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Roma. Occupato anche l’Albertelli, cresce la protesta nella scuola

Ancora un’occupazione tra le scuole di Roma. Stavolta a far sentire la propria voce sono gli studenti e le studentesse del Liceo Pilo Albertelli, zona Esquilino.

Stamattina gli studenti del Pilo Albertelli insieme ad OSA hanno occupato la propria scuola!”, si legge nella nota appena diramata dalla pagina Instagram dell’Opposizione Studentesca d’Alternativa (OSA) di Roma, già protagonista nella scorsa settimana dell’occupazione al Cine-Tv Rossellini assieme al collettivo di scuola Brancaleone.

L’occupazione nasce per protestare contro le problematiche della scuola (scaglionamenti, personale scolastico insufficiente, condizioni critiche di edilizia scolastica), ma anche per rilanciare la lotta contro il Governo Draghi, il ministro Bianchi e il loro modello scolastico invivibile”.

Cresce dunque l’insofferenza verso il modello di scuola portato avanti dall’esecutivo Draghi e dai partiti di governo secondo i diktat dell’Unione Europea, quello che in numerose occasioni è stato fortemente criticato in questo giornale, un modello reo di denigrare l’istruzione a mero nozionismo e di renderla succube del dogma del profitto, che antepone ciecamente il “saper fare” alla comprensione del “cosa e del perché” si fa, fallendo così l’obiettivo di essere strumento di emancipazione e crescita personale e collettiva degli studenti.

Dopo aver dibattuto a lungo in assemblea straordinaria, abbiamo ritenuto l’occupazione la forma di protesta migliore e più incisiva per far sentire la nostra voce e lanciare un segnale di lotta complessivo dentro e fuori le mura scolastiche, nei confronti del Governo”. “Gli studenti e le studentesse del Pilo Albertelli Occupato”, come recita la firma, hanno diramato anche un documento per spiegare le ragioni della loro azione.

In sintesi, “la nostra azione nasce per protestare in primis contro i problemi della nostra vita scolastica. Noi infatti lottiamo contro la mancanza strutturale di personale docente, lottiamo contro l’attuale gestione degli scaglionamenti e contro gli indecenti orari di uscita per il biennio, lottiamo contro il forte senso di insicurezza che viviamo nella nostra scuola, in termini di edilizia scolastica e di gestione delle situazioni a rischio interne, lottiamo per una scuola aperta, di confronto, dibattito, partecipazione attiva, socialità e crescita”.

Indipendentemente dai partiti di appartenenza infatti i Ministri dell’Istruzione di questi ultimi 25 anni non hanno fatto altro che tagliare fondi alla scuola pubblica – causa essenziale delle carenze delle scuole di tutta Italia e che viviamo anche noi all’Albertelli – e varare riforme che hanno trasformato la scuola in una prigione, completamente avversa alle nostre necessità e incapace di formarci”.

L’occupazione è solo il primo passo per far sentire la nostra voce e lottare contro un Governo che non ci vuole ascoltare. La svolgeremo rispettando delle norme sanitarie contro il Covid attualmente in vigore e prendendoci cura della nostra scuola”.

Un documento lucido, in linea di continuità con quanto espresso dai ragazzi e delle ragazze del Rossellini, che finirono l’occupazione nel riuscitissimo Sciopero Generale andato in scena ieri, 11 ottobre, e da cui idealmente parte anche l’occupazione dell’Albertelli, in quanto passaggio di lotta per la costruzione di una scuola, così come di un mondo del lavoro, al servizio delle necessità degli studenti e della società.

Siamo pronti a riprenderci lo spazio che ci sentiamo negato, tutti insieme”, termina il documento, all’insegna della prospettiva di lotta e di azione collettiva che l’Albertelli mette in campo con l’occupazione di oggi.

Dopo il Rossellini l’Albertelli risponde continuando la lotta. Adesso continuiamo la lotta, in tutte le scuole, in tutte le città!”. Parola di una generazione al contrattacco.

Di seguito, il documento completo inviato alla nostra redazione.

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Oggi, 12 ottobre, noi studenti del Liceo Classico Pilo Albertelli abbiamo occupato la nostra scuola. Dopo aver dibattuto a lungo in assemblea straordinaria, abbiamo ritenuto l’occupazione la forma di protesta migliore e più incisiva per far sentire la nostra voce e lanciare un segnale di lotta complessivo dentro e fuori le mura scolastiche, nei confronti del Governo. La nostra azione nasce per protestare in primis contro i problemi della nostra vita scolastica. Noi infatti:

– Lottiamo contro la mancanza strutturale di personale docente di cui la nostra scuola soffre da tempo, che ostacola la continuità didattica e quindi il nostro diritto allo studio, problema tanto più grave se pensiamo agli effetti devastanti in termini didattici e pedagogici degli ultimi due anni di DaD.

– Lottiamo contro l’attuale gestione degli scaglionamenti e contro gli indecenti orari di uscita per il biennio, problema pesantissimo per gli studenti del biennio che devono uscire alle 14.30 e così tornare a casa anche per le 15.30 – 16, caso non raro in una scuola composta per la maggior parte da studenti pendolari o comunque provenienti dalle zone periferiche della nostra città, lontane e mal collegate. Questo è un danno non solo per il nostro diritto allo studio ma anche per il nostro diritto alla socialità, essenziale e da salvaguardare a ogni costo dopo questi ultimi due anni di pandemia che hanno avuto effetti devastanti dal punto di vista psicologico per noi giovani: non vogliamo essere costretti a decidere fra un diritto e l’altro, noi vogliamo entrambi perché sono entrambi diritti essenziali per avere una vita dignitosa e per la formazione dei cittadini del domani.

– Lottiamo contro il forte senso di insicurezza che viviamo nella nostra scuola, in termini di edilizia scolastica e di gestione delle situazioni a rischio interne. Negli ultimi anni abbiamo avuto diverse problematiche fra crolli di calcinacci e finestre, allagamenti, termosifoni rotti, mancanza di servizi essenziali come l’acqua nei bagni per giorni e altri problemi ancora. Questi problemi generano un forte senso di insicurezza negli studenti, come abbiamo visto anche pochi giorni fa con un cortocircuito che ha generato fumo per tutta la scuola e che ha mandato in confusione non solo gli studenti ma anche il corpo docente e il personale ATA.

– Lottiamo per una scuola aperta, di confronto, dibattito, partecipazione attiva, socialità e crescita. Vogliamo riprenderci i nostri spazi aggregativi, avere garanzie per le assemblee di classe e di istituto, avere momenti di confronto e dibattito che negli ultimi due anni sono stati praticamente azzerati. Vogliamo andare a scuola sentendoci a casa e non in un luogo ostile.

Questi sono i motivi principali della protesta che noi studenti stiamo portando avanti: sappiamo perfettamente che i problemi che viviamo quotidianamente e contro cui ci battiamo sono tanti e non si limitano a quelli sopra elencati che però abbiamo individuato come centrali e prioritari nella nostra protesta.

Indirizziamo questo documento in primis al nostro dirigente scolastico in quanto responsabile per il nostro liceo; al contempo però, sappiamo bene che i problemi della nostra scuola non nascono dal nulla ma sono il frutto delle politiche dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Indipendentemente dai partiti di appartenenza infatti i Ministri dell’Istruzione di questi ultimi 25 anni non hanno fatto altro che tagliare fondi alla scuola pubblica – causa essenziale delle carenze delle scuole di tutta Italia e che viviamo anche noi all’Albertelli – e varare riforme che hanno trasformato la scuola in una prigione, completamente avversa alle nostre necessità e incapace di formarci.

Sono stati perseguiti solo gli interessi economici privati e non quelli essenziali di noi studenti. Il Governo Draghi e il ministro Bianchi si sono già dimostrati – con le parole e i fatti, basti leggere la Missione Istruzione e Ricerca del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza che indirizza i fondi solo in base agli interessi economici di soggetti privati – in continuità con i precedenti governi ed è per questo che con la nostra occupazione vogliamo mandare un messaggio di lotta rivolto direttamente al Governo, contro le riforme che si prepara a fare e contro questo modello scolastico insostenibile che sostiene e rafforza.

L’occupazione è solo il primo passo per far sentire la nostra voce e lottare contro un Governo che non ci vuole ascoltare. La svolgeremo rispettando delle norme sanitarie contro il Covid attualmente in vigore e prendendoci cura della nostra scuola. Siamo pronti a riprenderci lo spazio che ci sentiamo negato, tutti insieme.

Gli studenti e le studentesse del Pilo Albertelli Occupato

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1 Commento


  • Antonia Sani

    Ottimo testo, lucido e ben strutturato secondo un forte filo logico. Chi scrive è una nonna, già docente, entrata negli Organi Collegiali della Scuola nel momento della loro istituzione nel 1974. Avete ragione a denunciare i tagli operati dai ministri Tremonti e Gelmini sul fondo destinato alle spese scolastiche. Ora vi trovate a un passaggio arduo: dovete presentare alle autorità scolastiche nazionali i temi esposti senza fermarvi, unendovi a studenti e studentesse di altri istituti su analoghi argomenti. Si deve aprire una strada fondata sulla volontà e il rispetto reciproco. Una cosa vi raccomando: No a QUALUNQUE FORMA di VIOLENZA. Sarebbe la fine di tutto. NO a esibizioni di protagonismo.
    Pensate a comportamenti in grado di attrarre su di voi apprezzamenti e interesse per le vostre iniziative. Con l’augurio di cuore, esortandovi al rispetto dei principi costituzionali, vi abbraccio coi complimenti per avere riscoperto la via per il valore della Scuola pubblica statale.
    Antonia Sani

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