consenso non è esattamente una pratica democratica.
Se si sostiene che vincere una coppa di calcio salva la reputazione di un governo forse qualche problema c’è. E sta tutto nella politica, nel governo, nel giornalismo e anche nel calcio italiani.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Francesco Casuccio
…. e fu così che la gestione dell’ordine pubblico a Roma (e dei conseguenti effetti sulla pandemia)
fu affidata ai chiellini e a chicazzoaltrononso.
Alla prossima manifestazione che sarà vietata, per motivi di ordine pubblico, ci converrà far perorare
la causa a qualcuno di questi, a scelta : fedez, pincopallo, i vip di maria de filippi, donnarumma e cosi’ via.
ah..dimenticavo saviano !
Povera patria, diceva la buonanima.
giorgino
ll Leccaculismo, in specie qullo di regime, sembra essere la cifra degli intellettuali nel capitalismo monopolistico ed imperialistico di oggi
Ci sono i piccoli capitali, ineluttabilmente travolti dalla centralizzazione dei capitali con cui il sistema recupera sulla massa il calo del saggio di profitto. I gestori dei piccoli capitali si affidano ai populismi, questi li fanno sfogare e poi li portano della bocca del Draghi del grande capitale. Quello dei populismi è solo in apparenza un essere contro, a ben vedere è una ideologia leccaculista un po piu indiretta ma non per questo meno prona al potere vero
Una Volta il Corriere della Sera dava spazio, pur per profilarsi come pluralista, ad un personaggio come pasolini, ed altri di simile risma anticonformista ( almeno per i canoni del mainstream di allora)
Un pò vanno capiti i nostri “intellettuali”, oggi non possono rivolgersi ad altri forni per lavorare e mangiare, allora devono limitarsi a produrre ideologia. Sarà per questo che il leccaculismo viene a trovarsi in sempre piu stretta sinergia col bravagentismo, secondo cui gli “italiani” fecero piu o meno del bene in Etiopia, nei Balcani dove furono ripagati con le foibe (sempre ingrati i comunisti) o financo in Russia con l’ Armir ?
Il Leccaculismo di regime ed il Bravagentismo, ed altrei supporti pian piano emergeranno ( zeit geist), si trovano spesso negli stessi personaggi mainstream, essi in tendenza aprono la strada all’esercito europeo ed alle mire imperialistiche del capitale monopolistico del nostro continente.
Oggi gli intellettuali riconosciuti come tali dicono al Capitale :
Leih mir Deine Ohren
Schenk mir Deinen Blick
Tief im Abgrund bin ich geboren
Meine Kunst ist mein Geschick
Questa volta una buonanima tedeca, oltre quella mai dimenticata del commento precedente
p.s. Il tasso di leccaculismo crecente lo si evince anche dei tanti giornalisti con la lingua sporca che parlano sempre male di quel provvedimento(borghese e riformista, perfino unpo reazionario per come è stato concepito), che è il reddito di cittadinanza.
p. s. ultra : potreste misurare e spiegare a noi lettori l’andamento tendenziale del Leccaculismo, indicandoci in ogni mese gli artisti massimi ed emergenti in questo non facile genere