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Genova venti anni dopo, in corteo

Due parole sul bellissimo corteo di ieri:

Il 20 luglio di vent’ anni fa veniva ammazzato Carlo Giuliani. La storia di Carlo e di quei giorni ha segnato intere generazioni, quelle presenti e quelle che sono cresciute con la rabbia per quello che è successo: per l’assassinio di Carlo, per le manganellate violente, per il massacro della Diaz e di Bolzaneto, per il fatto che ancora dopo vent’anni questi crimini restano impuniti e anzi si cerca ancora di dividerci tra buoni e cattivi. Per il fatto che ancora oggi ci sono compagni in carcere per quelle giornate.

Generazioni che sono cresciute anche avendo nel cuore e nella mente la straordinaria partecipazione popolare e il fermento di quei giorni, la rabbia e la determinazione nell’affermare che un altro mondo era possibile.

Quest’anno, in particolare, abbiamo addirittura assistito a sfilate insopportabili di ministri, istituzioni e politicanti che cercano di assolversi dalle loro responsabilità.

A vent’anni da quelle giornate, dalle oceaniche manifestazioni che hanno attraversato le strade di Genova, il mondo in cui viviamo è completamente stravolto. Oggi costruire un altro mondo è diventato indispensabile e per farlo abbiamo bisogno anche di imparare sia dalle vittorie che dalle sconfitte del passato per rompere definitivamente con un modello di sviluppo che calpesta tutto e tutti e riuscire a incidere in questa normalità malata che ci vogliono imporre.

Chi ci governa pensa di poter usare questa crisi per portare avanti un ulteriore attacco alle classi popolari, noi sappiamo che nessuno ci regalerà niente e che dovremo conquistarci tutto quello che ci spetta.

Dopo un anno e mezzo in cui le nostre vite e i nostri diritti sono stati ancora di più schiacciati sull’ altare del profitto, in cui per assecondare il volere di padroni e Confindustria i lavoratori sono stati lasciati morire di Covid e repressi ogni volta che hanno provato ad alzare la testa sui posti di lavoro, il ricordo di Carlo, si è trasformato in una giornata di rabbia e di volontà di riscossa.

Come ogni anno anche quest’anno siamo stati in Piazza Alimonda, e con Carlo nel cuore abbiamo attraversato in corteo le strade di Genova vent’ anni dopo.

Tra le nostre bandiere sventolavano anche quelle No Tav, perché la lotta contro il Tav non è solo la lotta contro una grande opera inutile e dannosa, ma è soprattutto il battersi per un modello di sviluppo diverso che metta al centro i bisogni delle persone e il rispetto dell’ambiente.

Nei nostri slogan riecheggiavano anche i nomi di Adil Belakhdim e Abd El Salam ammazzati come Carlo mentre lottavano per un mondo più giusto.

Il nostro striscione in testa al corteo riprendeva la parola d’ ordine dei lavoratori della GKN: insorgiamo! Un altro mondo va costruito qui e ora, a partire dalle lotte che si oppongono ai licenziamenti di massa voluti da Confindustria, assecondati dal governo, e permessi dall’accordo farsa firmato dai sindacati confederali.

Ieri, in piazza, vent’anni dopo, c’erano le ragioni e la determinazione di precari, lavoratori sfruttati e studenti, che vogliono lottare, a partire dallo sciopero generale del 18 ottobre, per un cambio radicale di paradigma che metta al centro le nostre vite e i nostri diritti e non quelli del profitto.

Con Carlo nel cuore, costruiamo un mondo più giusto!

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1 Commento


  • Pasquale

    Adelante compagni. Insorgiamo per riprenderci il futuro e costruire per i nostri figli un mondo migliore di Pace e serenità, lavoro vero amore per la natura e per tutto il diverso. Solidarietà per i migranti e difesa per i più deboli. Chi lotta può perdere. Chi non lotta ha già perso.Hasta la Victoria.

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